Oggi, prima di aprire un Blog occorre chiedersi se conviene davvero. I fattori subentrati nel tempo sono tanti e li riportiamo di seguito.
Il Blog è una tipologia di sito che ha visto i suoi albori negli anni ’90, ma si è diffuso esponenzialmente a partire dagli anni 2000.
La sua caratteristica principale è che, rispetto a un sito web ordinario, ha un taglio più personalistico e finalizzato a promuovere le proprie idee e opinioni su determinati argomenti, promuovere dei prodotti o dei servizi seppur non in grande scala, a pubblicare dei propri lavori culturali o scientifici, ecc.
Quindi, va visto come un piccolo spazio ritagliato nell’immensità della rete, rispetto a realtà più grandi come può essere il portale di una multinazionale o di un giornale di spessore, così come il sito di una grande star, ecc.
Il Blog ha vissuto la sua Golden Age soprattutto a cavallo tra la seconda metà degli anni zero e la prima metà degli anni dieci del 2000, per poi vivere, almeno in termini di popolarità e convenienza un lento declino. Tanto che oggi, prima di avviarne uno, conviene chiedersi se aprire un Blog conviene davvero.
I fattori subentrati nel tempo sono tanti e li riportiamo di seguito.
Google è diventato un motore di risposta
Da qualche anno, Google è diventato un motore di risposta anziché un motore di ricerca. Cosa significa? Che se prima veniva usato per cercare qualsiasi cosa e poi si sceglieva tra i vari siti riportati come risultati, dato che l’utente visualizzava solo titolo e Meta descrizione, ora riporta già la risposta tra i risultati, per cui non è più necessario cliccare sul link del sito.
Almeno che non si voglia approfondire la questione, ovviamente. Ma ciò lo fanno in pochi, visto che “concediamo“ pochi secondi a tutto abituati come siamo a usare il nostro telefono.
Cosa comporta questo? Una grossa perdita di visitatori al sito!
Gli inserzionisti investono meno sui banner
Negli ultimi anni, complici le varie vicende accadute a livello mondiale che hanno comportato una recessione economica pressoché cronica, gli inserzionisti stanno investendo molto meno sulla pubblicità. Quindi, sui banner o i link pubblicitari che appaiono sui siti.
E ciò sta avendo pesanti ripercussioni sui guadagni finali.
Google disposta a pagare meno alcune categorie di argomenti
Questo argomento lo abbiamo trattato approfonditamente qui, in merito al calo degli RPM dei banner che si può riscontrare e come si può risolvere. Di recente, infatti, Google ha abbassato di molto la revenue che riguarda determinati argomenti, ritenuti negativi. Ecco quali:
- argomenti “spinti” e per adulti;
- mood negativo;
- catastrofi;
- cronaca nera, come suicidi, omicidi e stragi;
- situazioni borderline (per esempio stili di vita sbagliati, degrado urbano);
- fake news su argomenti delicati come la salute, l’attualità o la geopolitica;
- pseudoscienza;
- guerre;
- ecc.
Dunque, se si intende aprire un blog per parlare di questi argomenti, occorre mettere in conto che i guadagni potrebbero essere bassi. Almeno in questo determinato periodo storico.
Mentre gli argomenti che tendenzialmente rendono di più sono:
- recensioni su prodotti finanziari;
- notizie e recensioni del settore automotive;
- notizie e recensioni su prodotti di lusso;
- ricette;
- ecc.
La diffusione dei Social
La crisi dei Blog come vetrina personale è iniziata con la diffusione di sempre maggiori Socia network. In principio fu Facebook, poi Instagram e ora TikTok. Sempre più utenti preferiscono curare un profilo su queste piattaforme anziché aprire un blog e pubblicizzarlo e aggiornarlo, con tutta la fatica che ciò comporta in termini di impegno quotidiano.
Magari si possono unire le due cose, continuando con un blog e promuovendolo sui Social. Ma è indubbio che in molti, sempre in base al tipo di contenuti che si vuole pubblicare, preferiscono questi ultimi perché hanno un bacino di utenza potenziale vasto e già presente.
Le persone sono meno disposte a leggere e più a vedere video
Questo fattore è invece squisitamente culturale ma comunque strettamente connesso al precedente. Premesso che gli italiani non sono mai stati un popolo di lettori, è anche vero che da un po’ stiamo tornando all’Era pre-scrittura, quando si comunicava per immagini. Se non addirittura ai geroglifici egizi o ai graffiti dei primitivi, come facevano i primitivi. Proprio a causa dei Social, soprattutto Instagram e ancora di più TikTok, le persone preferiscono guardare video, meglio se brevi, o live, dove un influencer o un esperto spiega qualcosa, anziché leggere un articolo.
Non a caso, sta avanzando l’analfabetismo funzionale (qui abbiamo spiegato di cosa si tratta). E l’Italia, manco a dirlo, sta messa molto male.
Quando conviene aprire un blog?
Dunque, aprire un blog non conviene? Non è così. Dipende ovviamente da cosa si cerca. Se si intende aprire un blog per guadagnare, allora bisogna pensarci bene su, perché nell’oceano sterminato del web esistono già tantissimi siti (molti presenti da anni e quindi ben posizionati) e quindi iniziare da zero comporta tanta dedizione, pazienza e costanza. Anche perché posizionarsi bene su Google richiede tempo (settimane o mesi, pubblicando almeno un post al giorno).
Oltre a ciò, bisogna tenere presente tutti i fattori prima menzionati.
Aprire un blog invece conviene se si scrive semplicemente per passione, senza alcun fine economico. O per promuovere una piccola attività, come un negozio locale o oggetti artigianali fatti in casa; per mostrare le proprie passioni come quadri, foto, poesie (stando però attenti che non rubino il copyright) senza necessario fine di lucro; se si condividono ricette (diventando quindi foodblogger), ecc.
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