Sarà che non sono più una colonia americana e che sono tornati nelle grinfie dei talebani, ma gli afghani restano esseri umani e meriterebbero un po’ più di attenzione quando accadono tragedie come questa. Come il violento terremoto di 6.2 nel Nord-Ovest dell’Afghanistan, seguito da almeno altre 4 potenti scosse nel giro di pochi minuti.
Oltre 1.300 case sono state totalmente o parzialmente distrutte dalla prima scossa, che ha avuto una profondità di 10 chilometri e si è verificato a Islam-qala, una città di confine nella provincia occidentale di Herat, vicino al confine tra Afghanistan e Iran. A infierire altri pesanti colpi le forti scosse successive, tutte ravvicinate. Parliamo di un’area altamente sismica.
Terremoto in Afghanistan: il bilancio
Il bilancio è pesantissimo ma purtroppo provvisorio poiché occorrerà scavare per molti giorni sotto le macerie degli edifici sbriciolati. Ad oggi si parla di oltre 2mila morti e circa 10mila feriti.
I media occidentali ne hanno parlato poco, quelli italiani quasi niente. Gli Usa si diedero alla fuga il 30 agosto dell’anno scorso, lasciando il paese di nuovo nelle grinfie dei talebani. Dopo l’invasione del 2001 il paese è rimasto sostanzialmente lo stesso, senza alcun progresso.
Ciò che interessava era il gas, tanto da inscenare qualcosa come l’11 settembre (che serviva anche per invadere l’Iraq). Ma ora è un paese lontano, che lascia indifferenti. Anche dinanzi a tragedie come questa.
Qui abbiamo parlato della fuga americana dall’Afghanistan.
Fonte: LaRepubblica
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