In questi mesi si è detto che, grazie alla Pandemia del Covid-19, l’importanza della Sanità pubblica sia stata rivalutata e riscoperta. A fronte del continuo dissanguamento degli ultimi 40 anni, tra tangenti, incompetenza, raccomandazioni, tagli dei governi susseguitisi e ruberie varie.
Il governo Draghi non può mancare ovviamente alla lista. Con il Ministro Brunetta ha presentato nei giorni scorsi al Senato il DL 80/2021, con cui si appresta a fare una “piccola grande rivoluzione” nel mondo del lavoro pubblico.
Ma riforma ormai da tempo fa rima con precarizzazione e riduzione dei diritti sociali.
Ecco cosa contiene il Decreto legge presentato dal redivivo Brunetta riservato alla Sanità.
Riforma Brunetta Sanità cosa prevede
Come riporta Contropiano, per quanto riguarda per il reclutamento di professionisti iscritti ad albi (come Infermieri, Medici e Professioni Sanitarie), le pubbliche amministrazioni potranno ricorrere più facilmente a tipologie di contratto quali:
- Contratto di lavoro subordinato a tempo determinato;
- Conferimento di incarichi di collaborazione con contratto di lavoro autonomo.
Ciò si traduce in un solo termine: precariato.
Per essere assunti i professionisti dovranno iscriversi in un apposito elenco digitale sul Portale del reclutamento del Dipartimento della funzione pubblica.
Il rinnovo dei contratti sarà commisurato al raggiungimento degli obiettivi valutato annualmente. In caso di mancato raggiungimento vi è l’impossibilità di rinnovo per legge. Con rischio svuotamento del personale per tempi non prevedibili.
La durata massima dei contratti sarà comunque di 3 anni + 2 rinnovabili.
Per quanto riguarda gli incarichi di collaborazione, il conferimento avverrà con procedure “più accurate e maggiormente comparative di quelle previste fino a ora”.
Concorsi Sanità addio: si procede per curriculum
Si va quindi verso un addio ai concorsi. Il Dl Brunetta prevede infatti che la selezione avverrà prima di tutto scremando fra i curricula e con modalità di comparazione dei profili avvalendosi anche di test digitali, perfino a distanza.
Se è vero che dare maggiore peso ai curriculum rispetto ai test può significare anche dare più importanza a chi ha acquisito dei titoli ed esperienze pregresse e meno alla fortuna di superare test che spesso vengono pure imparati a memoria, è anche vero che si rischia di dare maggiori possibilità a chi ha più soldi per conseguire corsi di perfezionamento e Master. E/o chi ha avuto spintarelle per fare brevi esperienze nella Sanità.
Ma da un Governo guidato da Draghi, personaggio che dal Britannia in poi professa e concretizza lo smantellamento dello Stato italiano, non mi aspettavo un ritorno alla Sanità pubblica eccellente. Che forse in Italia non è mai davvero esistita.
O almeno, tanti medici sono bravi, ma è il sistema ad essere farraginoso. E si è quasi sempre costretti a ricorrere al privato per accelerare i tempi per ottenere una visita.
Qui ho riportato tutti i tagli perpetrati dai governi susseguitisi in questi anni.