Sommergibile Titan, altro che maledizione: si tratta di stupidità

Sommergibile Titan, altro che maledizione: si tratta di stupidità

DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO: 22 Giugno 2023

Sono ancora in pieno svolgimento le ricerche del sommergibile Titan, una sonda che scende fino in profondità per mostrare a pochi miliardari eletti, i resti del celebre Titanic.

Come riporta Open, navi e aerei statunitensi e canadesi sono arrivate nell’area a circa 900 miglia (1.450 km) a est di Cape Cod. E hanno immerso alcune boe sonar in grado di monitorare fino a una profondità di 13.000 piedi (3.962 metri), U.S. La compagnia privata che gestisce il sottomarino, OceanGateExpeditions, ha dichiarato lunedì in una nota che sta «mobilitando tutte le opzioni» per salvare le persone a bordo.

Tra i pochi passeggeri sulla carta fortunati, ma di fatti diventati sfortunati, ci sono il miliardario britannico Hamish Harding; Shahzada Dawood, fiduciario dell’Istituto SETI; suo figlio Sulemane Stockton Rush; il CEO della stessa OceanGate; l’esploratore francese Paul-Henry Nargeolet di 73 anni. Ogni biglietto costa 250mila dollari.

I media hanno rievocato la famosa “maledizione del Titanic“. Tuttavia, a guardare bene come si svolge il tutto, si può parlare di stupidità umana. Ecco perché.

Come funziona il sommergibile Titan

A ricostruire come funziona il sommergibile Titan è il sempre prezioso Massimo Mazzucco sul proprio profilo Facebook.

Si parte dal fatto che

l’unico modo di comunicare fra nave madre e sommergibile è un sistema di messaggini tipo SMS, che funziona solo se il Titan si trova sotto la verticale della nave. Se per caso la corrente lo porta fuori rotta, perde ogni comunicazione. (Sott’acqua la radio non è utilizzabile, perchè le onde radio non viaggiano nell’acqua).

Poi c’è la questione buio più totale

Dopo pochi minuti di immersione il Titan si trova nel buio più assoluto. (Il Titan è dotato di luci esterne, che però possono illuminare fino ad un massimo di 30 mt.). Per raggiungere il Titanic (il relitto della nave sommersa), il piccolo sottomarino deve seguire le indicazioni che arrivano via SMS dalla nave madre. In altre parole, naviga alla cieca.

Le difficoltà di essere ripescato

In caso di emergenza il Titan ha diversi sistemi che gli permettono di riemergere in superficie, ma si troverebbe comunque a galleggiare nel mezzo dell’oceano senza possibilità alcuna per gli occupanti di tornare a respirare aria fresca: il portellone infatti è sigillato con 17 bulloni che si possono aprire solo dall’esterno.
Gli occupanti quindi, dal momento in cui perdono contatto, hanno le ore contate per essere ritrovati: sono le ore che gli concede la riserva di ossigeno, sia che si trovino sott’acqua sia che si trovino in superficie.

Infine, il poco ossigeno a disposizione:

E qui viene la parte più interessante: da quel che sono riuscito a capire, il Titan utilizza un sistema di riciclo dell’aria simile al “magico” PLSS degli astronauti: un sistema apposito rimuove l’anidride carbonica emessa durante il respiro, per cui gli occupanti del sub possono continuare a respirare aria pulita. Ma solo fino a 90 ore in ogni caso.

Qui il post originale di Mazzucco

Insomma, una vera Mission impossible, giusto per citare Tom Cruise in visita a Roma proprio in questi giorni. Ma anche un vero disprezzo per la vita e il non sapere come spendere i propri soldi…

AGGIORNAMENTO 22 GIUGNO

I resti del sommergibile sono stati ritrovati proprio vicino al Titanic, il che lascia supporre una implosione interna che non ha lasciati scampo ai passeggeri.

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