Open to Meraviglia, che figuraccia: tutti gli errori dalle immagini alle traduzioni

Che l’Italia non sia in grado di gestire e promuovere il proprio immenso patrimonio culturale, è cosa nota. E ci viene ricordato tutti i giorni. Il che è un vero peccato, visto che, proprio qualche giorno fa, tessevo le lodi dell’attuale Ministro dei beni culturali. Ma, a quanto pare, molto c’è da fare per il Ministero del turismo. Ultimo caso quello della campagna promozionale “Open to Meraviglia“.

Campagna che aveva già suscitato polemiche e ironie sul web per il fatto che avesse come simbolo una Venere di Botticelli moderna, in versione Julia Roberts in “Mangia prega ama” (Eat Pray Love, ma poteva andare peggio, si pensi a Pretty Woman). Ma anche influencer, forse ispirata a Chiara Ferragni. Ma questa è solo la parte minore del problema e in fondo passabile, perché l’arte deve essere viva e sempre pronta a sfidare i secoli.

Infatti, Open to Meraviglia è un ammasso di strafalcioni, errori grossolani. Che nemmeno la Proloco di un paesino per promuovere una sagra locale compirebbe.

Tutti gli errori di Open to Meraglia

A raccogliere tutti i vergognosi errori compiuti per la campagna Open to Meraviglia dal Ministero del turismo (che ricordiamo, è guidato da Daniela Santanchè, imprenditrice del settore), ci ha pensato Il Fatto quotidiano.

Si va dal dominio non registrato alle immagini della Venere di Botticelli prese dai cataloghi gratuiti in Rete, passando per alcuni frame del video di accompagnamento (di una cantina slovena) acquistati da una piattaforma stock e le foto a bassa risoluzione da whatsapp messe online senza essere rinominate, fino alle traduzioni grossolane dall’italiano al tedesco. Quelle per intenderci, che fa Google Translate, in modo rapido e gratuito. Ed ecco che Camerino diventa Garderobe e Prato si trasforma in Rasen.

Il Ministro Santanchè si è affidato all’Agenzia pubblicitaria più importante d’Italia: la Armando Testa, contattata da Il Fatto per avere delle spiegazioni in merito ma risultava chiusa per il ponte del 25 aprile.

Comunque, qualche accorgimento è stato già fatto, mentre la bistrattata lingua tedesca è stata per ora rimossa, in attesa di traduzioni migliori. Peccato, visto che di tedeschi in Italia ne arrivano centinaia di migliaia ogni anno.

Un disastro che ricorda quanto avvenne col portale Very bello, quando al governo c’era il centro-sinistra. Insomma, si susseguono i governi, cambiano i colori, ma i problemi restano quelli enunciati nell’incipit.

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