Analfabetismo funzionale, italiani tra i più ignoranti del Mondo

Analfabetismo funzionale, italiani tra i più ignoranti del Mondo

L’analfabetismo funzionale dilagante in Italia è presto spiegato dall’emorragia di iscritti all’università che ormai si protrae da oltre un decennio. Alla quale si è aggiunta quella degli iscritti alle scuole superiori più recente. Per non parlare della scarsa attitudine generale alla lettura quotidiana di un libro o di un giornale, fenomeno questo atavico nel nostro paese.

Certo, le nuove tecnologie non hanno aiutato, contribuendo ad un ritorno della condizione cultura umana al periodo pre-scrittura, quando si comunicava per immagini. Oggi comunichiamo soprattutto per video e siamo scoraggiati dinanzi a testi che superano le tre righe.

Un quadro desolante che si conferma nel terzo posto in cui si colloca l’Italia nella classifica mondiale per analfabetismo funzionale. Vediamo meglio cos’è l’analfabetismo funzionale, una definizione e chi ci precede.

Analfabetismo funzionale cos’è

Come riporta Wikipedia, per analfabetismo funzionale – detto anche quantitativo o illetteratismo – si intende l’incapacità di usare in modo efficace le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana.

Tutto ciò si riverbera nell’incapacità di comprendere, valutare e usare le informazioni riscontrabili nella società contemporanea. E tutto ciò favorisce la proliferazione di fake news e la manipolazione delle masse.

Alla luce di ciò, un analfabeta funzionale si caratterizza per le seguenti incapacità:

  • incapacità di comprendere adeguatamente testi o materiali informativi (dall’articolo di giornale alle istruzioni di montaggio fino al bugiardino di un farmaco)
  • scarsa abilità nell’eseguire anche semplici calcoli matematici (dalla somma di una spesa al supermercato al calcolo percentuale su tassi bancari o sconti in negozio)
  • scarse competenze nell’utilizzo degli strumenti informatici (Pc, internet, fogli di calcolo, ecc.)
  • scarsa conoscenza dei fenomeni scientifici, politici, storici, sociali ed economici (il che porta a credere a fake news, avere pregiudizi, essere disinformato)
  • scarso senso critico (non avere una propria opinione personale ma facilmente manipolata da altri o dai media)

Analfabetismo funzionale definizione

E’ stata l’UNESCO – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura – a lanciare per prima nel 1984 la definizione di Analfabetismo funzionale:

la condizione di una persona incapace di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità

Alla luce di ciò, l’analfabetismo funzionale si distingue da altri 2 tipi:

  1. Strumentale: non saper né leggere né scrivere, più legata al concetto di scolarizzazione. In questo caso mancano completamente le basi
  2. Di ritorno: riguarda gli alfabetizzati che regrediscono nelle proprie capacità di scrittura, lettura e capacità matematiche, oltre che nella comprensione della società. Quindi, pur avendo un’alfabetizzazione di partenza, tendono a perderla nel tempo per vari fattori

Dunque, l’analfabeta funzionale avrebbe sulla carta anche gli strumenti per leggere e scrivere rispetto ad un analfabeta assoluto o strumentale. Ma non li adopera come dovrebbe. E rischia di diventare anche un analfabeta di ritorno.

Analfabetismo funzionale: classifica dei paesi

Come detto, l’Italia si colloca terza per analfabetismo funzionale. Come riporta Inchiostro, dall’indagine Ocse-Piaac del 2019 emerge che il 27,7% della popolazione italiana è analfabeta funzionale. Quasi al livello della Spagna (27,5%) e Israele (27%).

Gli unici paesi che stanno peggio di noi sono Cile, che guida con il 53,1% e la Turchia, con il 45,8%.

A distanza di oltre 10 anni, dunque, la nostra situazione non è cambiata. Visto che secondo i dati diramati nel 2012, ci posizionavamo quarti, ma con il 28%. Il Cile ha fatto registrare un miglioramento, visto che all’epoca risultava primo ma con il 58 percento. Mentre la Turchia è leggermente migliorata, registrando il 47%.

In realtà due indagini precedenti, del 2003 e del 2008, ci posizionavano addirittura primi con il 47%. Evidentemente hanno cambiato i parametri, visto che a cambiare totalmente sono anche gli altri paesi ai primi posti, dove vediamo con maggiore insistenza Messico e Usa.

Evidentemente, a qualche paese che figurava tra i primi posti, non stava bene. Noi purtroppo ci abbiamo guadagnato solo 2 posizioni, ma siamo ancora nel podio.

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