La Velvet Media era passata alla storia per la sua organizzazione del lavoro da sogno, ma ha accumulato ingenti debiti.
Niente più orario di lavoro e cartellini da timbrare, ferie e permessi secondo la volontà dei lavoratori, una “manager della felicità” che affiancava il team dirigenziale per migliorare il benessere dei dipendenti. E ancora, possibilità di giocare ai videogiochi durante le pause, personaggi dei fumetti raffigurati sulle pareti degli uffici, possibilità di recarsi in azienda di notte e persino con il proprio animale domestico. E poi il capo che si muoveva da un ufficio all’altro sullo skateboard e l’abolizione del curriculum vitae, con l’invito ai candidati a non fornire foto e a non riferire dati sensibili come sesso, età, provenienza.
Quella che sembra un’utopia o al massimo qualcosa di praticabile in Finlandia o Norvegia, era diventata realtà in Italia, grazie alla Velvet Media. L’azienda finita agli onori delle cronache per aver abolito l’orario di lavoro, oltre a tutto quanto elencato. E invece, quel sogno diventato realtà si è scontrato con un’altra realtà: quella fatta di fornitori e tasse da pagare, scadenze da rispettare.
Come riporta Tgcom24, la Velvet Media aveva accumulato un grosso debito nei confronti di fornitori e dipendenti: 7 milioni e 354 mila euro in totale, di cui oltre 5 milioni verso l’Agenzia delle Entrate e 320 mila verso l’Inps. Inoltre, non aveva pagato stipendi, tredicesime e liquidazioni di fine lavoro: il debito nei confronti dei lavoratori pesava tra i 4 e i 40mila euro verso ciascun dipendente coinvolto.
Chi è la società Velvet Media
L’azienda aveva rassicurato sulla solidità del gruppo, ma il 17 aprile era stata dichiarata la liquidazione giudiziale, con una sentenza finalizzata a ripartire a favore dei creditori il denaro rimasto in cassa. Con l’udienza dell’11 luglio il giudice Lucio Munaro ha poi messo nero su bianco i numeri del fallimento.
Ricordiamo che la Velvet Media era stata fondata nel 2013 come casa editrice dall’imprenditore trevigian-siriano Bassel Bakdounes. Per poi essere rinominata Media Production e trasformata in una holding che offre servizi di consulenza e marketing a oltre mille aziende del Nord Italia.
Nel pacchetto clienti dell’azienda troviamo Aeronautica militare, Sun68, Segafredo, Bologna Calcio, Arneg Spa e Vincezi e vantava un fatturato consolidato di 5 milioni, 120 dipendenti a tempo indeterminato, 15 partite Iva e 5 stagisti. Lazienda presentava diverse criticità finanziarie in un ramo imprenditoriale per due grossi insoluti relativi al 2022.