La Germania si è posta in prima fila tra i paesi europei nella guerra commerciale e militare contro la Russia, inseguendo così l’agenda americana. Tuttavia, il paese tedesco sta pagando a caro prezzo questa scelta, finendo in recessione tecnica e ancora prima, in negativo con la bilancia commerciale. Un disastro che non si era mai visto dai tempi della riunificazione dopo il crollo del muro di Berlino.
Detto ciò, da parte della Germania c’è sempre stato un atteggiamento ambiguo nei confronti della Russia, visto che anche ai bei tempi della Merkel, la Cancelliera in sede Ue sosteneva le sanzioni. Ma poi, stringeva accordi paralleli bilaterali con Putin in materia commerciale ed energetica.
Ora però l’ambiguità è diventata più grave, visto che la Germania da un lato sta appoggiando militarmente ed economicamente l’Ucraina, ma dall’altro, in modo indiretto, vende ancora armi alla Russia. Vediamo come.
Come la Germania vende armi alla Russia
A tracciare la rotta delle armi tra Berlino e Mosca ci pensa proprio un giornale tedesco, Welt, in un articolo ripreso da Libero.
Nell’inchiesta la Germania viene dipinta come il paese leader del “commercio ombra” con la Russia. I vari pacchetti di sanzioni che l’Unione europea ha adottato contro i traffici commerciali con il gigante euroasiatico impediscono le esportazioni dirette verso Mosca ma non quelle verso paesi come Armenia, Bielorussia (colpita questa, però, da misure separate), Georgia, Kazakhstan, Kirghizistan, Tajikistan e Uzbekistan. Tutte ex repubbliche sovietiche rimaste ancora nell’orbita della grande madre Russia.
E proprio a queste nazioni non ostili alla Russia, la Germania ha venduto beni per 2,05 miliardi di euro fra marzo e dicembre 2022, chiudendo poi un occhio o anche due sulla destinazione ultima delle merci.
Erlend Bollman Bjørtvedt, della società di consulenza aziendale norvegese Corisk, riporta sempre la Welt am Sonntag, ha analizzato i dati doganali internazionali per scoprire se, e in che misura, i paesi che hanno aderito alle sanzioni contro la Russia li aggirano. Orbene: i paesi occidentali hanno esportato merci per otto miliardi a nazioni terze, liete poi di rivendere alla Russia; e la Germania da sola pesa per un quarto del totale.
Commerciare con le ex Repubbliche socialiste sovietiche non è un crimine di per sé ma, sottolinea Bjørtvedt
queste aziende occidentali agiscono per negligenza grave o intenzionalmente
Non solo, alcune di loro avrebbero aumentato le loro vendite verso il Kazakistan o l’Armenia del 1000, 10.000, 70.000 per cento da quando la Russia ha attaccato l’Ucraina lo scorso febbraio.
Bjørtvedt fa poi l’esempio dei droni della cinese Dji, strumenti che per meno di 1.000 euro si levano in aria filmando e fotografando quello che c’è sotto di loro. Tali droni sono destinati ai più disparati usi (ne abbiamo parlato qui), sia per uso professionale da registi e fotografi, sia per puro hobby o attività di influencer. Ma, purtroppo, sono molto utili anche sui territori di guerra: i russi in Ucraina li usano per spiare il territorio ucraino alla ricerca di obiettivi militari.
Come le armi della Germania finiscono alla Russia
Ma come ci arrivano in Russia le armi vendute dalla Germania? Udite udite, tramite un altro paese europeo non certo filo-russo: l’Olanda. La filiale olandese della Dji infatti, li cede a uno dei paesi terzi che commerciano con Mosca. Nel caso di specie, le sanzioni vengono aggirate attraverso il Kazakistan, come ha rivelato la piattaforma investigativa Occrp (Organized Crime and Corruption Reporting Project).
Le preoccupazioni dell’Occrp e della norvegese Corisk sono condivise dagli Usa. Alla rivista geopolitca Politico, Jim O’Brien, coordinatore delle sanzioni presso il Dipartimento di Stato americano, ha detto:
All’inizio di quest’anno, la Russia è stata in grado di reimportare alcune categorie chiave di prodotti elettronici ai livelli di prima della guerra
aggiungendo gli Emirati Arabi Uniti e la Turchia (paese Nato) alla lista degli intermediatori con la Russia.
Insomma, la Russia è brutta e cattiva ma i suoi soldi non fanno schifo a nessuno. Neanche a chi in favore delle telecamere la condanna. Gli ucraini dovrebbero più di tutti riflettere su tutto ciò, come su altro. Perché chi sta soffrendo più di tutti sono loro.