Zitti e buoni: Under 30 si vaccinano con fretta ed entusiasmo

Zitti e buoni” è il titolo del brano col quale i Maneskin hanno vinto Sanremo prima e l’Eurovision contest poi. A quasi trent’anni dall’ultima volta per un italiano, quando a vincerlo fu Toto Cutugno con Insieme.

Brano dedicato alla nascente Unione europea, carico di speranze poi tradite da come quest’ultima si è poi realmente rivelata.

Zitti e buoni si presta bene, non tanto per il testo che parla proprio di voglia di ribellarsi e di essere orgogliosi della propria diversità rispetto alle masse, anche come colonna sonora di quanto stanno facendo gli Under 30 rispetto ai vaccini.

Under 30 fanno vaccini presi con l’inganno

Gli Under 30 hanno ansia e fretta di vaccinarsi poiché gli è stato promesso un mondo più libero. Nel quale potranno viaggiare, andare a ballare, stare con gli amici senza mascherina, ecc.

Gli stanno vendendo qualcosa che non è una vera libertà, ma è altro dato con l’inganno, mascherandola per tale. Sento discorsi del tipo “inniettatemi di tutto, basta che si ritorni alla normalità!“.

Partecipano con entusiasmo agli Open day, termine che una volta si affibbiava alle esposizioni dedicate all’arredamento o alle auto, in stile fieristico. Organizzati da qualche brand per far vedere i propri prodotti, senza alcun impegno, ai potenziali clienti. Generalmente di domenica.

Non dico che i giovanissimi debbano rifiutare il vaccino, ma è impressionante il modo in cui non si pongano domande. Non abbiano la minima paura sugli effetti che gli potrebbe causare in futuro. Sono piegati e remissivi, senza alcun cenno di ragionamento.

Tuttavia, la cosa non può sorprenderci. E’ l’effetto di un costante appiattimento, partito dalla seconda metà anni ’70, con un minimo di risveglio negli anni ’90, presto spentosi dal Duemila.

La Tv spazzatura prima, che ha ridotto sempre più i programmi culturali in favore di quelli trash, e i Social poi, hanno avuto un ruolo preminente in ciò.

Basta scrivere un post, lasciare un commento, pubblicare un video o condividere un contenuto, e ci sentiamo tutti appagati. Riteniamo di aver detto la nostra, di esserci ribellati. Quando in realtà siamo stati solo funzionali affinché tutto prosegua come qualcuno vuole.

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