Medici ucraini assunti senza Green pass: discriminati gli italiani?

Introduzione

L’Italia spalanca le sue porte agli ucraini. Abbiamo buon cuore, sicuramente. Certo, per chi ama andare oltre la superficie, si potrebbe dire che di proteste non se ne vedono rispetto a quando i profughi hanno la pelle scura. Così come invece si vede, quello sì, il solito business dell’accoglienza, che subito ha colto la palla al balzo, tra mancati controlli di chi di dovere e gente senza scrupoli.

Si è creata però una frattura a livello sanitario: se medici e infermieri italiani senza green pass non possono operare, con tanto di sospensione dello stipendio, oltre al discorso dei precari, per gli ucraini si sono aperte subito le porte. Pur non avendo il green pass.

E sono scattate altrettanto immediatamente polemiche e proteste da parte di chi si sente discriminato.

Medici e infermieri ucraini senza green pass potranno lavorare

Come riporta LaRepubblica, I medici, gli infermieri e tutti gli operatori sanitari arrivati in Italia dopo lo scoppio della guerra, il 24 febbraio, potranno lavorare in Italia fino al 4 marzo del 2023in deroga al riconoscimento dei titoli”. Quindi, si soprassiede anche sui titoli che hanno, in barba a chi, in Italia, deve prima superare un test d’ingresso, con pochi posti disponibili, per poi studiare un po’ di anni. Oltre al tirocinio.

Lauree e diplomi ucraini non sono normalmente riconosciuti da noi. Occorre una procedura di conversione lunga e complicata. Ma un decreto legge approvato ad una velocità invidiabile recita che

consente l’esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie e della qualifica di operatore socio-sanitario ai professionisti ucraini che hanno lasciato il paese per il conflitto

Il decreto lascia spazio alle strutture sanitarie per la scelta del contratto: a tempo determinato, con incarichi libero-professionali o di collaborazione.

Medici e infermieri italiani discriminati rispetto agli ucraini?

Le polemiche e le proteste non si sono fatte attendere. Come riporta RomaDailyNews, martedì 29 marzo, per esempio, il movimento politico UCDL – Unione per le Cure, i Diritti e le Libertà – alle ore 11, innanzi al Ministero della Salute in Roma a lungotevere Ripa 1 ha indetto una manifestazione dal titolo “Aiutiamo senza discriminare gli italiani“.

Queste le richieste dei manifestanti:

  • Medici, sanitari, farmacisti e tanti cittadini, quindi, si porteranno innanzi al ministero per chiedere necessari chiarimenti su:
  • impiego di medici e sanitari ucraini in deroga senza istruttoria e garanzie per gli italiani
  • omessa stabilizzazione di tanti sanitari precari
  • omesso reintegro sanitari guariti e/o con “reazioni avverse non correlate”
  • omesso reintegro cittadini e sanitari sospesi, senza garanzia assegno alimentare, nonostante la cessazione dello stato d’emergenza
  • illegittima proroga dell’obbligo vaccinale, in assenza di studi scientifici circa efficacia sulle varianti e nonostante la pronuncia del Consiglio di Stato della regione Sicilia e la rimessione della questione alla Corte Costituzionale
  • illegittima proroga del (super) green pass, misura non sanitaria, che non consente il controllo del contagio, nonostante la cessazione dello stato d’emergenza con inevitabili ulteriori danni ad imprenditori e lavoratori.

Conclusioni

Quindi, a protestare è il personale sanitario che si sente discriminato. Non parliamo di intellettuali dei salotti televisivi, di politici in cerca di voti o di discorsi da bar.

Insomma, il governo italiano, con la scusa dell’accoglienza, vuole sopperire a gravi mancanze sanitarie ormai ataviche.

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