Salario minimo, quando Fratelli d’Italia lo propose nel 2019

Salario minimo, quando Fratelli d’Italia lo propose nel 2019

Una proposta di legge firmata dal deputato di Fratelli d’Italia Walter Rizzetto indicava come avrebbe dovuto essere il Salario minimo.

Il Governo Meloni è contrario all’istituzione di un salario minimo, tanto auspicato dal Partito democratico che però ha governato ininterrottamente dal 2013 al 2022 senza mai istituirlo. La Premier ritiene che stabilire un salario minimo possa avere l’effetto nefasto di peggiorare il livello dei salari, visto che molti che pagano di più, finirebbero per abbassarli e adagiarli al minimo sindacale. Non disdegnando comunque un confronto con le opposizioni.

In realtà, questo rischio paventato da Giorgia Meloni è smentito da quanto accade per esempio in Germania, dove il “Mindestlohnesiste da 8 anni ed è stato alzato a 12 euro l’ora.

Detto ciò, proprio Fratelli d’Italia aveva proposto nel 2019 l’istituzione di un salario minimo.

Quando Fratelli d’Italia propose un salario minimo

Come riporta Il fatto quotidiano, il deputato di Fratelli d’Italia Walter Rizzetto – oggi presidente della Commissione Lavoro della Camera – presentò un progetto di legge intitolato “Istituzione del salario minimo orario nazionale“. Nella premessa scrive proprio di non concordare con

la tesi espressa da alcune organizzazioni sindacali, le quali affermano che avrebbe effetti negativi, poiché porrebbe le basi per una diminuzione dei salari nel medio termine

Al contrario, sostiene Rizzetto

è un provvedimento necessario per sostenere i lavoratori più marginali e riconoscere il lavoro come strumento di dignità, in coerenza con i fondamentali princìpi della Repubblica

Proseguendo nella lettura del progetto di legge, si legge la necessità della sua istituzione:

L’adozione di misure di contrasto alla piaga del lavoro sottopagato dovrebbe rappresentare un‘emergenza (…) va affrontata prioritariamente, considerando che la sua diffusione, oltre a mortificare la dignità dei lavoratori, ostacola i consumi e impedisce all’Italia di crescere e di uscire dall’attuale stato di crisi

un efficace strumento per garantire una maggiore equità e tutelare la posizione di debolezza del lavoratore nell’ambito del rapporto di lavoro” e la sua assenza “nel tempo ha contribuito all’aumento delle diseguaglianze e a discriminare le categorie di lavoratori che non sono tutelate dai contratti collettivi nazionali”.

dove la contrattazione è più debole, un salario minimo è indispensabile, mentre, laddove la contrattazione è ancora forte, un salario minimo può essere un valido complemento

Poi viene individuata una categoria destinataria:

il minimo dovesse applicarsi “a tutte le categorie di lavoratori e di lavoratrici per i quali la retribuzione minima non sia individuata dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL)” ma anche nei casi in cui “tali contratti stabiliscano un corrispettivo minimo orario inferiore

Salario minimo, la proposta di legge di FdI nel 2019

Altro aspetto interessante della proposta di legge targata FdI era la fissazione della cifra a una Commissione nominata dai presidenti delle Camere. I cinque componenti avrebbero dovuto comunque individuare un livello non inferiore al 50% della retribuzione media e adeguarlo poi in base a tre indicatori:

  1. un fattore di proporzionalità regionale;
  2. un indicatore della produttività del lavoro;
  3. il tasso di occupazione regionale.

Infine, era prevista anche una sanzione salata per i datori di lavoro che avessero violato la legge, da 60 a 120mila euro. In caso di violazione reiterata, sarebbe scattato pure il divieto di partecipare a gare d’appalto pubbliche per tre anni.

Insomma, una proposta decisa e articolata, che oggi in casa Meloni sembra dimenticata. Come tante avanzate negli ultimi 10 anni in Tv…

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Grazie per aver votato!

Pubblicato da Carlo Brigante

Mi definisco un "ribelle" del web

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