Morto Navalny, principale oppositore di Putin: ma ecco cosa non torna

Morto Navalny, principale oppositore di Putin: ma ecco cosa non torna

Alexei Navalny, considerato il principale oppositore di Putin, è morto nella prigione di Kharp, sita nella regione di Yamalo Nenets.

La gran cassa mediatica occidentale si è subito messa in moto appena saputa la notizia: Alexei Navalny, considerato il principale oppositore di Vladimir Putin in Russia, è morto poche ore fa nella prigione di Kharp, situata nella regione artica di Yamalo Nenets. Nella quale era stato trasferito da poco per scontare 19 anni di carcere.

Per ora non si ha un motivo ufficiale della morte di Navalny, probabilmente si è trattato di una trombosi, sopraggiunta dopo una passeggiata. A quanto pare, però, godeva di buona salute, come confermato dalla madre che lo era andato a trovare pochi giorni fa.

Naturalmente i media occidentali hanno subito puntato il dito contro il presidente russo Vladimir Putin, che ne avrebbe ordito la morte per toglierselo dalle scatole. Essendo diventato il blogger e politico un simbolo dell’opposizione a quello che viene etichettato come uno Zar dallo storytelling americano e occidentale.

Ma ecco cosa non torna.

Alexei Navalny in buona salute psico-fisica

Come riporta Il fatto quotidiano, giusto 3 giorni fa in videoconferenza dall’estero con un gruppo di diplomatici europei a Mosca, il braccio destro di Alexei Navalny, Leonid Volkov, aveva detto che l’oppositore era “in condizioni psicofisiche sorprendentemente buone” e che non temeva per la sua vita, assicurando di “sentirsi al sicuro”.

Anche il direttore della Commissione regionale di vigilanza pubblica, Danila Gontar, ha dichiarato che Alexey Navalny non avrebbe lamentato alcun problema di salute. Anche la madre, Lyudmila Ivanovna Navalnaya, ha raccontato a Novaya Gazeta, organo di opposizione a Putin, di aver visto il figlio appena 4 giorni fa e che stava bene:

Non voglio sentire alcuna condoglianza. Abbiamo visto mio figlio nella colonia penale il giorno 12, avevamo una visita. Era vivo, sano, allegro

Chi è davvero Alexei Navalny

La morte di Alexei Navalny desta i soliti dubbi sulla puntualità di certe morti poi attribuite a Vladimir Putin. Del resto, ci troviamo in una fase di stanca della guerra in ucraina, dove l’appoggio a Zelensky è sempre più messo in discussione e occorre rinverdirlo. Sempre oggi abbiamo parlato del presunto pericolo di un missile nucleare spaziale sbandierato dall’Intelligence americana.

Alexei Navalny viene proposto dai mass-media mainstream occidentali come il blogger e politico eroe anti-Putin. Ma non si racconta tutto su di lui.

Per esempio, come sottolinea il sempre attento Maurizio Blondet, in origine a denunciare Navalny è stata un’azienda di cosmetici francese, la Yves Rocher, di cui lui era il referente in Russia. Lo aveva accusato di aver cosmetici per un equivalente di ben 400mila dollari. Per questo fatto, ha subito una condanna a 3 anni e mezzo nel 2014, da scontare ai domiciliari.

Dopo dieci mesi di domiciliari la pena fu sospesa e nel dicembre scorso sarebbe decaduta. Ma due giorni prima della scadenza i magistrati hanno convocato Navalny, allora in Germania – dove era stato trasferito dopo un mai chiarito e certamente ambiguo tentativo di avvelenamento – poiché aveva violato i domiciliari e quindi la pena dei tre anni rimanenti doveva essere scontata.

Inoltre, Navalniy è accusato dal Comitato Investigativo – la principale agenzia investigativa russa – di aver utilizzato per acquisti esclusivamente personali oltre 356 milioni di rubli (circa 3,9 milioni di euro), che erano stati donati a sue fondazioni no profit. Il cui reale obiettivo sarebbe dovuto essere quello di investigare sulla corruzione degli alti funzionari del governo russo e renderla pubblica.

Il successo sui Social

Come già riportato qui quando si era parlato di avvelenamento senza però trovare tracce di veleno nel suo corpo, Navalny è diventato famoso grazie al suo blog LiveJournal e vanta milioni di followers su Youtube e Twitter. Si è candidato a Sindaco di Mosca nel 2012 arrivando secondo con il 27% di preferenze, mentre nel 2018 ha tentato di candidarsi alle presidenziali ma il suo tentativo è stato respinto.

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Pubblicato da Carlo Brigante

Mi definisco un "ribelle" del web

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