Il governo italiano ha tagliato i finanziamenti alla UNRWA perché 12 impiegati, sui 30,000 totali (quindi un’inezia) avrebbero partecipato/sostenuto o festeggiato gli attacchi del 7 Ottobre.
Il governo italiano ha tagliato i finanziamenti alla UNRWA – United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East, traducibile in Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente – perché 12 impiegati, sui 30,000 totali (quindi un’inezia) avrebbero partecipato/sostenuto o festeggiato gli attacchi del 7 Ottobre.
Ciò vuol dire sottrarre al popolo palestinese assediato dal governo di Israele qualsiasi speranza di ricevere assistenza umanitaria. Del resto, basti pensare che oltre 2 milioni di persone in Gaza dipendono proprio da questa Agenzia per sopravvivere. Molto stanno morendo di stenti, anche perché in quei territori è calato un freddo gelido e non hanno di cosa coprirsi.
UNRWA gestisce rifugi per oltre 1 milione di persone e fornisce cibo e assistenza sanitaria di base anche al culmine delle ostilità.
Peraltro, il Ministro degli esteri Antonio Tajani ha fatto sapere che l’Italia aveva già sospeso i fondi all’UNRWA subito dopo il 7 ottobre, anche se non ha spiegato il motivo. In nome del popolo italiano? Non ci risulta che il Parlamento sia stato interpellato.
Ma non solo l’Italia: anche Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Finlandia, Australia e Paesi Bassi hanno optato per la stessa decisione. Su Twitter è già popolare l’hashtag #GazaHolocaust.
Taglio ai fondi UNRWA, i soliti 2 pesi 2 misure
Come ricorda il sempre attento Maurizio Blondet, quando Israele uccise 152 dipendenti dell’UNRWA, non vi fu alcuna condanna occidentale. Insomma, i soliti “2 pesi 2 misure” tra 2 popoli in guerra da circa un secolo, traditi dai soliti poteri che governano questo mondo da qualche secolo.
E meno male che la Meloni aveva proclamato di essere “donna, madre e cristiana“.
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