Trattativa Stato-Mafia: l’unica magagna venuta fuori è stata annacquata

Esultano giornalisti, lacchè e onorevoli di destra. Subito pronti ad accusare quanti hanno sempre sostenuto la teoria sulla Trattativa-Stato Mafia, che trova nel giornalista Marco Travaglio una sorta di capostipite, avendoci dedicato innumerevoli scritti e anche uno spettacolo teatrale dal titolo eloquente: “E’ Stato la Mafia“.

Torna quindi con forza lo scontro Giustizialisti Vs Garantisti, nato con l’approdo di Silvio Berlusconi nella politica italiana. Il quale ha spaccato in due l’opinione pubblica e le parti politiche, dando nascita al bipolarismo e alla Seconda Repubblica.

Ma torniamo alla Trattativa Stato-Mafia. In sostanza, la sentenza di questi giorni ha ribaltato quella del 2018. Condannando i mafiosi e assolvendo i politici.

Vediamo cosa dice la sentenza sulla Trattativa Stato-Mafia e perché è la solita barzelletta italiana.

Sentenza Trattativa Stato-Mafia cosa dice

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Immagine da lagiustizia.info

Come riporta Contropiano, la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Palermo ha rovesciato e quindi annullato le condanne emesse in primo. Quella del 20 aprile del 2018, in cui i giudici di Palermo avevano condannato a dodici anni di carcere gli alti ufficiali dei Carabinieri Mori e Subranni. Altrettanti per l’ex senatore di Forza Italia Dell’Utri e per il medico Antonino Cinà, otto anni di condanna per l’ex capitano dei carabinieri De Donno, ventotto anni per il boss mafioso Bagarella.

Erano state prescritte le accuse nei confronti del pentito Giovanni Brusca, il boia della strage di Capaci. Mentre era stato assolto l’ex ministro Nicola Mancino, accusato di falsa testimonianza.

Tre anni dopo per i giudici palermitani Marcello Dell’Utri, l’ex senatore di Forza Italia, “non ha commesso il fatto”. E sono “assolti perché il fatto non costituisce reato” i tre ex alti ufficiali del Ros dei Carabinieri. E’ stata invece confermata la condanna a 12 per il medico di Riina. Mentre a Bagarella è stato scontato un anno perché la minaccia al primo governo Berlusconi è stato riqualificata in tentata minaccia.

Sentenza Trattativa Stato-Mafia cosa significa

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Immagine da Il fatto quotidiano

Quindi, tradotto in soldoni, il fatto c’è stato (la trattativa appunto) ma senza dolo. L’accusa era di aver trasmesso al governi in carica tra il 1992 e 1993 – Amato e Ciampi – la minaccia stragista dei mafiosi.

Per la corte di Palermo i Carabinieri Mori, Subranni e De Donno aprirono effettivamente un canale di comunicazione con la famiglie mafiose ma senza intenzione di commettere un reato.

La vera contraddizione è che, se sul versante dello Stato (i carabinieri) il fatto non costituisce reato, per il medico di Totò Riina, Cinà è stata invece confermata la condanna di primo grado con l’accusa di aver fatto da postino del famigerato papello. Vale a dire il foglio su cui erano scritte le richieste avanzate da Totò Riina per far cessare le stragi. E proprio quel foglio di carta era destinato ai carabinieri, cioè era l’oggetto della trattativa.

Una verità annacquata

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Immagine dall’archivio

Il sentore è che alla fine, una delle poche, tra le tante, magagne nella storia della Repubblica italiana che era venuta finalmente allo scoperto, è stata prontamente annacquata. Ora bisogna attendere la motivazione della sentenza e i restanti gradi di giudizio.

Interessante è la chiave di lettura dell’ex Pm Antonio Ingroia, che sottolinea come

Da una parte la Corte d’appello condanna per il reato di minaccia i mafiosi, dall’altro assolve i colletti bianchi. Quindi vuol dire che la trattativa c’è stata e che non è una bufala. Aspettiamo di leggere le motivazioni, ma una sentenza così è difficile da spiegare: solo se fossero stati tutti assolti sarebbe stato ribaltato il giudizio di primo grado con la conseguenza di riconoscere l’assenza della trattativa

Invece la condanna di Cinà conferma il papello e il suo arrivo a destinazione. La minaccia nei confronti dello Stato ci fu. Quindi questa sentenza conferma la trattativa, mentre esclude la responsabilità personale degli imputati condannati come tramite nel processo di primo grado

Insomma, viene assolto lo Stato e viene condannata la Mafia. Viene salvata la credibilità delle istituzioni o ciò che ormai ne resta.

Interessante è anche l’intervento di Marco Travaglio a La7. Il quale alla fine non cambia di una virgola ciò che ha sempre detto e scritto in questi anni. Del resto, la sentenza non fa altro che confermare che la trattativa Stato-Mafia ci sia stata. Dandone però una luce diversa. Da restituire ai posteri in modo ripulito.

Ecco uno spezzone del programma:

Di fronte a queste notizie, mi ritorna sempre in mente la canzone di Raf, Assolti. Ascoltatene le parole, purtroppo è sempre tristemente attuale.

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