Germania e Usa, due economie al disastro: i tanti licenziamenti

Germania e Usa, due economie al disastro: i tanti licenziamenti

C’era una volta la locomotiva d’Europa, quella che imponeva le proprie politiche economiche al resto dei paesi. Considerati poveri, sfaticati, furbetti. E c’era il paese che guidava l’economia mondiale, che aveva sconfitto il comunismo e imposto il proprio modello sociale.

Parliamo di Germania e Stati Uniti, le cui economie interne sono al collasso, per seguire una folle guerra alla Russia che sta logorando loro, noi, ma non quest’ultima. Che invece va bene, dall’alto della resilienza che da sempre contraddistingue questo popolo. In grado di sostituire i rapporti europei con nuovi e più consolidati verso l’Asia.

Quello che si sta consumando in Germania e Usa è un bagno di sangue di posti di lavoro.

In Germania 9 colossi hanno in programma di licenziare

Iniziamo dalla Germania, dove, come riporta The Epoch Times, 9 colossi industriali stanno licenziando migliaia di dipendenti. Si pensi a Bosch, che intende tagliare complessivamente 1.500 posti di lavoro. Il completamento del progetto è previsto entro la fine del 2025.

l risparmio sui costi è importante anche per il più grande produttore automobilistico europeo. VW quindi non vuole escludere tagli di posti di lavoro.

Dobbiamo ridurre i nostri costi e cavarcela con meno personale per rimanere un datore di lavoro a prova di futuro

ha affermato il direttore delle risorse umane Gunnar Kilian dopo l’annuncio dei piani a novembre.

Il fornitore automobilistico ZF, che sta attraversando una vera crisi, ha annunciato un notevole taglio di posti di lavoro: il comitato aziendale teme addirittura che alla fine potrebbero andare persi fino a 18.000 posti di lavoro.

Il colosso chimico Bayer è in difficoltà. Con l’acquisizione della Monsanto, azienda produttrice di glifosato, la Bayer ha portato nelle proprie mani numerose cause legali, che ora costano milioni di euro. L’azienda chimica di Leverkusen vuole quindi tagliare massicciamente i posti di lavoro in Germania. Dal 2026 nel gruppo DAX saranno possibili licenziamenti operativi.

Deutsche Telekom sta attualmente valutando la possibilità di ridurre i posti di lavoro nella sede di Bonn. Secondo l’“Handelsblatt” verranno tagliati circa 2.000 posti di lavoro. Il gruppo non ha ancora fornito cifre specifiche.

Presso il fornitore di servizi Telekom.IT verranno tagliati altri 1.300 degli attuali 5.400 dipendenti. Presso la filiale statunitense T-Mobile US circa 5.000 posti di lavoro verranno sostituiti dall’intelligenza artificiale.

La società madre della marca di giocattoli Playmobil, il gruppo Horst Brandstätter, ha annunciato in ottobre che taglierà circa 700 posti di lavoro in tutto il mondo.

In ottobre il produttore tedesco di giocattoli Haba ha dichiarato fallimento. Il gruppo è attualmente in fase di ristrutturazione. In questo contesto centinaia di dipendenti devono andarsene. Degli attuali 1.677 posti di lavoro, dopo la ristrutturazione ne rimarranno 1.000.

I licenziamenti negli Usa

Questo invece l’elenco dei tagli previsti dalle aziende americane riportato da Maurizio Blondet:

  1. Everybuddy: 100% della forza lavoro
  2. Wisense: 100% della forza lavoro
  3. CodeSee: 100% della forza lavoro
  4. Ramoscello: 100% della forza lavoro
  5. Twitch: 35% della forza lavoro
  6. Roomba: 31% della forza lavoro
  7. Bumble: 30% della forza lavoro
  8. Farfetch: 25% della forza lavoro
  9. Fuori sede: 25% della forza lavoro
  10. Hasbro: 20% della forza lavoro
  11. LA Times: 20% della forza lavoro
  12. Ricchezza invernale: 20% della forza lavoro
  13. Finder: 17% della forza lavoro
  14. Spotify: 17% della forza lavoro
  15. Buzzfeed: 16% della forza lavoro
  16. Levi’s: 15% della forza lavoro
  17. Xerox: 15% della forza lavoro
  18. Qualtrics: 14% della forza lavoro
  19. Wayfair: 13% della forza lavoro
  20. Duolingo: 10% della forza lavoro
  21. Rivian: 10% della forza lavoro
  22. Washington Post: 10% della forza lavoro
  23. Snap: 10% della forza lavoro
  24. eBay: 9% della forza lavoro
  25. Sony Interactive: 8% della forza lavoro
  26. Expedia: 8% della forza lavoro
  27. Business Insider: 8% della forza lavoro
  28. Instacart: 7% della forza lavoro
  29. Paypal: 7% della forza lavoro
  30. Okta: 7% della forza lavoro
  31. Charles Schwab: 6% della forza lavoro
  32. Docusign: 6% della forza lavoro
  33. A rischio: 6% della forza lavoro
  34. EA: 5% della forza lavoro
  35. Motional: 5% della forza lavoro
  36. Mozilla: 5% della forza lavoro
  37. Vacasa: 5% della forza lavoro
  38. CISCO: 5% della forza lavoro
  39. UPS: 2% della forza lavoro
  40. Nike: 2% della forza lavoro
  41. Blackrock: 3% della forza lavoro
  42. Principale: 3% della forza lavoro
  43. Citigroup: 20.000 dipendenti
  44. ThyssenKrupp: 5.000 dipendenti
  45. Best Buy: 3.500 dipendenti
  46. Barry Callebaut: 2.500 dipendenti
  47. Steakhouse nell’entroterra: 1.000
  48. Northrop Grumman: 1.000 dipendenti
  49. Pixar: 1.300 dipendenti
  50. Perrigo: 500 dipendenti

Ma questo la Rai e LaRepubblica non ve lo diranno mai…

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