Il virus non è di recente scoperta, ma sta facendo parlare di sé perché sono in aumento i casi e le vittime. Parliamo del Nipah, un virus pleomorfo a guscio, il cui genoma è costituito da un RNA a singolo filamento con un valore negativo.
Nipah è una zoonosi classica, vale a dire un’infezione che viene trasmessa dagli animali all’uomo. Fanno parte di questa “famiglia” altri virus che conosciamo purtroppo bene, come Ebola e Coronavirus. Il tasso di mortalità del virus è stimato dal 40% al 75%.
Come detto, non è un virus di recente identificazione. Infatti, è stato isolato per la prima volta nel 1999 durante un focolaio di malattia tra gli allevatori di suini in Malesia. Allora, secondo i dati ufficiali definitivi, sono stati rilevati 265 casi di infezione, di cui 108 hanno avuto un esito fatale.
Purtroppo, negli anni successivi è ricomparso a più riprese. Nel 2001, il virus Nipah è stato registrato per la prima volta in Bangladesh e da allora si sono verificati focolai della malattia quasi ogni anno nel paese. La mortalità durante la prima epidemia è stata del 69%, nel 2013 questa cifra è salita all’83%.
In India si sono verificati anche focolai di infezione, anche se non così spesso. Questo è successo per la prima volta vicino al Bangladesh, nel Bengala occidentale, nel 2001. La seconda ondata è stata registrata nella stessa regione nel 2007, quindi il virus Nipah è stato confermato in cinque persone, tutte morte. Nel maggio 2018, sono stati rilevati 18 casi di malattia nello stato indiano del Kerala, mentre sono morte 17 persone.
E veniamo all’oggi. Nel settembre 2024, un’altra ondata di questa infezione si è verificata nello stesso stato nella città di Kozhikode. Secondo i resoconti dei media locali, una persona infetta è già deceduta. A oggi le persone infette sono 175.
Vediamo come si trasmette il Virus Nipah, i sintomi e la cura.
Come si trasmette il Virus Nipah
Come riferisce Izvestija, a trasmettere il virus Nipah sono pipistrelli carnivori della famiglia Pteropodidae, specie appartenenti al genere Pteropus. Può essere trasmesso agli esseri umani mangiando carne cruda di animali infetti o contattando le loro secrezioni. Daniel Anderson, virologo del Royal Melbourne Hospital in Austria, osserva che il virus non è così comune tra le persone come altre infezioni di origine animale. Ciò riduce la probabilità che vada oltre l’India.
Siamo però al solito problema: virus che in certi paesi sono “normale amministrazione“, che possono subire variazioni e diventare epidemici prima e pandemici poi.
Sintomi della Nipah
Il virus Nipah provoca una malattia in varie manifestazioni: da asintomatica (subclinica) a malattia respiratoria acuta ed encefalite mortale. Innanzitutto, si sviluppano sintomi, tra cui temperatura elevata, mialgia (dolore muscolare), vomito e mal di gola. Successivamente, possono seguire vertigini, sonnolenza, coscienza alterata e segni neurologici.
E’ possibile osservare SARS e gravi problemi respiratori, inclusa l’insufficienza respiratoria. In casi particolarmente gravi, si sviluppano encefalite e convulsioni, che portano al coma dopo 24 – 48 ore.
Secondo gli esperti, di solito il periodo di incubazione dura da 4 a 14 giorni. Tuttavia, ci sono stati casi in cui il periodo successivo all’infezione prima dello sviluppo dei sintomi era di 45 giorni.
La maggior parte delle persone sopravvissute all’encefalite acuta sono completamente ripristinate, ma tra queste sono state registrate anche conseguenze neurologiche a lungo termine. Pertanto, circa il 20% dei pazienti soffre di disturbi convulsivi e alterazioni della personalità. Un piccolo numero di persone in recupero ha successivamente una ricaduta.
Come si cura la Nipah
Ad oggi non esiste un vaccino, sebbene sia in dirittura d’arrivo, come rischesto dall’OMS. Il paziente viene monitorato in ospedale dal punto di vista respiratorio e cardiologico. Occorre dunque puntare molto sulla prevenzione e fondamentale diventa curarsi ai primi sintomi.
Per evitare la Nipah, si consiglia di evitare il contatto con animali malati, lavare accuratamente le mani con sapone e utilizzare prodotti antisettici. Occorre poi lavare frutta e verdura prima dell’uso ed evitare di bere acqua da fonti non verificate.
Occorre prestare particolare attenzione quando ci si reca in paesi come India, Bangladesh ma anche Sudafrica, Cambogia, Ghana, Indonesia, Madagascar, le Filippine e la Tailandia. Dove alcune specie di pipistrelli sono particolarmente pericolose.
In un mondo dove gli spostamenti delle persone tra i paesi sono rapidi e frequenti, e dove la Sanità pubblica viene sempre più dissestata, oltre alla succitata questione manipolazione, un virus remoto non va preso sotto gamba.
Ricevi le news su Telegram o via Mail:
Iscriviti alla nostra Newsletter
Ma come no! Stasera carne cruda di pipistrello ma prima per sicurezza, aspetto che defechi e poi una bella fetta di quella delizia sul pane! Voglio dire che occorrono scarsissime condizioni igieniche per ammalarsi di sto virus, ma non se ne tiene conto! Poi da noi a causa del continuo uso di pesticidi i chirotteri sono quasi del tutto scomparsi per cronica carenza del loro cibo preferito ossia gli insetti. Provate a fare un giro in certe zone di campagna e mettetevi ad ascoltare i volatili, scoprirete che non ce ne sono più e che si sono rifugiati nelle zone urbane dove non si usano veleni per gli insetti. Poveri pipistrelli! Dopo Wuhan un’altra infamante accusa di spargere virus! Ma chi oggi maneggia o mangerebbe un pipistrello dalle nostre parti?