Salario minimo anche in Italia? Cosa prevede l’Unione europea

Salario minimo anche in Italia? Cosa prevede l’Unione europea

Unione europea approva Salario minimo

Decisione importante quella di oggi da parte della Commissione per l’occupazione e gli affari sociali del Parlamento europeo (Empl). L’Unione europea ha di fatto riconosciuto lo strumento del Salario minimo, stabilendo così un accordo di massima per una direttiva. Che però, meglio ricordarlo, non obbliga i paesi membri ad inserirlo nel proprio ordinamento.

Queste le parole soddisfatte del presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen:

Nei nostri orientamenti politici abbiamo promesso una legge per garantire salari minimi equi nell’Ue. Con l’accordo politico di oggi sulla nostra proposta su salari minimi adeguati, portiamo a termine il nostro compito. Le nuove regole tuteleranno la dignità del lavoro e faranno in modo che il lavoro paghi

Salario minimo come funziona

Come riporta ANSA, la copertura della contrattazione collettiva dovrebbe venir fissata in una soglia compresa tra il 70% e l’80%. Nei paesi dove già esiste, viaggia tra i 332 euro mensili della Bulgaria e i 2.257 euro del Lussemburgo. In Germania è pari a 1.621 euro.

La discussione riguarderebbe anche le definizioni stesse di salario ‘adeguato’ e ‘minimo’. Occorrerà quindi trovare un accordo di massima tra le varie istanze dei paesi europei. In particolare, i cosiddetti paesi frugali del Centro-Nord Europa e quelli più bisognosi di strumenti sociali come quelli del Sud Europa. Tra cui il nostro.

Italia unico paese del Mediterraneo a non averlo

L’Italia è deficitaria anche sul salario minimo. E peraltro è l’unico paese del Mediterraneo, oltre alla piccola Cipro, a non avere questo strumento. Gli altri sono l’Austria e tre paesi scandinavi: Danimarca, Finlandia, Svezia. Nei quali però vigono altri ammortizzatori sociali.

Vedremo se il nostro paese lo inserirà e se non si ripeteranno storture come quelle verificatesi per il sempre discusso Reddito di cittadinanza. Contro il quale Renzi sta promuovendo perfino un referendum abrogativo (ne abbiamo parlato qui).

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