The Warrior – The Iron Claw: Biopic coi soliti difetti

The Warrior – The Iron Claw: Biopic coi soliti difetti

The Warrior – The Iron Claw è una pellicola che ricostruisce la storia tragica della famiglia Von Erich, autentica dinastia del wrestling tra gli anni ’60 e gli anni ’90.

The Warrior – The Iron Claw (The Iron Claw) è una pellicola del 2023 scritto e diretto da Sean Durkin, al suo quarto film. La pellicola ricostruisce la storia tragica della famiglia Von Erich, autentica dinastia del wrestling tra gli anni ’60 e gli anni ’90.

A partire dal capostipite Jack “Fritz” Von Erich e incentrato sulla figura di Kevin Von Erich, unico superstite dei 5 fratelli. Di cui uno morto a soli 5 anni, due morti suicidi e uno morto per cause mai del tutto chiarite durante una tournée in Giappone.

A spingere i giovani al malcontento soprattutto le pressioni del padre, mai contento delle loro gesta chiedendogli sempre di più e mettendoli in competizione tra loro.

In realtà il cognome Von Erich già portava una triste nomea per le disavventure che già avevano colto la famiglia della madre dei ragazzi, Doris, sebbene Jack abbia voluto utilizzarlo per la sua carriera nel wrestling. Trasferendo però la malasorte a se stesso e ai suoi figli.

Ecco una recensione di The Warrior – The Iron Claw (The Iron Claw)

La pellicola, come detto nell’incipit, ricostruisce, o almeno tenta di farlo, la storia della famiglia Von Heinrich, autentica dinastia nel mondo del wrestling, attiva tra gli anni 60 e 90.

Una storia tragica, fatta di suicidi e sfortune, che però il film racconta frettolosamente, con omissioni (manca addirittura uno dei fratelli per non rendere il film eccessivamente drammatico) e una eccessiva carica melò. Con scene che sembrano talvolta sfociare nello stile “Autumn in New York“.

Nel cast alcuni attori di grido, forse più per un pubblico femminile e non per chi segue accanitamente il wrestling, come un irriconoscibile Zac Efron, e l’attore-modello in ascesa Jeremy Allen White (che abbiamo apprezzato nei panni di Lip nella splendida serie Shameless).

Insomma, i soliti difetti che da alcuni anni funestano i Biopic. Almeno quelli compressi in un film da un paio di ore, mentre le serie concedono qualche approfondimento in più (al netto anche lì di frottole e omissioni).

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