Trattato tra Italia e Francia cosa contiene e se perderemo altra sovranità

Introduzione

Venerdì 26 novembre Italia e Francia hanno firmato uno storico accordo, denominato “Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica francese per una cooperazione bilaterale rafforzata“. Un asse Roma-Parigi, molto simile a quello già vigente tra Parigi e Berlino. Almeno negli intenti e nella forma, ma occorre capire se lo sarà anche nella sostanza.

Infatti, il rischio è molto alto quando si tratta di accordi bilaterali coi cugini francesi, che da secoli ci depredano spazi e ricchezze. Negli ultimi anni tanti sono stati i casi eclatanti in questo senso, grazie ai governi “collaborazionisti” a guida Partito democratico. Che ci hanno fatto mettere “i piedi in testa” praticamente da tutti. Dalla Germania alla Turchia, passando per Stati Uniti e Nordafrica.

Forse la Francia cerca di acquisire un ruolo di leadership nell’Unione europea, approfittando di una Germania che potrebbe uscire indebolita dalla fine della guida della Merkel. Draghi ha molto prestigio, ma non è certo un politico e da tecnico non farà molto per difendere gli interessi italiani. Come ha già dimostrato come Presidente della Banca centrale europea. E, molto probabilmente, ce lo ritroveremo pure Presidente della Repubblica.

Ma torniamo al Trattato Italia-Francia e ai suoi contenuti. Vediamo anche l’allarme lanciato da Carlo Pelanda, economista, più volte consulente dei governi italiani tra prima e seconda repubblica.

Il quale parla di accordo asimmetrico.

Trattato tra Italia e Francia cosa prevede

Aiutandoci con SkyTg24, vediamo i principali punti dell’accordo.

AFFARI ESTERI

I due Paesi si impegnano innanzitutto a sviluppare “il loro coordinamento e a favorire la sinergia tra le rispettive azioni a livello internazionale”. Per questo, ha detto Draghi, “almeno una volta ogni trimestre un ministro italiano parteciperà a un consiglio dei ministri del governo francese e viceversa

AFFARI EUROPEI

Italia e Francia “agiscono insieme per un’Europa più democratica, unita e sovrana” e si impegnano per “difendere i valori del progetto europeo e dello Stato di diritto”, promuovendo “una transizione dell’Unione europea verso un modello di sviluppo resiliente, inclusivo e sostenibile, nel quadro di un’economia aperta e dinamica“.

Con questi obiettivi i due Stati “rafforzano il coordinamento nei principali settori della politica economica europea”, dalla strategia di bilancio alla transizione verde e digitale. Favoriscono inoltre “iniziative congiunte volte alla promozione della trasparenza e della partecipazione dei cittadini al processo decisionale europeo” e “un più esteso ricorso al sistema della maggioranza qualificata per l’assunzione di decisioni nel Consiglio”.

MIGRANTI

Focale il dossier migranti. Sul punto, Draghi ha detto che il trattato istituisce “un servizio civile italo-francese e un comitato di cooperazione transfrontaliero”, riconoscendo “la necessità di una politica di gestione dei flussi migratori condivisa dall’Unione Europea basata su principi di solidarietà e responsabilità”

LIBIA

Il trattato punta in questo senso anche a garantire stabilità in Africa, in particolare in Libia.

TERRORISMO

Nell’accordo si legge che

le Parti promuovono azioni di assistenza tecnica e di formazione per le forze dell’ordine e le altre amministrazioni competenti dei Paesi terzi minacciati dal terrorismo e interessati dall’espansione dei gruppi transnazionali della criminalità organizzata e dalle relative attività e flussi di criminali, nonché da altre forme di criminalità gravi ed emergenti a carattere transnazionale

SICUREZZA E DIFESA

Un altro tema centrale, sia a livello bilaterale che europeo, è quello della difesa. Previste alleanze strutturali tra le industrie dei due Stati, lo scambio del “già proficuo scambio di personale militare” e l’attuazione di progetti comuni.

SPAZIO

Dimensione chiave dell’autonomia strategica e dello sviluppo economico europeo è lo Spazio. Francia e Italia si adoperano in tal senso a favorire il coordinamento delle loro strategie nell’esplorazione e nell’utilizzo dello spazio extra-atmosferico. Viene promossa la cooperazione bilaterale a livello industriale, scientifico e tecnologico.

COMMERCIO

Ci sono poi i rapporti commerciali tra i due Paesi. Roma e Parigi si impegnano a

facilitare investimenti reciproci e producono, in un contesto di bilanciamento dei rispettivi interessi, progetti congiunti per lo sviluppo di start up, PMI o grandi imprese dei due Paesi

A livello comunitario, si guarda a “un’ambiziosa politica industriale europea orientata alla competitività globale delle imprese”. Sul piano bilaterale viene messa nero su bianco la volontà di intensificare i rapporti tra le amministrazioni fiscali contro frodi e corruzione.

TECNOLOGIA E DIGITALE

Nuove tecnologie, cyber-sicurezza, intelligenza artificiale, connettività, 5G-6G, digitalizzazione dei pagamenti e quantistica sono altri ambiti in cui Italia e Francia puntano a intensificare la loro collaborazione.

CLIMA

Comuni gli impegni di Italia e Francia per quanto riguarda il clima, per contribuire al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050: de-carbonizzazione, valorizzazione dell’impegno giovanile per la questione, trasporti puliti e sostenibili, protezione della biodiversi.

CULTURA E INNOVAZIONE

Il trattato guarda anche a istruzione, innovazione, ricerca, mobilità tra i due Paesi e protezione del patrimonio artistico e culturale, così come anche alla lotta contro le disparità di genere.

Trattato Italia e Francia rischi

Quando ad inizio novembre iniziava a trapelare qualcosa su questo accordo, Carlo Pelanda, economista, più volte consulente dei governi italiani tra prima e seconda repubblica, intervistato da Milano Finanza parlava di «un’asimmetria palpabile e imbarazzante: la Francia sa cosa vuole, l’Italia no». Sebbene un testo non ci fosse ancora.

Ecco alcuni passaggi principali dell’intervista.

Sulla inutilità e dannosità di un trattato bilaterale

Prendiamo la parte macro: che senso ha oggi firmare un trattato bilaterale a 360 gradi con la Francia in un’Europa dove l’Italia e le altre nazioni avrebbero semmai l’interesse opposto, quello di depotenziare il trattato franco-tedesco dell’Eliseo che guida l’Europa dal 1963?

Se due paesi firmano un trattato selettivo e creano una situazione asimmetrica, frammentano ulteriormente l’Unione. C’è già il gruppo di Visegrád che lo sta facendo.

Così si spacca l’Europa. Piuttosto Francia, Germania, Italia e Spagna firmino un trattato di cooperazione rafforzata su certe linee di approfondimento dell’Ue. È un altro metodo.

Il ruolo della Germania

Aspetto di vedere cosa farà la Germania. Magari Scholz dirà sì, salvo poi fare una guerra sotterranea. Berlino non sta rispettando per nulla l’adeguamento del trattato dell’Eliseo fatto ad Aquisgrana. Soprattutto nei protocolli più importanti, quelli industriali. I tedeschi stanno dando a Parigi solo qualche zuccherino, come la brigata transfrontaliera. Una presa in giro.

I francesi sanno cosa vogliono, gli italiani no

All’occhio attento non sfugge che i tecnici francesi mostrano di sapere benissimo cosa vogliono, mentre quelli italiani sono spaesati, cercano di fare controproposte che sono deboli perché prive di prospettiva. C’è un’asimmetria palpabile e imbarazzante.

Rischio di annessione alla Francia

Il rischio maggiore è quello di sancire un’auto-annessione alla Francia, industriale e strategica. Edulcorata ma sostanziale. E poi c’è un nodo politico. Si può firmare un trattato così senza discuterlo in parlamento? Sicuramente le camere devono ratificarlo, altrimenti non entra in vigore.

Il ruolo di Gentiloni

Nel 2018 Gentiloni, come capo del governo, ha ceduto sul trattato del Quirinale guadagnandosi i gradi sul campo per fare il successore di Moscovici. E adesso lo sta difendendo per ambire al Colle.

Cos’è il nuovo impero europeo di cui parla il ministro francese Bruno Le Maire

Altrimenti detto impero latino. È la grand strategy varata da De Gaulle negli anni 60. Prevedeva di usare l’Europa per creare un impero francese, non potendo più la Francia da sola avere tale ambizione. Come? Comandando sugli altri paesi europei in modo da avere un effetto-scala e dialogare alla pari con le altre potenze del mondo.

Il posto dell’Italia in questo quadro

Doveva farne parte, poi nel ’63 venne espulsa dal trattato con la Germania perché considerata troppo filo-americana. E poi Roma nel ’62 aveva aiutato gli indipendentisti algerini del Fln. Nel 1993 la strategia cambiò, almeno per quello che ci riguarda. L’obiettivo francese diventò quello di conquistare l’Italia direttamente, sul piano economico e finanziario, anche per contrastare lo strapotere tedesco.

Il precedente con Andreatta

Mi arrivò sul tavolo una bozza di trattato bilaterale Italia-Francia. C’era una lista dettagliata di aziende e di banche passibili di fusioni. Solo che allora Andreatta disse: non scherziamo. Gli Stati Uniti erano molto più forti, noi al tempo di Ciampi avevamo un peso maggiore, i francesi avevano altri problemi e non riuscirono a fare l’affondo. Fabius ci riprovò qualche anno dopo con Finmeccanica, grazie anche alla complicità di alcune élites italiane. Riuscimmo a sventare il tentativo, grazie ad alcune contromosse e a qualche compromesso.

Potete leggere l’intervista integrale qui.

Conclusioni

Cos’altro aggiungere. Ancora una volta il Parlamento viene esautorato dei suoi poteri e non interpellato sulla necessità o meno di siglare questo trattato. Che ci mette in casa i francesi, più di quanto stavano già facendo.

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Una risposta a “Trattato tra Italia e Francia cosa contiene e se perderemo altra sovranità”

  1. Da sempre la Francia ha trattato L’Italia come una Colonia in tutti i sensi. Quando si è Ridicolizzato Silvio Berlusconi l’ha fatto senza problemi. Riconosco che la Francia da tempo ha capito che l’Italia è da anni ormai governata da Una sorta di Incapaci sotto tutti i punti di vista(E di Parte) l’accordo di questi giorni sarà certamente a suo Vantaggio! Poi consideriamo anche che questo accordo così detto è stato fatto sotto banco vero che il COPASIR HA avuto da ridire nei confronti del Principino Di Maio L’Uomo delle scatolette di Tonno e tante altre Cazzate degne dei 5 stalle Oggi sotto gli occhi di tutti.

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