La Terra dei fuochi compie trent’anni: quasi 50mila morti

La Terra dei fuochi compie trent’anni: quasi 50mila morti

Acerra è la capitale della Terra dei fuochi, con il record nazionale di incidenza di cancro in Italia al 2018.

Nel 2013 l’Italia sembrò interessarsi della piaga che funesta la Campania, chiamata inequivocabilmente Terra dei fuochi. Si ricorderanno le tante trasmissioni che se ne occuparono, così come i Vip che sui Social esponevano un cartellone con su scritto che avevano simbolicamente “adottato” un Comune di quella zona.

All’epoca già parlammo di un’inutile campagna di sensibilizzazione più utile a loro per farsi pubblicità. Mentre dal palco di Piazza Plebiscito a Napoli Gigi D’Alessio, in piena campagna elettorale per il centro-destra, disse che in Campania solo il 2% della terra fosse inquinata.

Nel 2013 si tenne anche un’audizione in Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica Italiana, con il Professor Antonio Marfella, il Dottor Gaetano Rivezzi e il prete anti-camorra Padre Maurizio Patriciello. In quell’audizione denunciarono diversi misfatti di quella terra, lanciando anche delle previsioni che si sono drammaticamente verificati.

Acerra capitale della Terra dei fuochi

Come riporta sul blog su Il fatto quotidiano, l’oncologo Marfella denuncia trent’anni almeno di roghi in Campania e il fatto che il TSD calcolato al 2018 per la sola città di Acerra (di circa 59mila abitanti) è pari a 1073/100mila abitanti.

Particolarmente drammatico il caso di Acerra:

Acerra, sede del più grande inceneritore di Italia a partire dal 2009, e declarata colpita da disastro ambientale nel 2006 dal Governo Prodi, al 2018 diventa quindi la città con il record nazionale di incidenza di cancro in Italia al 2018. Sondrio registra al 2017 un TSD di 809/100mila

Marfella denuncia anche il fatto che il dato, per quanto clamoroso, viene completamente taciuto in Regione Campania e, in maniera semplicemente criminale, taciuto o minimizzato anche dagli stessi suoi colleghi, che definisce “medici negazionisti di regime“.

Infine, il dottor Marfella si dice rammaricato di non essere riuscito ad evitare la malattia e la morte di non meno di 48mila innocenti cittadini campani.

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