Gli Orchi esistono anche nello Spazio: come sono fatti

Gli Orchi esistono anche nello Spazio: come sono fatti

Un recente studio ipotizza che il gigantesco ORC4 e relativo cerchio di ossigeno derivino entrambi da un episodio di starburst

Orchi: gli appassionati di fantasy sanno bene che generalmente è meglio starne alla larga (beh, a meno che non si faccia parte del “lato oscuro”), mentre gli astronomi ne sono particolarmente attratti, ma solo se si tratta di un acronimo.

ORC infatti sta per Odd Radio Circle (traducibile come “strano cerchio radio”), un fenomeno effettivamente piuttosto bizzarro e scoperto solo di recente (2020), che consiste in un enorme cerchio di onde radio nel cielo, largo migliaia o addirittura milioni (!) di anni luce.

Sulla loro origine si sono fatte le più svariate ipotesi, da onde d’urto sferiche associate a fenomeni altamente energetici (come lampi gamma o fusione di stelle di neutroni) a resti di supernova, passando per nebulose planetarie.

Ora un nuovo studio pubblicato da un gruppo di ricercatrici (principalmente) americane sembra portare prove convincenti a favore di un evento dal nome affascinante: starburst, letteralmente “esplosione di stelle”.

ORC e ossigeno da un’esplosione di stelle

Immaginate una galassia lontana, una delle tante in un enorme ammasso (Abell 2142, per la precisione), senza particolari segni distintivi; tutt’a un tratto, circa un miliardo di anni fa, essa attraversa un periodo di intensa e rapidissima formazione stellare: uno starburst.

Molte delle neonate sono stelle massicce, che soffiano potenti venti fatti di atomi e particelle subatomiche ad altissima velocità. Di forma approssimativamente sferica, tali venti sbattono violentemente contro il materiale presente tra una galassia e l’altra, rimescolandolo.

Secondo Alison L. Coil, astrofisica presso l’università di California e prima autrice dello studio suddetto, è proprio questa l’origine dell’ORC esaminato dal gruppo, chiamato semplicemente ORC4, che racchiude l’intera galassia di provenienza come un’immensa bolla di sapone.

Ma c’è di più: grazie al Keck Cosmic Web Imager, una potente camera montata sull’omonimo telescopio hawaiano in grado di rilevare anche lo spettro luminoso dei vari atomi, Coil e colleghe hanno scoperto un altro cerchio concentrico e più “piccolo” (largo oltre 100.000 anni luce!), che brilla nelle lunghezze d’onda dell’ossigeno.

Data la forma simile, le ricercatrici ipotizzano che entrambi i cerchi derivino dallo starburst, con la differenza che quello di ossigeno (brillante in quanto ancora energizzato dall’onda d’urto iniziale causata dai venti stellari) non è riuscito ad allontanarsi così tanto dalla galassia d’origine, che ora lo sta “richiamando” a sé con la sua attrazione gravitazionale.

Numeri impressionanti e limiti della ricerca

Come se non bastassero le dimensioni colossali di ORC4 e del relativo cerchio d’ossigeno, le ricercatrici aggiungono che, in base ai loro calcoli, le stelle neonate avrebbero soffiato via una quantità di gas pari a 200 volte la massa del Sole, ogni anno per 200 milioni di anni!

Aspettate, c’è dell’altro: tale gas sarebbe stato espulso alla velocità di 1,6 milioni di chilometri all’orail che richiede un ammontare di energia di circa 10^59 erg, cioè 60 milioni di volte quella che il Sole emetterà in tutta la sua esistenza!

Fiuuuu… Tornando per quanto possibile coi piedi per terra, bisogna dire che non tutti i pezzi del puzzle composto da Coil e colleghe si incastrano alla perfezione: ad esempio, studi precedenti mostrano che non dovrebbe esserci tanto gas (e ossigeno in particolare) nella galassia d’origine; inoltre, quanto ipotizzato per ORC4 potrebbe non necessariamente valere per gli altri ORC.

Insomma, come al solito c’è ancora tanto da lavorare, ma il mistero che circonda questi strani fenomeni è ora un po’ meno fitto e le prospettive favorevoli, perché le galassie che hanno attraversato una fase di starburst sono piuttosto numerose e quindi la possibilità di trovare altri ORC da esaminare piuttosto alta.

(Originariamente pubblicato su Storie Semplici. Il titolo dell’autore potrebbe essere modificato dalla redazione)

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Pubblicato da Girolamo Castaldo

I miei interessi principali sono scacchi, sci, anime, manga, videogiochi, musica e (astro)fisica. Storie Semplici: http://storiesemplici.substack.com

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