Al secolo Origene Luigi Soffrano, Jimmy il fenomeno è stato molto amato per le sue mimiche facciali e la sua risata sgangherata.
Tra i tanti caratteristi che hanno colorito i film italiani, una menzione d’onore spetta a Jimmy il fenomeno, all’anagrafe Origene Luigi Soffrano, originario di Foggia. Il quale, pur non avendo mai ricoperto ruoli da protagonista, è molto amato dal grande pubblico per i ruoli buffi che ha ricoperto, talvolta apparendo anche pochi secondi.
A caratterizzare il suo aspetto fisico ricordiamo l’espressione da ebete, lo sguardo strabico, la parlata dialettale, l’agitazione perenne e la sconclusionata risata. Negli anni 2000 fu riportato in auge, così come altri personaggi dell’epoca, dalla trasmissione Stracult.
Ripercorriamo la storia di Jimmy il fenomeno, finita purtroppo in modo triste.
La storia di Jimmy il fenomeno
Come racconta Biografie online, Jimmy il fenomeno è nato a Lucera, provincia di Foggia, il 22 aprile 1932. L’esordio avviene nel 1958, quando l’attore dei fotoromanzi Rosario Borelli lo porta a fare un provino presso una casa di produzione all’epoca molto importante, la Titanus, insieme ad altri aspiranti attori foggiani. Sarà scelto per il film con Totò, Gambe d’oro, con un compenso di 25mila lire.
In una scena il Principe della risata gli rivolge questa frase, la quale, in fondo, gli porterà fortuna:
Ho girato le città e il mondo intero, una faccia da fesso come la tua non l’avevo mai vista
Il nome d’arte Jimmy il Fenomeno gli viene suggerito dalla produttrice Vania Protti, quando viene ingaggiato per il musicarello Io bacio… tu baci.
E così, arriverà ad apparire in quasi 150 film, si dice anche perché si fosse sparsa la voce che portasse fortuna alla riuscita del film. Ma, sostengono altre voci, anche perché facesse tenerezza a molti di Cinecittà che così gli facevano guadagnare qualcosa. A prescindere, avrà la fortuna di lavorare con registi quali Zampa, Dino Risi, Pasolini e Corbucci.
La sua filmografia arriverà a spaziare dalle commedie anni ’60 con grandi attori come il succitato Totò, Ugo Tognazzi, Walter Chiari, Nino Manfredi o Aldo Fabrizi, fino alle commedie sexy anni ’70 e ’80. Sebbene saranno proprio queste ultime a renderlo maggiormente famoso. Lo vediamo rivestire i ruoli più svariati: dal postino alla suora passando per il semplice passante fino al bidello. Tanti i film con Lino Banfi, Alvaro Vitali, Renzo Montagnani ed Edwidge Fenech. Altri generi cinematografici nei quali figura spesso sono i musicarelli e i western all’italiana, molto in voga negli anni ’60.
Occorre tuttavia dire che apparirà in cartellone solo una volta, quando interpreta la parte di una suora nella commedia di Mariano Laurenti “La settimana bianca” (1980).
Negli anni ottanta sbarca in televisione, partecipando al fortunato programma Drive In di Antonio Ricci, come spalla di Ezio Greggio. Il quale lo faceva travestire da portachiavi, ed ogni altro orpello immaginabile.
Nello stesso periodo si afferma come portafortuna anche nel mondo del calcio, diventando la mascotte dei dirigenti e firmando autografi.
Jimmy il fenomeno che fine ha fatto
A partire dagli anni ’90, però, le comparse diventano sempre più rare. In quel decennio saranno solo sei le pellicole dove figurerà, l’ultima Jolly Blue, film del 1998 biografico sul gruppo musicale 883. Mentre nel 2006 gli sarà dedicato il cortometraggio Jimmy e i suoi fenomeni, regia di Gianni De Mare e Dario De Rosario.
Purtroppo gli ultimi anni della sua vita saranno scanditi da problemi di salute ed economici. A metà degli anni novanta si trasferisce da Roma a Milano presso l’Hotel Cervo, di proprietà del figlio di un suo vecchio amico. In seguito sopraggiungono problemi di salute che compromettono la sua capacità di deambulare, costringendolo a muoversi su una sedia a rotelle.
Il fratello Mario e un amico si erano anche attivati per fargli ottenere il sussidio previsto per gli artisti dalla Legge Bacchelli. Ma i tentativi non andarono a buon fine.
Nel 2003 finisce in una casa di riposo per anziani, nel quartiere Corvetto di Milano, dove muore il 6 agosto 2018 ad 86 anni. Aveva espresso il desiderio, una volta morto, di essere imbalsamato ed esposto al “Victor Bar” di Riccione. E invece le sue spoglie mortali riposano nel cimitero di Chiaravalle a Milano.