Grazie a un escamotage, Infantino è riuscito a estromettere tutti i continenti sbaragliando le porte all’Arabia Saudita per i Mondiali 2034.
Dopo Qatar 2022, si era ormai largamente convinti che i Mondiali 2030 venissero assegnati all’Arabia Saudita. Per tanti motivi, tra cui il massiccio investimento in termini di immagini che il paese arabo ha messo in campo, a partire dall’aver ingaggiato come CT Roberto Mancini. Per non parlare dei tanti campioni che stanno finendo a giocare lì.
E invece, sono stati assegnati al trio Spagna, Portogallo e Marocco. Mentre tre partite si giocheranno in Sudamerica, precisamente in Uruguay, Argentina e Paraguay. Anche per festeggiare il centenario dei Mondiali (il primo fu vinto proprio dall’Uruguay nel 1930). Invece nel 2026 si giocheranno in Nord America, tra Canada, Stati Uniti e Messico.
L’assegnazione per il 2030 sembra però solo un trucco per assegnarlo quasi scontatamente all’Arabia Saudita nel 2034.
Mondiali 2034 all’Arabia Saudita: ecco perché
Tutto parte dal fatto che, in base al principio della rotazione dei continenti, il Mondiale 2034 sarebbe dovuto spettare a un Paese sudamericano (ultima edizione Brasile 2014), visto che nel 2030 la candidatura congiunta di Spagna, Portogallo e Marocco tocca sia Europa che Africa. Quindi è stato gabbato anche il continente africano. Ma è stato gabbato anche il Sudamerica, poiché nel 2030 tre partite si giocheranno lì, proprio tra due paesi che avrebbero potuto ospitare il mondiale: Argentina e Paraguay.
Se si esclude la piccola Oceania, infatti, tutti gli altri continenti hanno avuto il “loro” Mondiale in anni recenti: l’Asia con Qatar 2022; Nord e Centro America con l’edizione 2026 che si svolgerà tra Stati Uniti, Canada e Messico; e appunto Europa-Africa-Sudamerica nel 2030. Un autentico capolavoro di Infantino.
In un comunicato, fa Fifa ha precisato che per il Mondiale 2034 avranno la precedenza i Paesi affiliati all’Asian football confederation (Afc) e alla Oceania football confederation (Ofc). A meno di sorprendenti e inaspettate candidature da parte di Stati come l’Australia o la Cina, che non sembrano interessate alla cosa (anzi, la Cina da anni si sta defilando dal calcio), l’Arabia Saudita si presenta alla corsa senza rivali.
L’Arabia Saudita si sta rifacendo il look con lo sport
Il regime di Bin Salman ha deciso di puntare forte sul pallone e sullo sport in generale per abbellire la propria reputazione internazionale e nascondere le sistematiche violazioni dei diritti umani. E quindi via a Gran premi di Formula 1, tornei di tennis e di golf, Giochi invernali asiatici da disputare su una montagna costruita dal nulla. E poi i calciatori e le squadre europee: l’acquisto del Newcastle, l’arrivo di Cristiano Ronaldo e poi a cascata di altri campioni sul viale del tramonto.
La Federcalcio saudita punta a
organizzare un torneo di livello mondiale traendo ispirazione dalla continua trasformazione sociale ed economica dell’Arabia Saudita e dalla passione per il calcio profondamente radicata nel paese
si legge nel comunicato del 4 ottobre con cui l’Arabia Saudita si è candidata ufficialmente per i mondiali del 2034. E sicuramente ci riuscirà grazie ai petroldollari da un lato e a questi mezzucci dall’altro. E poco importa se ai sauditi il calcio non piace: nonostante la parata di stelle (seppur decadenti) alle partite della Saudi Pro League assistono in media poco più di 8mila spettatori. Una media che da noi si ve in Serie B.
I risultati più importanti dell’Arabia Saudita nel calcio risalgono a metà anni ’90: gli ottavi di finale a Usa ’94 e la vittoria della Coppa d’Asia nel ’96.
Qui abbiamo parlato di come Infantino somigli a Blatter.
Fonte: Il fatto quotidiano