Cerchiamo di capirne di più sul possibile accordo scaturito nell’incontro tra Kim Yong Un e Vladimir Putin.
Kim Jong Un ha raggiunto Vladimir Putin in Russia con un treno privato, super blindato a prova di esplosivo e molto lento. Anche perché si è fermato a ogni stazione per un controllo di sicurezza. Almeno che quel treno non fosse solo un diversivo per distrarre eventuali malintenzionati, mentre il paffuto dittatore nordcoreano ha viaggiato su un altro mezzo.
Si tratta comunque di dettagli, note “di colore“, che non devono distrarre dalla sostanza dell’incontro tra due presidenti accomunati dall’anti-americanismo e da una comune matrice comunista (sebbene ormai legata al passato per la Russia, mentre ancora attuale per la Nord Corea). In comune hanno poi l’amicizia con la Cina, che però sembra avere sui due paesi una posizione dominante.
Il rapporto tra Putin e Kim è fatto di reciproci interessi e serve per non farsi schiacciare dal nemico comune: l’Occidente. Ecco a quale possibile accordo ha portato i suoi frutti l’incontro.
Cosa prevede l’accordo tra Putin e Kim?
Come riportato sul blog di Nicola Porro, gli Usa, che guardano con preoccupazione questa alleanza, sanno bene che i contatti tra i reciproci funzionari sarebbero intensi da tempo. Un ruolo decisivo l’avrebbe giocato l’incontro tra Kim e il generale russo Sergej Shoigu a fine luglio, quando quest’ultimo ha partecipato alla maxi parata militare di Pyongyang per celebrare il 70esimo anniversario dell’armistizio della guerra di Corea.
Gli accordi tra Putin e Kim Jong Un dovrebbero ovviamente riguardare soprattutto gli armamenti: secondo Franz-Stefan Gady, senior fellow dell’International Institute for Strategic Studies e del Center for New American Security, che ha visitato l’Ucraina a luglio, la Russia avrebbe già sfruttato tra tremila e diecimila proiettili quotidiani ed almeno due milioni tra granate per cannone e razzi, che fatica a rimpiazzare. Kim potrebbe fornire a Putin una quantità di armi in grado di moltiplicare tiri di sbarramento contro le brigate che cercano di liberare i territori occupati ed ottenere così una svolta nel conflitto.
Di contro, Kim Jong Un vuole sviluppare un programma missilistico nucleare, ma con molta probabilità potrà ricevere in cambio armi convenzionali per i suoi settori più deboli.
Entrambi i paesi sentono il fiato sul collo degli americani. La Russia, circondata sempre più dalle basi NATO e con gli Usa alle porte. La Corea del Nord ha un vicino confinante che rientra nell’orbita americana – l’altra metà della penisola, quella del Sud – ma anche il Giappone. Altro paese finito nelle braccia americane malgrado gli abbia sganciato due bombe atomiche. Entrambi, come già detto, possono contare sulla Cina, ma sanno bene che il loro non è un rapporto alla pari.