Tecnologia e fisiologia: rischi e opportunità per gli esseri umani

Tecnologia e fisiologia: rischi e opportunità per gli esseri umani

La tecnologia si occupa primariamente di creare degli amplificatori o riduttori di segnale affinché questi poi possano rientrare nel campo dei nostri sensi.

Molto spesso sentiamo parlare di nuove e più capaci tecnologie in grado di migliorare le prestazioni delle macchine che utilizziamo tutti i giorni, con nuove telecamere in grado di farci vedere in ultra HD le immagini, o ascoltare suoni purissimi con delle cuffie da fantascienza.

Eppure i costruttori di tutte queste tecnologie dimenticano che, sebbene in effetti possano migliorare la qualità video o audio ed in generale le nostre percezioni della realtà o il modo con cui ci confrontiamo con essa, il vero limite del miglioramento non è rappresentato da strumenti sempre più efficienti, ma dagli organi ed apparati dell’organismo a cui si rivolgono.

Ad esempio se usassimo un apparecchio acustico per la sordità e non ne fossimo affetti, non ci gioveremmo affatto delle sue qualità che sono invece predisposte per far tornare nei limiti del possibile verso la normalità persone che hanno un difetto di questo organo del sensorio.

Alla stessa stregua non vedremmo meglio con le lenti di un miope se fossimo emmetropi (cioè con la vista normale), mentre chi presenta questo disturbo ne trarrà di sicuro giovamento.

La tecnologia in ambito sanitario

Ciò ci fa facilmente comprendere che la tecnologia in generale così come del resto si fa in ambito medico con la farmacologia o la chirurgia, punta al ripristino ove possibile di condizioni di normalità e non già di prestazioni da supereroi.

È vero che un telescopio ci consente di vedere gli anelli di Saturno, cosa impossibile all’occhio umano, ma in realtà riporta solo nel campo del visibile una magnificazione di una immagine che comunque deve essere colta dalla nostra vista nel suo intervallo delle onde elettromagnetiche che lo ricordo oscillano fra i 400 e 700 nanometri vale a dire dell’ordine di milionesimi di millimetro ambito irraggiungibile per la nostra “modesta” vista.

La tecnologia quindi si occupa primariamente di creare degli amplificatori o riduttori di segnale affinché questi poi possano rientrare nel campo dei nostri sensi a cui risulterebbero impercettibili; pensiamo per esempio agli ultrasuoni o agli infrasuoni che alcuni traspositori di segnale riescono a farci ascoltare portandoli nel campo dell’udibile, o ai segnali radio-tv che senza un decodificatore ci risultano assolutamente inaccessibili, compresi quelli di internet e della telefonia in generale, e questo discorso si applica ovviamente a tutto il campo delle onde elettromagnetiche, la cui grande maggioranza non era nota almeno non fino agli studi di Maxwell nel 19° secondo, quando finalmente si capì che erano una grande famiglia la cui unica differenza consta di lunghezza e ampiezza, le due caratteristiche che le definiscono.

Il fatto che noi tramite i nostri sensi riusciamo a captarne solo una piccola frazione è solo dovuto al fatto che per la nostra sopravvivenza e conoscenza dell’ambiente sono sufficienti, mentre sappiamo benissimo che vi sono altri viventi che possiedono una gamma molto diversa dalla nostra nella percezione sensoriale, ma sempre per lo stesso motivo, ossia procurarsi di che vivere.

L’unica differenza è che con i nostri strumenti tecnologici noi possiamo spingerci molto più in là, e lo scopo di questi scritti è capire solo qual è questo limite.

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Riepilogo dell'articolo

Pubblicato da Francesca Silvana Scoppio

Medico chirurgo specialista in medicina interna e attualmente presto servizio nella ASL di Bari.

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