Toto Cutugno: gli 80 anni di un italiano vero

Toto Cutugno: gli 80 anni di un italiano vero

Toto Cutugno, all’anagrafe Salvatore, con i suoi brani cantati o scritti per altri, ha segnato un’epoca della musica italiana e non solo.

Ieri, 7 luglio, Toto Cutugno ha compiuto 80 anni. Giusto, o quasi, quarant’anni fa il successo che gli ha cambiato la vita: L’italiano, brano che in molti erroneamente chiamano “Lasciatemi cantare“.

Del resto, così dice il refrain di quella canzone, che spopolò all’estero, soprattutto nell’Est Europa. Tanto che, in quelli che oggi sono due paesi belligeranti come Russia e Ucraina, è ancora oggi il brano italiano più famoso.

Ripercorriamo la vita e la carriera di Toto Cutugno, il quale, con le sue canzoni cantate o scritte per altri, ha segnato un’epoca.

Le origini di Toto Cutugno

LaRepubblica racconta la sua storia. Toto Cutugno – all’anagrafe Salvatore Cutugno -è nato a Fosdinovo, in provincia di Massa Carrara, figlio di un sottufficiale della marina. Cresce a La Spezia per motivi di lavoro di quest’ultimo, che lo avvicina alla musica visto che suona la tromba in una banda. E coinvolge il figlio, che prima si applica al tamburo, poi alla batteria infine alla fisarmonica dato un pianoforte costava troppo.

Il primo concorso è a tredici anni, mentre, poco più che ventenne, comincia a formare dei gruppi, tutti con nomi curiosi e dove è lui il fulcro centrale: Toto & i Rockers; Ghigo e i goghi in cui resterà per un anno; nel 1965 crea invece la band Toto e i Tati. Da batterista viene scritturato dalla Carosello Records.

I primi successi

Ma sarà con gli Albatros che inizia a scoprire il successo, dove è cantante, con una voce molto particolare, poiché rauca e graffiante. Con gli Albatros partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo nel 1976, la prima di una lunga serie: ben 15. Un record che condivide con Al Bano, Peppino di Capri, Milva e Anna Oxa. Il brano si intitola Volo AZ504, si classifica terza e ottiene un buon successo di vendite. Lo stesso anno gli Albatros partecipano anche al Festivalbar con il brano Nel cuore nei sensi.

Fa ancora parte degli Albatros quando comincia la carriera solista: il primo successo è del 1977, Donna donna mia, che diventa pure la sigla del programma di Mike Bongiorno, Scommettiamo? e che lo stesso Mike ha contribuito a scrivere. Ma Toto è anche un brillante autore per altri: Johnny Hallyday, Dalida, Miguel Bosé e Luis Miguel, al quale lui e Cristiano Minellono consegnano Noi, ragazzi di oggi. Un brano che si classificherà secondo nella categoria Campioni alle spalle dei Ricchi e Poveri, vincitori della manifestazione.

Vincente sarà il sodalizio con Adriano Celentano: Soli che rimane per mesi stabile al primo posto nelle classifiche delle vendite, e altri brani che vengono contenuti nell’omonimo album pubblicato dal molleggiato nel 1979. Molto bella anche Il Tempo se ne va, che Toto Cutugno scriverà per Celentano l’anno dopo ispirandosi alla figlia di quest’ultimo, Rosita. Entrambi saranno anni dopo brillantemente imitati da Gigi Sabani (del quale abbiamo parlato qui).

L’italiano e i grandi successi degli anni ’80

Nel 1980 torna a Sanremo da solista con Solo noi, pezzo che si piazza secondo nella Hit parade e nella Top 20 dei singoli più venduti del 1980, anno importante per il musicista che partecipa anche al Festivalbar, continua a sfornare sigle per Mike Bongiorno (Flash), continua a scrivere per Celentano (Un po’ artista un po’ no) ma si separa anche da Vito Pallavicini, autore di molti testi delle sue canzoni.

L’italiano era stata scritta da Popy Minelloni per Celentano, che però non volle cantarla. Rivera convinse Cutugno a cantarla a Sanremo, il brano scalò le classifiche europee, tantissime cover di artisti diversi, milioni di dischi.

Gli anni ’80 rappresentano la Golden Age di Toto Cutugno, dato che i successi arrivano uno dietro l’altro: Serenata, Mi piacerebbe, Azzurra malinconia, Emozioni, Le mamme. Ma continua anche a scrivere per altri interpreti importanti della canzone italiana: Fausto Leali, Peppino Di Capri, i Ricchi e Poveri, Califano, Fiordaliso. E’ rimasta anche fissa nell’immaginario collettivo la sigla di Domenica In, che co-condusse: Una domenica italiana.

Gli anni ’90 e 2000

Nel 1990 vince l’Eurovision Song Contest a Zagabria con Insieme: 1992. Ma alla carriera di autore, negli anni ’90 affianca quella di conduttore: con Raffaella Carrà ne La vela d’oro, con Giorgio Faletti Stasera mi butto… e tre!, dal 1998 conduce varie edizione del programma I fatti vostri su Raidue.

A partire dagli anni 2000 si dedica soprattutto alle tournée in giro per il mondo. Farà la sua ultima comparsa a Sanremo nel 2008 con Un falco chiuso in gabbia, canzone che si posizionerà quarta in classifica.

Nel 2019, insieme ad altri artisti italiani, viene messo al bando dall’Ucraina per la sua vicinanza alla Russia.

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.