Non è ancora terminata la conta delle vittime dell’incendio alle isole Hawaii scoppiato l’8 agosto. Si teme che dietro ci siano secondi fini.
Non è ancora concluso e rischia di proseguire per settimane il conteggio delle vittime del terribile incendio che ha colpito le Hawaii martedì 8 agosto. Il quale ha quasi distrutto l’isola di Maui.
Le autorità locali hanno fermato il conteggio ufficiale a 111, ma il quotidiano Daily Mail ha contattato persone sul posto le quali hanno confermato che ci sono già 480 morti e gli obitori sono pieni. Il sindaco di Maui, Richard Bissen, ha dichiarato che solo il 25% della città è stato ispezionato e viene messa una enorme X arancione nelle case già ispezionate.
Le testimonianze dei sopravvissuti che circolano su TikTok sono agghiaccianti: decine di famiglie trovate morte in casa, molti i bambini. In alcuni casi i cadaveri sono stati trovati abbracciati, segno che avevano capito di trovarsi davanti a una situazione senza via d’uscita. Un po’ quanto testimoniano i ritrovamenti di Pompei, per intenderci.
Ufficialmente, la causa è quella additata ai vasti incendi che accadono in Italia: caldo, secco, vento e vegetazione combustibile. Tuttavia, sta anche circolando un terribile sospetto: che tutto sia stato provocato per mettere le mani sulla speculazione edilizia. Un sospetto che, tutto sommato, abbiamo sempre anche quando queste cose accadono da noi.
Incendio alle Hawaii provocato per la speculazione edilizia?
Sui Social, infatti, sono tante anche le testimonianze di quanti stanno già ricevendo telefonate dalle agenzie immobiliari che propongono di vendere la propria casa distrutta.
Come riporta Scenari economici, una residente testimonia:
Sono così frustrata dal fatto che investitori e agenti immobiliari chiamino le famiglie che hanno perso la casa, offrendo di acquistare la loro terra (…) Come osi farlo alla nostra comunità in questo momento. Se sei una vittima e ti stanno chiamando, per favore ottieni il loro nome commerciale in modo che possiamo farli esplodere
Non a caso, una delle zone più colpita è quella di Lahaina. Qui il mercato immobiliare era fra i più ricchi al mondo: nel 2020, l’abitazione media a Lahaina valeva circa $ 600.000. Prima dell’incendio valeva circa un milione di dollari.
Tuttavia, anche la politica sembra poter c’entrare qualcosa con tutto questo. Il governatore Josh Green, in visita tra le rovine, ha rivelato i piani dello stato per acquistare proprietà a Lahaina:
Sto già pensando a modi in cui lo stato possa acquisire quella terra in modo che possiamo finalizzarla in alloggi per la forza lavoro, per rimetterla nelle famiglie o renderla spazi aperti per sempre come memoriale per le persone che si sono perse
Sicuro che davvero finirà così? O le terre distrutte, così come le case, finiranno per essere svendute ai privati e rilanciate per un nuovo boom residenziale per pochi? Del resto, la popolazione nativa hawaiiana è già stata decimata e in costante declino, costituendo oggi poco più del 5% della popolazione totale.