La risoluzione, non vincolante, al punto 8 invita i paesi membri a rimuovere il divieto. Segnando un nuovo passo verso la guerra contro la Russia.
Giovedì 19 settembre è stato compiuto un nuovo passo verso la guerra di tutta l’Europa contro la Russia. Infatti, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che, tra le altre cose,
invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni all’uso dei sistemi d’arma occidentali forniti all’Ucraina contro legittimi obiettivi militari sul territorio russo
Secondo il testo approvato dal Parlamento europeo queste restrizioni ostacolano
la capacità dell’Ucraina di esercitare pienamente il suo diritto all’autodifesa ai sensi del diritto internazionale pubblico» e lasciano l’Ucraina «esposta ad attacchi contro la sua popolazione e le sue infrastrutture»
Qui è possibile visionare il testo completo in italiano. Occorre premettere che il testo non è vincolante, quindi non obbliga i paesi ad allinearsi. Inoltre, ogni parlamentare europeo può votare liberamente, senza dover seguire la linea di tutto il gruppo parlamentare.
Ciò nonostante, è chiaro come la posizione del Parlamento europeo sia emblematica e persegue la scellerata politica filo-americana senza alcuna linea in politica estera chiara e distintiva.
Ma vediamo come hanno votato i partiti e i parlamentari italiani che compongono l’europarlamento.
Chi sono i parlamentari europei che hanno votato per l’uso delle armi occidentali in Russia
Come riporta Pagella politica, la risoluzione non vincolante è stata approvata con il voto favorevole di 425 parlamentari, soprattutto grazie al voto del Partito Popolare Europeo (PPE) e dei Socialisti & Democratici (S&D), i due gruppi più numerosi. Ma anche grazie al voto dei liberali di Renew (il gruppo di cui fa parte Macron) e dei cristiano conservatori di ECR (di cui fa parte Fratelli d’Italia della Meloni)
I voti contrari sono stati 131, mentre gli astenuti 63. Tra i voti favorevoli, ci sono quelli dei parlamentari di Fratelli d’Italia presenti in aula, del Partito Democratico (con due eccezioni) e di Forza Italia. Hanno votato contro invece i parlamentari europei della Lega, del Movimento 5 Stelle, di Europa Verde e di Sinistra Italiana.
Nel PD si sono astenuti l’ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio e l’attivista Cecilia Strada (figlia di Gino), i quali già durante la campagna elettorale avevano criticato l’ipotesi di continuare a inviare aiuti militari all’Ucraina.
Più specificamente, riguardo i singoli punti, per quanto concerne quello cruciale, ovvero il punto numero 8, relativo alla “richiesta agli Stati membri di rimuovere il divieto di usare le armi inviate all’Ucraina per colpire obiettivi in territorio russo“, è passato con 377 voti favorevoli, 191 voti contrari e 51 astenuti. Alcuni parlamentari europei italiani hanno votato in modo diverso rispetto al voto finale.
Ecco com’è andato il voto per partito per partito:
- Tra i parlamentari di Forza Italia hanno votato contro Cristina Chinnici, Salvatore De Meo e Flavio Tosi, mentre a favore si sono schierati Marco Falcone e Massimiliano Salini. Come detto, ma non si avevano dubbi, la maggior parte degli esponenti del Partito Popolare Europeo ha votato a favore.
- Tutti i parlamentari di Fratelli d’Italia hanno votato contro, tranne Lara Magoni e Ruggero Razza: i loro voti risultano favorevoli, ma entrambi hanno detto che si sono sbagliati. Altri esponenti del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei hanno votato a favore.
- Anche la Lega ha votato contro, come gli altri parlamentari del gruppo Patrioti per l’Europa (solo il danese Anders Vistisen ha votato a favore, mentre 14 si sono astenuti).
- Nonostante la maggioranza dei Socialisti & Democratici abbia votato a favore, tra le fila del Partito Democratico hanno votato contro il punto numero 8 della risoluzione nove parlamentari, tra cui Brando Benifei, l’ex sindaco di Bari Antonio, l’ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci, l’ex deputato Alessandro Zan, l’ex segretario del PD Nicola Zingaretti e Strada (Tarquinio non risulta tra i votanti). A favore hanno votato Elisabetta Gualmini e Pina Picierno, mentre si è astenuta Lucia Annunziata. Hanno votato contro, per esempio, l’ex presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, l’ex assessore del comune di Milano Pierfrancesco Maran e l’ex vicesegretaria del PD Irene Tinagli. L’ex sindaco di Bergamo Giorgio Gori, aveva un «impegno istituzionale», ma ha ammesso che avrebbe votato a favore.
- Il Movimento 5 Stelle e Sinistra Italiana hanno votato contro, così come anche i tre parlamentari presenti in aula del gruppo dei Verdi. Tuttavia, questo eurogruppo ha votato a maggioranza a favore. Alla faccia del Pacifismo.
Ricevi le news su Telegram o via Mail:
Iscriviti alla nostra Newsletter