Di Maio ora elemosina gas Azero, ma fu M5S ad opporsi al TAP

Di Maio ora elemosina gas Azero, ma fu M5S ad opporsi al TAP

Introduzione

L’Italia sta cercando disperatamente di diversificare la dipendenza dal gas estero. Dopo aver detto No, in nome dell’ambientalismo, a molte alternative.

Certo, in molti ci siamo illusi che pannelli fotovoltaici e pale eoliche sparsi per il territorio ci avrebbero molto aiutato in tal senso, mantenendo un’etica green. Ma non è stato così. Si sta pure rivalutando l’opportunità di tornare al Nucleare, dopo la chiusura decretata con un Referendum del 1986. Sull’onda del disastro di Cernobyl.

Fa ridere però come il Ministro degli esteri Luigi Di Maio sia in missione in Azerbaigian per aumentare la fornitura di gas da quel paese. Quando proprio il Movimento cinque stelle si è opposto strenuamente al progetto del TAP, acronimo di Trans Adriatic Pipeline. Il quale sarebbe arrivato in Puglia. La regione che potrebbe essere protagonista di un altro progetto inerente al gas.

Ecco cosa scrivevano i Cinquestelle contro il TAP e cosa oggi prova a fare Di Maio.

Di Maio in Azerbaigian per il gas

Come riporta Il Foglio, con un titolo che è tutto un programma – La faccia come il Tap – Di Maio è andato in Azerbaigian, la sesta missione in un mese, accompagnato dal fido scudiero nonché sottosegretario Manlio Di Stefano.

La missione è andata a buon fine: l’Italia è riuscita a concludere un accordo per assicurarsi per quest’anno 2,5 miliardi di metri cubi aggiuntivi di gas che si vanno a sommare ai 7 miliardi di metri cubi che già fluiscono ogni anno. C’è però anche la possibilità di colmare l’intera capacità di trasporto che è pari a 10 miliardi di metri cubi.

Queste le parole con cui Di Maio ha salutato fieramente l’accordo:

La missione in Azerbaigian è uno dei tasselli fondamentali per riuscire a renderci indipendenti dai ricatti della Russia sul gas. E questo perché all’Azerbaigian è collegato l’unico gasdotto europeo realizzato negli ultimi anni indipendente dal gas russo

Cosa diceva M5S contro il TAP

Tra i tanti voltafaccia dei Cinquestelle in questi ultimi anni, anche l’opinione sulla TAP. Ecco in un post del 2013 sul blog dei pentastellati, cosa si diceva del TAP.

Il post si apre con una spiegazione sui consumi di gas in Europa, evidentemente confutabili a distanza di quasi 10 anni alla luce delle preoccupazioni rispetto alla chiusura dei rubinetti russi:

l Tap (Gasdotto Trans-Adriatico) è un tubo che porta in Italia il gas dell’Azerbaijan, passando per Turchia, Grecia e Albania. Qualche dato preliminare è d’obbligo per rendersi conto di quanto l’infrastruttura sia inutile, l’ennesimo ricco pasto per speculatori. Il fabbisogno di gas in Europa nel 2035, secondo l’Agenzia Internazionale Europea (IEA) e secondo Eurogas (società che unisce tutti i distributori di gas in Europa), sarà all’incirca di 500 miliardi di metri cubi all’anno. Nel 2003 la Ue ha utilizzato 530 miliardi di metri cubi, mentre nel 2013 il consumo è stato di 460 miliardi di metri cubi. Il fabbisogno quindi sta scendendo. Considerando che le infrastrutture europee, tra tubi e rigassificatori, consentono attualmente di importare 600 miliardi di metri cubi e che 100 miliardi sono già prodotti in Europa, è evidente che il nostro continente possa beneficiare oggi di una quantità di gas sovrabbondante rispetto al necessario, tanto più considerando la parabola discendente del fabbisogno europeo.

Poi si parla della capacità di trasportare gas del Tap:

Dati del tutto simili sono reperibili per quanto riguarda l’Italia. Il Tap, tra l’altro, garantirebbe solo 10 miliardi di metri cubi l’anno, a fronte di costi ambientali, economici e in assenza di alcun beneficio occupazionale, che è di solito la scusa per far digerire ad un’Italia impoverita la pillola amara delle grandi opere (vedi Tav).

Infine, l’utopia di puntare alle energie pulite nostrane:

Ciò che il Governo Renzi sta promuovendo in Puglia attraverso il decreto di compatibilità ambientale Galletti, quindi, è una di quelle grandi opere inutili e dannose contro le quali il M5S si è sempre battuto. Sostituire le importazioni di combustibili fossili che ci costano miliardi di euro l’anno con la produzione interna di energia pulita dovrebbe essere la ragion d’essere di una politica industriale che in Italia non sussiste, complice la miopia di Governi sempre molto sensibili ai grandi interessi del fossile, incluso l’esecutivo Renzi.

In realtà il post si chiude con l’annuncio che Grillo sarebbe intervenuto alla manifestazione che i cittadini salentini, insieme a comitati, associazioni e artisti, hanno organizzato da Lido San Basilio a piazza Pertini di Melendugno.

Conclusioni

In realtà, sempre in quest’ambito, i Cinquestelle hanno cambiato anche la loro visione riguardo la politica estera del nostro Paese. Che nelle intenzioni doveva essere autonoma e imparziale, anzi, di ricostruzione rispetto alle relazioni con Putin. Ed invece, hanno proseguito nella politica estera del Pd schiacciata verso Berlino e Washington.

Proprio Di Maio, manco fosse al bar con amici o al San Paolo dove ha lavorato come Steward, ha definito Putin “peggio di un animale” per l’invasione in Ucraina.

Il prossimo anno ci dovrebbero essere le elezioni. E quel 34 percento ottenuto nel 2018, per loro rischia di ridursi in modo a dir poco imbarazzante.

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