Individuata una stella heartbeat su cui si infrangono periodicamente colossali onde di marea alte milioni di chilometri.
Uno dei miei film preferiti è Big Wednesday (Un Mercoledì da Leoni) di John Milius, che segue le vicende di tre ragazzi, Matt, Jack e Leroy, che condividono la passione per il surf, nell’America degli anni a cavallo della guerra nel Vietnam.
Di conseguenza, non poteva che stuzzicare la mia curiosità la notizia che un astrofisico americano ha scoperto una stella su cui si infrangono onde alte circa quattro milioni e mezzo di chilometri, cioè tre volte quanto il Sole!
Ovviamente non stiamo parlando di onde marine, quanto piuttosto di gas incandescente, che vengono comunque definite onde di marea.
La stella che le genera, di cui andremo presto a fare la conoscenza, è di tipo “heartbeat” (traducibile come battito cardiaco), ma è stata scherzosamente rinominata “heartbreak” (cioè, crepacuore o cuore infranto) per la sua straordinarietà.
Pulsazioni di una stella MACHO
Le stelle heartbeat sono delle binarie che orbitano molto vicine l’una all’altra e sono così chiamate perché presentano delle pulsazioni periodiche di luminosità, come battiti cardiaci.
Questo perché, quando si avvicinano particolarmente tra loro, la gravità genera delle onde (come la Luna fa con la Terra) che stiracchiano la forma delle stelle, alterando la quantità di luce visibile a seconda se rivolgono alla Terra il loro lato ampio o stretto.
Il sistema oggetto dell’articolo è chiamato MACHO 80.7443.1718, in quanto le pulsazioni luminose furono rilevate per la prima volta negli anni 90 del secolo scorso dal Project MACHO, e la stella principale ha una massa pari a 35 volte quella solare.
Comunemente le stelle heartbeat mostrano una variazione di luminosità intorno allo 0.1%, ma MACHO 80.7443.1718 raggiunge degli straordinari picchi del 20% in più o in meno.
Là dove si infrangono le onde stellari
Per svelare il mistero, l’astrofisico Morgan MacLeod del Center for Astrophysics | Harvard & Smithsonian, col supporto del prof. Avi Loeb, ha creato un modello al computer del sistema, come riporta l’istituto stesso sul proprio sito.
Le simulazioni mostrano come le immense onde di cui sopra siano inizialmente lisce e ben organizzate, salvo poi ripiegarsi su se stesse e infrangersi sulla superficie della stella principale, esattamente come le onde marine fanno sulla Terra.
Il potente schianto, che con la sua energia sarebbe in grado di disintegrare centinaia di volte la Terra, ha due effetti:
- fa ruotare la superficie della stella sempre più velocemente;
- scaraventa gas stellare verso l’esterno, a formare un’atmosfera rotante e luccicante.
Ciò avviene circa una volta al mese, quando le stelle si avvicinano l’una all’altra. Cumulativamente, queste interazioni hanno fatto sì che la stella più grande presenti un rigonfiamento equatoriale di circa il 50% in più che ai poli.
Alla ricerca di altri scintillanti cuori infranti
Per quanto al momento senza precedenti, MACHO 80.7443.1718 probabilmente non è unica nel suo genere. Delle circa 1000 stelle heartbeat scoperte finora, infatti, una ventina mostrano sbalzi di luminosità simili.
MacLeod, quindi, ha già in programma di cercare altre stelle “heartbreak”, sfruttando in particolare il segno rivelatore rappresentato dalle scintillanti atmosfere generate dall’infrangersi di onde colossali.
Così facendo sarà possibile migliorare le nostre conoscenze riguardo l’impatto di interazioni ravvicinate sull’evoluzione delle stelle.
E mi piace immaginare di vedere Matt, Jack e Leroy cavalcare insieme le loro tavole sulla cresta dell’onda stellare perfetta.
(Originariamente pubblicato su Storie Semplici)