Vaccini, siamo tutti delle cavie: lo conferma docente e ricercatore universitario

Vaccini, siamo tutti delle cavie: lo conferma docente e ricercatore universitario

La campagna vaccinale sta procedendo, con l’Italia che vede ben 4 vaccini in campo: Astrazeneca, Pfizer, Johnson & Johnson e Moderna.

La sensazione però che siamo però in una fase di grande sperimentazione di massa l’ho sempre avuta, visto che i vaccini contro il Covid-19 sono stati lanciati senza rispettare gli standard che generalmente vengono eseguiti prima di lanciare un farmaco. O, appunto, un vaccino (come ho riportato qui).

Se poi a dirlo è anche un ricercatore e docente universitario, con tanto di curriculum, in una rete di certo non complottista come La7, allora qualche altro dubbio ti viene.

Ecco cosa ha detto il Professor Paolo Bellavite a Dimartedì su La7 riguardo i vaccini anti-Covid19.

Vaccini quali rischi

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Il Professor Bellavite, intervistato da Giovanni Floris a Dimartedì (la versione di Ballarò che andava in onda su RaiTre), ha confermato che siamo di fronte ad un grande esperimento di massa che andrà in onda per tutto il 2022.

In pratica, si sta eseguendo la fase 4, quella chiamata “post-marketing“. Con tutti i rischi connessi. E gli italiani, secondo Bellavite, fanno bene a preoccuparsi.

Inoltre, ritiene che i dati sugli effetti avversi non sono attendibili per come sono calcolati. Cita infatti l’ultimo rapporto dell’AIFA, secondo il quale ci sarebbe il 4% di casi gravi avversi su ogni 100mila somministrazioni. In realtà però ciò significa che si tratta di 4mila casi, che non sono pochi. Eppure, vengono sottovalutati.

Poi Floris lo interrompe prontamente.

Ecco comunque il video dell’intervista del professor Bellavite su La7:

Chi è Paolo Bellavite

Sul sito ufficiale del professore e ricercatore universitario dell’Università di Verona, impostato non proprio benissimo, potete trovare il suo lungo Cv.

Vaccini differenze

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Il Dott. Giorgio Massarotti, specialista Immunologo Clinico ed Allergologo della Casa di Cura La Madonnina, ha approfondito sul sito ufficiale della struttura le differenze tra i 2 tipi di vaccini in circolazione.

  1. a vettore virale come i vaccini Vaxzevira di AstraZeneca e Janssen di Johnson&Johnson
  2. a mRNA come i vaccini Pfizer e Moderna

I primi utilizzano come ‘vettore’ un virus, modificato in laboratorio e totalmente inattivato, capace di portare alle cellule immunitarie l’informazione della proteina Spike, utilizzata dal Sars-Cov-2 per infettare le nostre cellule.

Entrando in contatto con la Spike, i linfociti T del nostro organismo si attivano contro di essa:

  • producendo anticorpi specifici;
  • trasmettendo ai linfociti B l’indicazione di sintetizzare quelli definitivi;
  • mantenendo l’informazione per il futuro

I secondi utilizzano delle molecole di RNA messaggero (mRNA) modificato che, come dice l’espressione stessa, consegnano alla cellula un ‘messaggio’ per sintetizzare, nel caso specifico, la proteina Spike del Covid-19.

Entrato nella cellula, dunque, il vaccino fornisce a questa le istruzioni necessarie per la sintesi della Spike, attivando i linfociti T del sistema immunitario, che a loro volta trasmettono ai linfociti i B l’’ordine’ di sintetizzare anticorpi.

Poco dopo aver consegnato il messaggio, l’mRNA si degrada naturalmente.

Quali vaccini più efficaci

Stando a quanto riporta sempre il dottor Massarotti, che comunque fa riferimento alle fonti ufficiali (AIFA e ISS soprattutto) riguardo l’efficacia dei vaccini Vaxzevira​​​​​​​ di Astrazeneca, complessivamente dimostra una efficacia nella prevenzione della malattia sintomatica del 59,5%. Nei soggetti cui dopo 12 settimane è stata somministrata la seconda dose, a 14 giorni da questa, la cifra sale a 82,4 %.

Per lo Janssen di Johnson&Johnson, nelle forme più gravi il vaccino arriva fino ad una copertura del 77% dopo 14 giorni dalla somministrazione e dell’85%, dopo 28 giorni da questa.

Il vaccino Comirnaty/Pfizer, invece, è stato dimostrato prevenire al 95% il numero dei casi della malattia sintomatica da Covid-19.

Il Moderna, infine, ha un’efficacia di prevenzione della malattia sintomatica da nuovo Sars-Cov-2 del 94,1%.

Restano comunque tanti dubbi. Per esempio: quali effetti può provocare il vaccino sul feto delle donne gravide? E suoi bambini vaccinati? Ed ancora, se i vaccini del primo tipo, diciamo così più tradizionali, danno effetti avversi subito, quelli che incidono sull’RNA potrebbero darli tra qualche anno e pure più gravi?

Chi pagherà per eventuali danni all’organismo dei vaccinati? Lo scudo legale a favore delle multinazionali del farmaco non aiuta certo a rassicurare gli animi…

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