De Luca e Zaia reclamano un terzo mandato: ma come hanno governato?

De Luca e Zaia reclamano un terzo mandato: ma come hanno governato?

Vincenzo De Luca e Luca Zaia sono senza ombra di dubbio i due governatori più apprezzati d’Italia. Rispettivamente della Campania e del Veneto, peraltro amici e complici. Così distanti, ma così vicini nel consenso elettorale, visto che entrambi alle ultime elezioni regionali hanno incassato oltre il 70 percento dei voti.

Aiutati però anche dalla scarsa opposizione e dall’assenza di un valido concorrente che potesse contrastarli. Come se ci fosse già stata una resa fin dall’inizio.

De Luca e Zaia ora reclamano un terzo mandato, visto che il prossimo anno non potranno candidarsi avendolo fatto per 2 volte consecutive con successo. A prescindere dal fatto che lo meritino o meno, il potere alla lunga finisce per logorare non chi ce l’ha (come ricordava il buon Andreotti) ma chi gli sta intorno. Perché si finisce sempre per alimentare meccanismi distorsivi, come le clientele. Il potere si ossida e diventa stantio, senza più stimoli innovativi.

Vediamo in breve cosa hanno fatto in questi 9 anni di governo delle loro regioni De Luca e Zaia.

De Luca, sceriffo cabarettista con pochi risultati

Vincenzo De Luca – plenipotenziale di Salerno capace di trasformare la città rendendola la Valencia d’Italia (sebbene non manchino ombre e questioni irrisolte), inventandosi un evento trainante come le luminarie natalizie emulato poi da altre città – è diventato famoso soprattutto durante la Pandemia, per i suoi video pubblicati il venerdì dove toccava varie questioni anche con venature comiche.

Sicuramente l’impronta del cabarettista ce l’ha, tanto che è difficile distinguere l’originale con l’imitazione di Maurizio Crozza. Ma quali sono i risultati in questa decade di governo della Campania?

Basta chiedere ai cittadini campani come funzionano Sanità, Trasporti, decoro urbano, scuole. D’altro canto, è tutta l’eredità del centro-sinistra che ha molte colpe, visto che, a parte una breve parentesi con Stefano Caldoro, ha governato 25 degli ultimi trent’anni.

Governare la Campania non è certo come farlo a Salerno, grande quanto uno dei quartieri grandi di Napoli. Forse potrebbe ritrovare proprio lì il suo buen ritiro visto che l’età ci sta e completare l’opera di cambiamento della città, lasciando più spazio al figlio, già parlamentare del Pd (partito che papa Vincenzo critica ogni giorno ma che poi gli fa comodo). Sempre che i cittadini glielo consentano, ovviamente.

Zaia ha superato la Lombardia ma non si fa sentire a Roma

Come sottolinea Mario Pomini, Docente di Economia all’Università di Padova, sul blog de Il fatto quotidiano, Luca Zaia ha amministrato in maniera decente il Veneto. Ricordando però che per lui sarebbe il quarto mandato, dato che la sua legge regionale introduceva i due mandati del 2015 facendo salvo quello corrente. Quindi Zaia si è insediato nel lontano 2010 e ora vorrebbe concludere addirittura raggiungendo la quota storicamente significativa di un ventennio.

Quanto alle opere pubbliche, spiccano due opere: il passante per Mestre e la Pedemontana. La prima opera era assolutamente necessaria per ridurre le chilometriche code estive verso la riviera veneta e friulana, la seconda totalmente inutile e costosissima (come denunciato qui). Alla fine va in pareggio.

La Sanità pubblica ha delle carenze, come del resto un po’ in tutte le regioni italiane, sebbene pare funzioni meglio della confinante Lombardia, dove è allo sfracello. L’urbanistica non ha limitato la cementificazione selvaggia, che invece sembra essersi impossessata del Veneto.

La sconfitta più grande per Zaia è sicuramente l’autonomia, che in 15 anni di amministrazione locale non ha mai ottenuto. Malgrado sia ormai il numero due del partito (o forse il numero uno, visto che Salvini è ormai in calo). Ha pure fatto parte del Governo Berlusconi IV, ma a livello nazionale non sembra capace di farsi sentire. E’ molto presente sul territorio, tra sagre, convegni, manifestazioni. E ciò lo rende sicuramente popolare.

Del resto, quello dell’autonomia del Nord è stata la più grande sconfitta di tutta la Lega. Che a inizio anni ’90 gridava “Roma ladrona” per poi sedersi a tavola con tutti gli altri.

Eccoli entrambi in un siparietto insieme:

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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