Pollica, tra alghe e lidi sovraffollati: tradito il sogno di Vassallo

Pollica, tra alghe e lidi sovraffollati: tradito il sogno di Vassallo

Dopo la morte del sindaco Angelo Vassallo, il come di Pollica e le sue frazioni sembrano finite preda del solito turismo di massa.

Quando sono stato per la prima volta ad Acciaroli, 15 anni orsono, dissi subito: “quando morirò disperdete le mie ceneri in questo mare“. Non so se qualcuno lo farà e ad Acciaroli (frazione marina del comune di Pollica), ormai manco, per motivi vari, da quasi 10 anni. Tuttavia, stando a quanto leggo da un rammaricato articolo sul Corriere del Mezzogiorno, le cose in quella perla del Cilento, così lontana dalle brutture del turismo di massa, stanno cambiando. E purtroppo in peggio.

Del resto, i rischi dall’uccisione del suo angelo di nome e di fatto, il sindaco Vassallo, c’erano tutti. Avvenuta il 5 settembre 2010 e ancora senza alcun condannato, sebbene ci siano vari indagati e di vario genere (camorristi, imprenditori e perfino carabinieri).

D’altronde, nei suoi quattro mandati da Sindaco di Pollica (dal 1995 al 1999, dal 1999 al 2004 e dal 2005 al 2010, il quarto iniziato da marzo, dopo aver ottenuto il 100% dei voti) di nemici in loco ne aveva guadagnati tanti. La sua attenzione per il territorio, contrastando la speculazione edilizia, la vendita di droga, e preservando il decoro ambientale, non poteva produrre altrimenti.

Ma oggi Acciaroli rischia di finire nelle solite fauci che distruggono le località balneari italiane, spinte dalla bramosia di profitto di imprenditori senza scrupoli, assecondati da prezzolati politici locali.

Il mare di Pollica ha smesso di essere blu

Come scrive Eduardo Cycelin sul Corriere del Mezzogiorno, infatti:

Il mare di Pollica è a vista d’occhio meno bello degli anni scorsi, ma se lo si dice ad alta voce tutti qui negano e si offendono. Lontane le battaglie del Sindaco pescatore, Angelo Vassallo. Anche il mare ha smesso di essere blu. Strisce biancastre di misteriose bolle galleggianti vanno e vengono da luoghi misteriosi per i bagnanti, sconosciuti anche ai tecnici dell’Arpa. L’acqua che fu la più trasparente del golfo quest’estate evita di mostrare il fondo. Si è fatta torbida per una sorta di malsano pudore, come per nascondere i difetti del tempo che passa (…) Si vocifera di strane fioriture di alghe, fenomeno troppo recente per essere archiviato tra le ricorrenze naturali

Cycelin poi ricorda che

Pollica è un Comune che si estende frazionandosi in collina (Cannicchio, Celso e Galdo) e sul mare (Acciaroli e Pioppi). Nell’immaginario collettivo invece Pollica è solo il bel borgo marinaro di Acciaroli, scena mitica del sindaco pescatore eletto negli anni Novanta, quando il porto costruito nei Settanta e un’urbanizzazione selvaggia iniziata nei Sessanta ne avevano già alterato l’antica fisionomia. Questo è il punto dolente

Poi passa ai meriti di Vassallo

I meriti di Vassallo, eletto quando Acciaroli aveva smesso da decenni di essere la cartolina del ricordo, furono la tenacia quotidiana e il metodo puntuale con i quali lavorò alla messa in forma di un nuovo destino turistico, favorendo il maquillage dell’edilizia privata e pubblica, organizzando due servizi di qualità (depurazione delle acque, raccolta rifiuti) e promuovendo lo sviluppo del porto. 

Senza rinnegare neanche rimpiangendo il passato, il bravo sindaco pensò il suo paese in concorrenza con i luoghi più affollati delle costiere sorrentina e amalfitana. L’idea non molto originale ma all’epoca efficace grazie a un buon rapporto con la Regione e a un sapiente utilizzo dei fondi europei, era di offrire al turismo di massa allora in voga l’alternativa di spiagge grandi, mare pulito e una gestione efficiente dei flussi (pedonalizzazione, parcheggi)

Poi la stoccata mediatica

Magari aiuterebbe se la Rai con speciali e servizi dedicati la smettesse di propagandare la favoletta della capitale della bandiera blu, della dieta mediterranea e del turismo di qualità

Pollica preda del turismo di massa

L’autore dell’articolo (già, tra le altre cose, direttore generale della Fondazione Donnaregina e direttore del MADRE) poi parla della Pioppi di oggi, non diversa da altre mete turistiche ormai preda del turismo trash:

Qui le spiagge sono superaffollate, i lidi privati hanno letteralmente invaso l’arenile schiamazzando fino al tramonto; i tre, forse quattro ristoranti di livello tra Acciaroli e Pioppi hanno chef giovani di formazione internazionale capaci di manomettere gli ingredienti in modi artificiosi e giusti, altrove anche in collina la cucina è modesta se non dozzinale quando mai mediterranea; la moltitudine dei turisti, diciamo meglio: dei villeggianti, è un’orda subumana che si muove a ondate tra bar, pub e pizzerie. Non c’è una politica culturale né sul mare né in collina. Musica e teatro neanche a parlarne. Nell’attesa delle solite sagre mangerecce dei comuni limitrofi, nel porto di Acciaroli vige un calendario quasi clandestino delle presentazioni librarie di Feltrinelli alle quali partecipa un pubblico minoritario, in media tra i venti e i cinquanta spettatori a incontro. Nella piazza di Pollica si va avanti tra spaventosi karaoke e partite di pallone che appassionano solo i contendenti, i quali si divertono attentando alle saracinesche dei negozi e alla quiete del circondario

A Pollica sono poi poco promossi gli eventi culturali di qualità

Ultima, beffa, conclude Cycelin, è la scarsa promozione degli eventi culturali di qualità:

In compenso nel castello pare si svolgano di tanto in tanto pensosi e importanti conciliaboli sul tema della dieta mediterranea, Sacro Graal della politica locale in cerca di risorse comunitarie e di un po’ di visibilità. Turisti e paesani non sono invitati. Nessuno conosce il programma, se non gli addetti ai lavori. Dicono che si faccia formazione internazionale incrociando le pratiche antiche del luogo con i saperi moderni. Il sospetto della supercazzola aleggia nelle vecchie strade del paese

Ora non è detto che sia tutta fuffa quella che si propaganda nel castello di Pollica, nel museo del mare di Pioppi, sui giornali, sui libri, in televisione. Diciamo però che il peggioramento delle spiagge e del mare, l’assenza di vita sociale e culturale con l’aggravante di un certo degrado strapaesano, l’incapacità politica di immaginare qualche correttivo, anzi la negazione pervicace di ogni evidente problema, sono segnali chiari e inquietanti

Se questo è lo scenario, forse è meglio che ad Acciaroli non ci torni più.

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