Veltroni Presidente della Repubblica? Tre motivi per cui sarebbe assurdo

Parafrasando il titolo di un film di Martin Scorsese su Gesù, si potrebbe chiamare questa idea “L’ultima tentazione di Krusty“. Già, perché di comica si tratta.

Tra Pd e M5S, ormai in Pure love dopo 9 anni a farsi la guerra e a dirsene di ogni, starebbe aleggiando un’altra intesa. Uno scambio, per la precisione: Walter Veltroni al Quirinale, in cambio di Virginia Raggi confermata al Campidoglio.

Certo, uno scambio che avverrebbe in due tappe temporali diverse. Dato che l’elezione del Presidente della Repubblica si terrà a febbraio 2022. Mentre le elezioni a Sindaco di Roma si terranno a giugno 2021. Sebbene occorra utilizzare il condizionale, dato che il Covid-19 potrebbe far slittare entrambi gli appuntamenti elettorali.

A tessere questo possibile accordo sarebbe, come riporta Money, Goffredo Bettini. L’uomo potente del Partito democratico a Roma. Probabilmente, per rinsaldare ulteriormente l’alleanza tra Movimento cinque stelle e Pd, anche in vista delle prossime elezioni politiche che invece si dovrebbero tenere a marzo 2023. Per arginare la forza dilagante del centro-destra.

Certo, in entrambi i casi non sarebbe facile. Sia perché il M5S di oggi non è quello col vento in poppa di quando ha vinto la Raggi nella Capitale (e la Appendino a Torino). Inoltre, molti sono delusi dalla gestione pentastellata di Roma. E ciò potrebbe portare ad un’altra causa di perdita di voti.

Sul Fronte “Colle”, invece, per Veltroni i voti di Cinquestelle e Pd non basteranno. E potrebbe trovare l’opposizione dello stesso Renzi, oltre che ovviamente di tutto il centro-destra.

Comunque, ammesso e non concesso che Walter Veltroni riesca nell’impresa, sarebbe una assurdità vederlo come Presidente della Repubblica. Per tre motivi su [sta_anchor id=”colle”]tutti[/sta_anchor].

Veltroni Presidente della Repubblica, perché è assurdo

veltroni presidente della repubblica

Ecco i tre principali motivi che, a mio avviso, rendono alquanto assurda questa investitura.

I disastri di Walter Veltroni Sindaco di Roma

Veltroni ha governato Roma per cinque anni, dal 2001 al 2006. Non era certo un periodo di vacche magre, come quello in cui i sindaci versano oggi. Di soldi per i Comuni ne circolavano ancora, specie per Roma che è la Capitale italiana.

Eppure, Walter Veltroni di soldi ne ha sperperati, eccome. Per la sua fissa per la cultura, ma non solo. Carlo Troilo sul suo blog su L’Espresso ha fatto un bell’elenco esaustivo.

  1. Il piano regolatore, che rese possibile un nuovo boom edilizio paragonabile a quello che negli anni Sessanta scempiò la Capitale. Quando Veltroni diventò sindaco il nuovo piano regolatore era appena imbastito e poteva modificarlo. Non lo fece e dai 55 milioni di metri cubi previsti dalla bozza Rutelli, nel 2008 si arrivò a 80 milioni. Praticamente un’offerta edilizia in grado di ospitare 800 mila nuovi abitanti, per una città che però non cresceva già da più da 30 anni.
  2. Il finanziamento per il prolungamento della metropolitana B da Rebibbia a Casal Monastero (area tiburtina dopo il raccordo anulare) venne stornato per la costruzione del palazzo del nuoto di tor Vergata che doveva servire per i mondiali del 2009, ed è ancora incompiuto. Praticamente, Veltroni preferì sopprimere una metropolitana utile alla dimenticata periferia in cambio di una pseudo grande opera.
  3. La creazione del MAXXI, a pochissimi anni dalla realizzazione di un immenso e splendido museo: il MACRO. Con una doppia sede: quella principale di Via Nizza – ormai praticamente inattiva per la maggior parte dell’anno – e quella, un po’ più vivace, di Testaccio. Il MAXXI – splendida opera di architettura – ha una propria collezione, molto limitata, e organizza solo di tanto in tanto mostre e manifestazioni con pochissimo seguito. A dirigere il MAXXI Veltroni volle Giovanna Melandri, che malgrado la pessima prova data nel suo primo mandato è stata pure confermata per altri cinque anni. Costo dell’opera, circa 400 miliardi di lire, più del costo dell’intero Parco della Musica.
  4. L’invenzione della Festa del Cinema, partita nell’autunno del 2006 con un profilo da Festival Internazionale. Il che naturalmente suscitò le ire di Venezia, già impegnata in una dura competizione con il ricco e smagliante Festival di Cannes. Per rimediare lo chiamò “Festa” e perfino “Festaval”.
  5. La costruzione dell’elegante ma inutilissimo Ponte della Musica, che inizia sul lato del teatro Olimpico e termina praticamente contro un muro.

Veltroni ha consentito a Berlusconi di avere tre reti e quindi il governo

Walter Veltroni fu al centro di un autentico baratto con Silvio Berlusconi negli anni ’80. Nel corso del Governo Craxi, lui era responsabile all’Informazione del Pci. Orbene, diede il via libera al Cavaliere per ottenere tre reti a livello nazionale, in cambio di Raitre gestita dal partito comunista.

Ciò ha portato a tutta una serie di conseguenze, come la falsificazione della concorrenza di mercato e la possibilità per Berlusconi di utilizzare le sue reti per arrivare al potere. Neppure i post-comunisti riusciranno a porre rimedio a questa anomalia tutta italiana. Del resto, erano capeggiati ancora dallo stesso Veltroni. Insieme ad altri ammiratori e finti oppositori di Berlusconi come D’Alema.

Ma non ci fu solo quello scambio. Ho parlato approfonditamente di questo baratto in questo articolo.

Veltroni ha smantellato la sinistra italiana

Walter Veltroni, insieme ad altri personaggi come Massimo D’Alema e Francesco Rutelli, hanno abbracciato la corrente “lib lab” proveniente dal mondo anglosassone negli anni ’90. Rappresentato da Bill Clinton negli Usa e Tony Blair in Gran Bretagna. Una sinistra liberale e liberista, rimasta orfana dell’Urss e che cercava nuove idee.

Al Governo, Veltroni e co. hanno approvato molte leggi in sfavore dei lavoratori e demolitori di quelle istituzioni che un tempo erano la “casa” della sinistra italiana: la scuola e l’Università. Si pensi alla Legge Treu del mercato del lavoro o alla Riforma Berlinguer della scuola.

La ricetta era sempre la stessa: la precarietà per favorire le assunzioni. In realtà, però, è rimasta solo la precarietà senza assunzioni. Con le multinazionali che hanno avuto mano libera nel proporre contrattini a termine e a licenziare chi già lavorava.

La scuola è stata svuotata di quella eccellenza che la contraddistingueva nel mondo. Mentre l’Università è stata americanizzata, diventando una sorta di raccogli-punti. Non lasciando nulla allo studente, più preso a superare il prossimo ostacolo, come se giocasse ad un videogame con livelli.

Walter Veltroni è stato tra i principali fautori della nascita del Partito democratico, sempre nel tentativo di semplificare la politica italiana sul modello americano, prevedendo l’esistenza di soli due grandi partiti (l’esperienza del Pdl naufragò però dopo qualche anno).

Il Pd, però, non ha mai superato quei limiti e quelle contraddizioni che io già previdi alla nascita, nel 2008. Diventando anzi sempre più negli anni un partito spostato verso il centro (un accelerazione l’ha data Renzi). Ed asservito all’Unione europea.

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