Russia espelle anche WWF: ultima associazione ambientalista rimasta nel paese

Russia espelle anche WWF: ultima associazione ambientalista rimasta nel paese

La Russia ha messo al bando tante associazioni ambientaliste, tra cui Greenpeace. Ora tocca anche all’ultima rimasta: la WWF.

La guerra in Ucraina sta avendo strascichi in vari settori: finanza, turismo, cultura, ambiente. La Russia, a poco a poco, ha messo al bando tutte le associazioni ambientaliste occidentali (e non solo) presenti sul proprio territorio. Ree di frenare lo sviluppo economico del paese. Ultima rimasta era la WWF, anch’essa espulsa qualche giorno fa.

Prima del WWF, era toccato da inizio 2023 a Greenpeace, Movement 42, Sakhalin Environment Watch (SEW), Friends of the Baltic e il gruppo ambientalista norvegese Bellona. Il tutto, sfruttando una legge varata nel 2015.

Ma torniamo alla cacciata del WWF dalla Russia e i motivi.

Perché Russia ha espulso WWF

Come riporta La Nuova ecologia, queste sono le ragioni addotte dalla Russia per espellere il WWF, rese note da una nota diramata dall’ufficio del procuratore generale e concretizzatesi tramite una sentenza:

le iniziative del Wwf sono rivolte alle grandi imprese impegnate nei settori dell’energia, del petrolio e del gas, nonché a quelle coinvolte nello sviluppo di giacimenti minerari e di metalli preziosi

il Wwf è di fatto utilizzato come copertura per l’attuazione di progetti che creano minacce alla sicurezza della sfera economica (…) ha condotto campagne “tendenziose” e dava il suo appoggio per “incatenare” lo sviluppo economico della Russia

Il Wwf sta svolgendo attività per impedire lo sviluppo industriale dell’Artico e lo sfruttamento delle risorse naturali nei territori artici

Si sostiene che l’organizzazione potrebbe far parte di un complotto per aiutare gli Stati Uniti a prendere il controllo delle acque territoriali russe nell’estremo nord. Tuttavia, non sono state fornite prove a sostegno di queste affermazioni. Purtroppo, con lo scioglimento dei ghiacciai, è partita da tempo una caccia alle risorse dell’Artico, oltre che nuove rotte per suggestive crociere.

Come si difende il WWF dalle accuse dalla Russia

L’associazione ambientalista, con l’inconfondibile simbolo del Panda, ha risposto rammaricata a questa decisione:

Siamo profondamente delusi dalla decisione della Procura generale russa di definire le attività “indesiderabili sul territorio della Federazione Russa”. Di conseguenza, con effetto immediato, il Wwf-Russia (“Vsemirnyi Fond Prirody”) ha preso la difficile decisione di non far più parte della rete Wwf Internazionale. Purtroppo, questo pone fine all’orgogliosa storia del Wwf-Russia di impatto sulla conservazione, che dura da più di 30 anni

L’Eurasia ha una biodiversità magnifica e di importanza globale da conservare, anche nelle ecoregioni dell’Artico, dell’Amur-Heilong, dell’Altai-Sayan e del Caucaso, dove il Wwf-Russia ha attuato programmi di conservazione per contribuire a sostenere il mondo naturale

La nostra missione è creare un mondo in cui le persone e la natura vivano in armonia. Oggi ci uniamo ai colleghi e ai sostenitori di tutto il mondo nel loro desiderio e nei loro sforzi per costruire un mondo in cui tutte le persone e la natura prosperino

La spaccatura tra questi due mondi sta provocando danni incalcolabili su più fronti. E anche la Natura ne sta risentendo e ne risentirà. Certo, di tanto in tanto qualche notizia poco bella travolge pure queste associazioni. Ma questo è un altro discorso…

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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