Mattarella bis: il vergognoso teatrino della politica italiana

Introduzione

E Mattarella bis fu. Quello che forse era già deciso da un anno, ha tenuto il Parlamento italiano bloccato per quasi una settimana. Uno squallido teatrino sulla pelle degli italiani, l’ennesimo. Con lo stesso interessato che ha detto in ogni luogo che non avrebbe accettato un secondo mandato, per poi farlo puntualmente. Con tanto di finto sfratto al seguito.

Del resto, a convincerlo è stato, oltre che l’incapacità dei partiti di trovare un nome largamente condiviso, soprattutto Mario Draghi. Il Presidente della Repubblica già designato, che però deve stare un altro anno a Palazzo Chigi. Per poi finire al Colle l’anno prossimo, designando poi a sua volta il burattino di turno nel ruolo di Presidente del Consiglio.

Draghi ci è andato nelle vesti, oltre che di Premier, anche di rappresentante della Banca centrale europea, della Borsa, dell’Unione europea, dell’America, delle organizzazioni finanziarie internazionali e di tutto quanto governa davvero il nostro Paese.

Come ho scritto più volte, ho sempre creduto nel Mattarella bis. E gli stessi che lo escludevano, oggi lo fanno per la nomina di Draghi il prossimo anno.

Ma a farci una brutta figura è tutta la politica italiana. Un po’ come accadde nel 2014, quando si chiese il bis a Napolitano. Quando la Casta si rifugiò dietro la sua figura per osteggiare il cambiamento rappresentato dai Cinque stelle. Oggi fattosi Casta a sua volta.

Mattarella bis: occasione persa per il centro-destra

Il centro-destra a questo giro ha avuto l’occasione, per la prima volta nella sua storia, di eleggere il Presidente della Repubblica. Da anni ormai sempre deciso dal centro-sinistra.

La coalizione ha proposto diverse personalità: dall’ex Presidente del Senato Pera al Capo dei Servizi Segreti Elisabetta Belloni. Passando per l’attuale Presidente del Senato Casellati. Tutti bocciati dall’altra parte politica, sebbene quest’ultima abbia subito anche il fuoco amico della sua stessa parte politica: i grandi elettori di Forza Italia.

Passi per Berlusconi che in effetti era impresentabile, ma qualcosa di meglio si poteva fare. Fermo restando che la figura di Maria Elisabetta Alberti Casellati avrebbe soddisfatto due esigenze: è già la seconda carica istituzionale più importante e poi è una donna. La cui elezione si evoca ormai da anni (dal 1999 con la Bonino), e che sarebbe stato un bel segnale di rottura rispetto alle problematiche che ancora funestano l’altra metà del cielo. Come la violenza di genere, la scarsa gratificazione professionale e così via.

Problemi di cui la sinistra si riempie la bocca, ma poi di fatto rimanda sempre una svolta istituzionale in tal senso. Tanto che i segnali principali di emancipazione stanno arrivando sempre da destra.

Alla fine la Lega si conferma can che abbia non morde. Allineandosi al sistema. Mentre a distinguersi è ancora una volta Fratelli d’Italia.

Mattarella bis: solita arroganza del Partito democratico

Alla fine, gira che ti rigira, non solo il Pd non ha accettato alcuna proposta del centro-destra, ma riottiene la rielezione di un suo candidato. Funzionale a quanto accadrà l’anno prossimo. Quando sarà di nuovo istituito un governo filo-europeista e il Partito democratico dovrà starci dentro a garanzia che il compitino imposto da Berlino, sarà eseguito.

I Cinquestelle, che 8 anni fa evocavano il nome di Rodotà e facevano proprie proposte, non sono pervenuti. Accodandosi così al Pd e al volere di Draghi. Confermando la propria fine.

Conclusioni

Da questa rielezione di Mattarella ne esce dunque un quadro politico desolante. Che non fa altro che allontanare ancora di più gli italiani da essa. Si dovrebbe anche finalmente aprire una discussione seria sull’introduzione di un Presidenzialismo alla francese o all’americana anche nel nostro Paese.

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