Holter pressorio: a cosa serve e come funziona spiegato in modo semplice

Holter pressorio: a cosa serve e come funziona spiegato in modo semplice

In questo articolo ci occupiamo dell’Holter pressorio, uno strumento molto utile per monitorare la pressione sanguigna in un arco temporale più lungo, al fine di constatare, con maggiore precisione rispetto a una singola misurazione, se effettivamente il paziente ha problemi di ipertensione.

Prima però è d’uopo spiegare il meccanismo che sottostà alla pressione sanguigna.

Come funziona la pressione sanguigna

Quando un liquido attraversa un condotto nella sua interezza, esercita sulle pareti una spinta che tende a dilatarlo, se per esempio è un condotto floscio, tipo i tubi dei pompieri, oppure a produrre sulla parte una forza di spinta, come avviene nei vasi sanguigni che di norma tendono a restare pervi grazie alla loro struttura.

Ciò che misuriamo perciò è questa forza che è pari alla spinta che viene generata a monte che nel caso dell’albero circolatorio si chiama cuore. Il cuore ha una forza variabile con un massimo pari a circa 110mmHg, numero che rappresenta la pressione sanguigna ottimale di un soggetto in posizione ortostatica (quindi in piedi) e da sveglio. Solitamente anche aumentando questo valore non si ottiene alcun vantaggio in termini circolatori, ma solo un maggiore sforzo cardiaco che alla lunga può portare a serie conseguenze sull’organo.

L’unico modo per aumentare il flusso di sangue ad esempio durante uno sforzo, è incrementare il battito cardiaco, anche se questo comporta una lieve riduzione della quantità di sangue che fuoriesce dal ventricolo sinistro e che in gergo medico viene chiamata frazione di eiezione che potete trovare ad esempio in una ecocardiografia con l’acronimo FE.

Normalmente e mediamente il cuore espelle dal ventricolo sinistro fra i 70 e gli 80 millilitri di sangue per ogni pulsazione a riposo, che sono circa il 60-70% del totale. Questo non è un numero casuale ma corrisponde moltiplicato al numero dei battiti per secondo BPS al contenuto complessivo del sangue nell’albero vascolare. Se infatti moltiplicate 70 per 72 pulsazioni ottenete poco meno di 5 che sono i litri di sangue presenti nell’organismo, ovviamente variabili seconda della conformazione fisica di ognuno (ricordo che parlo sempre di medie e non di estremi).

Cos’è e come funziona l’Holter pressorio

Da ciò si deduce che la pressione cambia a seconda di quello che facciamo e corrisponde a dei minimi e massimi durante la giornata rilevabili come detto nello scritto precedente QUI. Il problema è che una misurazione spesso non basta a determinare una condizione ipertensiva e per farlo si procede all’installazione sul braccio della persona un piccolo sfigmomanometro che periodicamente, diciamo ogni 5 minuti circa, ne misura silenziosamente la pressione durante l’intero arco della giornata notte compresa.

Se andate a ricercare un esame del genere, che si chiama Holter pressorio delle 24 ore, potete vederne le curve caratteristiche, vale a dire un notevole incremento della pressione durante il giorno, specie al mattino, e viceversa il notevole calo durante le ore di sonno, a disegnare una specie di montagna diurna a cui segue una ideale valle notturna in un ritmo circadiano (cioè che dura circa 24 ore).

Lo studio di questa curva e la media dei valori trovati, che ho già spiegato in altri scritti, viene ovviamente fatta da un calcolatore il quale ala fine indicherà dei valori che sarà compito del medico valutare per la definizione di stato ipertensivo oppure no, e da cui successivamente dipendono nel caso vi siano altre patologie concomitanti ulteriori esami, oppure l’inizio di una terapia, argomento che tratterò nel prossimo scritto.

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Pubblicato da Francesca Silvana Scoppio

Medico chirurgo specialista in medicina interna e attualmente presto servizio nella ASL di Bari.

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