Holodomor, milioni di ucraini morirono di fame: colpa di Stalin?

Holodomor, milioni di ucraini morirono di fame: colpa di Stalin?

Introduzione

Il rapporto di vicinato tra Russia e Ucraina non è stato mai oggettivamente semplice. Senza andare troppo indietro nel tempo, nel corso degli anni Mille l’Ucraina è stata prima incorporata nel vastissimo Impero dei Mongoli e poi assoggettata ai polacchi. Sebbene tra il 1400 e il 1500 il suo territorio fosse spartito anche tra Moldavia, Russia, Lituania, Impero Ottomano e Ungheria.

Con la nascita dell’Impero russo, iniziò un graduale processo di russificazione del paese da parte degli Zar. Che concedevano agli ucraini la possibilità di raggiungere i gradi più alti dell’élite societaria e della Chiesa Ortodossa. Inoltre, con la spartizione della Polonia, una parte di territorio fu annesso all’impero austro-ungarico.

Del resto, gli Zar sapevano benissimo che l’Ucraina era un paese molto florido dal punto di vista agricolo (fu definito “il granaio d’Europa”), mentre il porto di Odessa garantiva uno sbocco commerciale importante verso il resto d’Europa.

La nascita dell’Unione sovietica con la deposizione degli Zar non cambiò la posizione subalterna dell’Ucraina verso la Russia. Con un episodio che più di tutti ha segnato una crepa tra i due stati: l’Holodomor. Definito il genocidio ucraino, fu il tragico punto di arrivo della collettivizzazione forzata delle terre fra il 1929 ed il 1933 voluta da Stalin. La quale provocò la morte per fame di milioni di persone.

Tuttavia, anche sull’Holodomor c’è una certa contesa storica, tra chi parla di genocidio ucraino per opera di Stalin. E chi, invece, di disinformazione contro il comunismo. Cerchiamo di capirne di più.

Holodomor cos’è

Cos’è l’Holodomor? Come riporta Wikipedia, è il termine con cui si identifica la carestia che si abbatté sul territorio dell’Ucraina tra il 1932 e il 1933, causando diversi milioni di morti. La stima precisa è complicata, ma viene calcolato un range, andando dalla tesi più ottimistica a quella più pessimistica, tra 1,5 e i 10 milioni di morti.

Il termine deriva dall’espressione ucraina moryty holodom (holod: fame, carestia e moryty: uccidere affamare, esaurire), per sottolineare l’intenzionalità di procurar la morte per fame.

Nel marzo 2008 il parlamento dell’Ucraina e diciannove nazioni indipendenti lo hanno equiparato ad un genocidio provocato dalle politiche agrarie russe. Ma già prima, una dichiarazione congiunta dell’ONU del 2003 (inclusa la Russia), ha definito la carestia come il risultato di politiche e azioni “crudeliche provocarono la morte di milioni di persone.

Sempre nel 2008, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione nella quale ha riconosciuto l’Holodomor come un crimine contro l’umanità. Sebbene larga parte dei paesi occidentali (tra cui l’Italia, ma al governo c’era Berlusconi, amico di Putin) non abbiano mai singolarmente formalizzato tale riconoscimento. L’America ovviamente sì.

In Ucraina, l’Holodomor viene ufficialmente commemorato ogni anno al quarto sabato del mese di novembre. La commemorazione riguarda anche altre milioni di vittime per lo stesso motivo in zone come la regione del fiume Volga, nel Caucaso settentrionale, in Kazakistan e in altre parti dell’ex Unione Sovietica.

Cosa provocò Holodomor

Tutto partì quando Stalin, giunto al potere subito, nel 1922, decise di avviare un processo di trasformazione radicale della struttura economica e sociale dello stato sovietico. Al fine di fondare un’economia e una società completamente regolate. La cosiddetta pianificazione dell’economia.

In contrasto con altri esponenti del PCUS, in primis il suo fervente oppositore Bucharin e allontanatesi dalle tesi Lenin che nel frattempo era passato a miglior vita, nel 1927 Stalin dispose che le terre venissero unificate in cooperative agricole (Kolchoz) o in aziende di stato (Sovchoz). Con l’obbligo di consegnare i prodotti al prezzo fissato dallo stato.

Ma l’Ucraina aveva una lunga tradizione di fattorie possedute individualmente. I piccoli imprenditori agricoli (kulaki) costituivano la componente più indipendente del tessuto sociale ed economico locale. Dunque, per gli ucraini si trattava di un doppio sacrificio.

Per la sua fervente opposizione, sulla popolazione contadina ucraina si concentrò l’azione coercitiva dello stato sovietico. Che non rinunciò al sistematico ricorso alla violenza per attuare il suo piano di trasformazione della società.

La strategia fu attuata in due periodi successivi:

  1. dal 1929 al 1932: furono varate due misure, dette “collettivizzazione” e “dekulakizzazione”. La prima comporta la fine della proprietà privata della terra. Tutti gli agricoltori dovettero trovare un impiego nelle fattorie collettive create dal partito. La “dekulakizzazione” consiste invece nell’eliminazione fisica o nella deportazione (nelle regioni artiche) di milioni di contadini piccoli proprietari terrieri. Queste misure estreme furono prese durante la “Seconda Rivoluzione” o “Rivoluzione di Stalin” fra il 1927-1928
  2. negli anni 1932-1933: furono attuate misure governative tali da mettere in ginocchio la popolazione sopravvissuta, e per la prima volta nelle campagne ucraine il tasso di mortalità divenne superiore a quello di natalità

Malgrado ciò, i contadini ucraini, compresi i kulaki, non fermarono la propria resistenza. Occultando le derrate alimentari, macellando il bestiame, e ricorrendo perfino alle armi. Stalin reagì ordinando eliminazioni fisiche e deportazioni di massa nei campi di lavoro forzato. Inoltre, assimilò tutti contadini ucraini come “kulaki” (termine con cui si parlava di piccoli proprietari terrieri, possessori di macchinari e con dipendenti) e li additò alla pubblica esecrazione come “classe sociale” privilegiata.

Con l’accusa di rubare il grano ed opporsi alle misure del regime, migliaia di kulaki vennero arrestati e poi deportati insieme alle loro famiglie nei gulag siberiani; si contano più di 1.8 milioni di contadini deportati nel 1930-1931. Furono anche inviati dei funzionari russi in Ucraina al fine di controllare che tutto procedesse senza intoppi.

Malgrado ciò, alla fine di ottobre 1932 Mosca ricevette soltanto il 39% del grano richiesto. Ciò inasprì la posizione di Stalin verso i contadini ucraini, con nuove perquisizioni e arresti. Ma soprattutto provocò una enorme carestia nel paese.

Holodomor quante vittime fece

Come per ogni evento del genere, è difficile stabilire una cifra esatta delle vittime. Il valzer dei numeri è dovuto, oltre che nella difficoltà materiale della stima, anche nella contesa tra le parti. Tra chi cerca di aumentare la stima e chi di ridurla.

Le ricerche accademiche stimano le vittime in Ucraina tra gli 1,5 milioni di Wheatcroft, secondo cui non vi fu pianificazione, e i 5 milioni di Conquest, che ritiene la carestia una conseguenza delle politiche e delle misure adottate da Stalin. Il ministro degli esteri ucraino dichiarò alla 61ª assemblea delle Nazioni Unite che le vittime furono tra i 7 ed i 10 milioni. La stima più elevata tra quelle proposte.

Stanislav Kul’čyc’kyj, studioso ucraino tra i primi a sostenere la tesi del genocidio, ritiene che mediante moderni metodi di calcolo una cifra ragionevole potrebbe essere tra 3 e 3,5 milioni di morti.

Ad oggi la tragedia non rientra nel novero del genocidio, almeno stando ai parametri stabiliti dalla Convenzione del 1948. E’ stata paragonata per similitudine alla carestia irlandese che si consumò tra il 1845 e il 1849 sotto il dominio britannico.

Holodomor bufala?

Come detto, l’Holodomor è stato anche confutato. Come riporta sempre Wikipedia, ecco le tesi accademiche più accreditate:

  • Michael Ellman considera l’Holodomor un crimine contro l’umanità, ma sostiene che non ci siano prove sufficienti per considerarlo un genocidio
  • Robert Davies, Stephen Kotkin e Stephen Wheatcroft considerano le morti in gran parte non intenzionali, poiché Stalin avrebbe agito per ridurle, ma in modo insufficiente. I lavori di storici, tra cui Hiroaki Kuromiya, R. W. Davies e Stephen G. Wheatcroft, pur affermando l’esistenza della carestia, hanno sottolineato come diversi elementi smentiscano l’interpretazione dell’Holodomor come un evento pianificato in funzione anti-ucraina
  • Mark Tauger considera l’Holodomor principalmente il risultato di condizioni naturali e di una politica economica fallimentare, non di una politica pubblica intenzionale

Al di fuori del dibattito accademico storiografico, autori come Grover Furr e Douglas Tottle (attivista sindacale e insegnante di Winnipeg) sostengono che la carestia non fosse un genocidio e descrivono le posizioni avverse come propaganda nazionalista ucraina.

In Fraud, Famine and Fascism (1987), Tottle definisce l’Holodomor un “mito” creato dai nazionalisti ucraini, e afferma che la causa principale della carestia siano state le condizioni meteorologiche, in particolare la siccità. E che buona parte possa essere attribuita al sabotaggio dei raccolti da parte dei kulaki.

Una parte sostanziale del libro cerca inoltre di screditare le ricerche degli storici occidentali che in quel periodo stavano studiando la carestia, in particolare Robert Conquest della Stanford University e James E. Mace di Harvard.

Aleksandr Solženicyn ha sostenuto il 2 aprile 2008 a Izvestija che la carestia degli anni Trenta in Ucraina sia stata simile alla carestia russa del 1921-1922, poiché entrambe furono causate dalla spietata rapina dei contadini da parte del sistema bolscevico. E ha sostenuto che non si sia trattato affatto di un genocidio.

Come riporta Noi comunisti, le radici della propaganda della carestia-genocidio affondano in una serie di articoli scritti da un “noto giornalista, viaggiatore e cultore di studi russi”, Thomas Walker, per la stampa di Hearst nel 1935. Gli articoli descrivono l’orrenda carestia del 1932-33 in Ucraina, con il corredo di fotografie che accompagnando gli articoli ritraggono le vittime disperate della carestia.

Sarebbe poi emerso che il “noto” giornalista Thomas Walker non ha mai visitato l’Ucraina nel 1932-33 e per di più non è mai esistito.

Per quanto riguarda le fotografie, alcuni giornalisti investigativi americani rivelarono nel 1939 che la maggior parte erano state scattate nelle aree devastate dalla guerra in Europa proprio appena dopo la fine della Prima Guerra Mondiale , mentre altre ritraevano le vittime della carestia della regione del Volga in Russia del 1921-22.

Tottle ha sottolineato come l’editore di quel quotidiano americano, William Randoph Hearst non avesse avuto alcun scrupolo a pubblicare notizie inventate. Il ricercatore canadese disse: “Non solo le fotografie erano false, falso era il viaggio in Ucraina e anche lo stesso Thomas Walker era fasullo”.

Tottle annotò nel 1987 che

Comunque sia, le fotografie della carestia di Walker sono veramente notevoli perché, nonostante siano state ulteriormente smascherate come balle circa 50 anni fa, continuano ad essere usate dalla propaganda nazionalisti ucraini e dalle istituzioni universitarie come prove del preteso genocidio

La Germania nazista non avrebbe perso tempo nell’utilizzare l’Holodomor per screditare l’URSS. Joseph Goebbels, notoriamente Ministro della propaganda, dette inizio alla campagna propagandistica contro il governo sovietico in Ucraina. L’Ucraina sarebbe stata ritenuta dai nazisti come potenziale “lebensraum” della Germania.

Nel 1934, Hearst visitò la Germania e incontrò Hitler. Sempre Tottle ha evidenziato:

Fu proprio dopo il viaggio di Hearst nella Germania nazista che la sua stampa cominciò a promuovere il tema della carestia-genocidio in Ucraina

Assumendo una posizione morbida sulle azioni dei nazisti in Germania, fa sempre notare il sito, Hearst scatenò una guerra a tutto campo di propaganda contro l’URSS. Egli denigrava i risultati sovietici dell’industrializzazione e della collettivizzazione, mentre elogiava gli sviluppi economici della Germania nazista.

Comunque Tottle ha rimarcato che: “Hearst non era affatto l’unico magnate della stampa di estrema destra negli USA”.

Non è un caso, aggiunge Noi comunisti, che il “miracolo economico” della Germania nazista avvenne in realtà grazie ai generosi investimenti fatti dai capitalisti britannici ed americani. Come ben racconta l’economista Guido Giacomo Preparata nel suo libro Conjuring Hitler.

Ci si mise anche il tifo…

L’urbanista canadese Hans Blumenfeld, che aveva lavorato come architetto in Ucraina all’epoca della carestia, come riportato da Tottle, affermava:

Ci fu infatti una carestia nel 1933, ma non solo in Ucraina, anche nella regione del Basso Volga e nel Nord del Caucaso

A complicare ulteriormente la situazione, la carestia fu accompagnata da un’epidemia di tifo, annota il Dr. Blumenfeld. Aggiungendo anche che la maggior parte dei decessi nel 1933 fu dovuta al tifo, alla dissenteria e alla febbre tifoide.

Secondo alcune stime, durante la carestia del 1932-1933, circa tre milioni di persone morirono (sia di fame che di epidemie) in URSS, mentre un terzo morì in Ucraina

Non ci fu alcuna deliberata carestia-genocidio in Ucraina secondo il professore del West Virginia University, il quale svolse un’accurata ricerca sulla carestia del 1932-1933. Dopo la quale pervenne alla conclusione che il disastro fu dovuto a circostanze ambientali che non fu in alcun modo correlato alle politiche sovietiche nella regione.

Conclusioni

Come tutti gli eventi accaduti nella storia, ci sono accese diatribe sulla veridicità o meno dei fatti, sulle stime, su chi abbia torto o ragione. Certo, è anche vero che la storia la scrivono i vincitori. E comunque, a prescindere dalle cause reali e dal numero, la memoria va comunque preservata per onorare quanti sono deceduti per fame. Il che non è mai una cosa bella.

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