Shoah, a nipote vittima negato accesso a mostra perché senza vaccino

Introduzione

Quanto accaduto a Sarah Rugiadi, nipote di Frida Misul, vittima della Shoah, ha qualcosa di paradossale. Possiamo parlare, con le dovute proporzioni, di corsi e ricorsi storici. Un tempo ti marchiavano con la stella a cinque punte gialle. Oggi con una carta virtuale verde.

Il fatto è accaduto a Livorno, città notoriamente anti-fascista. Sarah Rugiadi non ha il super green pass e così è stata messa alla porta in un evento che ricorda sua nonna: Frida Misul. Deportata nel campo di concentramento di Auschwitz ed autrice nel 1946 di una delle prime testimonianze letterarie sul tema.

Di seguito le parole rammaricate della donna e alcuni dettagli sull’evento.

Sarah Rugiadi esclusa da evento sulla Shoah

Come riporta Il Primato Nazionale, nel post rammaricato su Facebook la Rugiadi scrive:

Sono la nipote di Frida Misul, con mio padre da anni portiamo avanti la memoria anche testimoniando nelle scuole. Non sarò ammessa a questo evento che commemora mia nonna perché non basta certificare che non ho il Covid e non metto in pericolo nessuno (…) Semplicemente non ho il lasciapassare adatto. Buona giornata della memoria a tutti, grazie

La Mostra a Livorno sulla Shoah

La mostra è ancora in corso. Iniziata giovedì 27 gennaio, proseguirà fino a domenica 30, presso il Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno. Scelta della città non casuale, essendo proprio quella natale della Misul.

Come spiega il Museo sulla propria pagina ufficiale di Facebook:

In questa occasione saranno visibili alcuni documenti originali a lei appartenuti e il taccuino con le sue memorie ad oggi conservati negli archivi del Museo Giovanni Fattori. Livorno, città cosmopolita, dove i granduchi di Toscana furono sempre tolleranti con gli israeliti, vide il formarsi di una comunità aperta, quella livornese, dove non esisteva un ghetto, e dove vigeva l’assoluta libertà di culto

Il Museo descrive poi le opere che esposte:

Si propone un percorso guidato all’interno delle sale del museo prendendo visione delle opere di alcuni artisti macchiaioli di fede ebraica, tra gli altri: Serafino De Tivoli, Vittorio Matteo Corcos, e Ulvi Liegi

Infine, si passa alle modalità di accesso:

I gruppi devono essere costituiti da un massimo di 15 persone, è necessario essere in possesso del green pass rafforzato e indossare la mascherina

Una bella iniziativa, insomma. Peccato che si allinei alle modalità del vivere corrente che un po’ rievocano quanto si propone di denunciare.

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