Elvis, il film: spettacolarizzazione di un uomo spettacolare

Elvis, il film: spettacolarizzazione di un uomo spettacolare

Di seguito riporto la trama e la personale recensione del film Elvis, di Baz Luhrmann, con Austin Butler Tom Hanks. Pellicola sul grande Elvis Presley.

Elvis film trama

Un uomo è attaccato ad un respiratore, ormai prossimo alla fine dei suoi giorni. Rievoca così il suo passato e non è proprio comune a tutti. Si tratta infatti del Colonnello Parker, manager della più grande leggenda della musica di tutti i tempi: Elvis Presley.

Parker ricostruirà quindi tutta la vita di Elvis, dalla vita vissuta in un quartiere per nulla agiato di neri alla prima esibizione in pubblico, passando per l’apice della sua carriera fino al declino.

Elvis film recensione

Che il cinema di Baz Luhrmann fosse spettacolare, con un particolare orecchio per la colonna sonora, lo sapevamo già. Anche nel raccontare le storie più semplici. Pellicole come Romeo + Giulietta, Moulin Rouge o Il Grande Gatsby hanno lasciato il segno nell’immaginario collettivo. Ma con la presente pellicola ha raggiunto un livello superiore.

Raccontare la vita di un personaggio famoso non è mai facile: cosa tralasciare? Cosa approfondire? Per non parlare del fatto che, alla fine, gli scontenti e i critici non mancheranno mai. Perché essere oggettivi, soprattutto quando si hanno grandi aspettative da fan o cultori della persona in questione, è impresa impossibile.

Figuriamoci quando si tratta di una Leggenda come Elvis Aaron Presley, il single singer che ha venduto più dischi di tutti. Introducendo nella musica la spettacolarizzazione delle esibizioni e l’idolatria del cantante.

Lurmann, come quasi sempre avviene in un Biopic, parte dalla fine. Ma di quella del suo manager, il Colonnello Parker. Nome d’arte di Andreas Cornelis van Kuijk, la cui vita già meriterebbe un film a parte. L’uomo, ormai prossimo alla morte, ripercorre tutta la sua vita. Partendo da quando era un imbonitore nel Circo fino all’incontro con Elvis, che cambiò la vita ad entrambi. L’uomo fece nascere il mito, ma forse lo portò all’estrema potenza, dimenticando che in fondo si trattasse di un semplice essere umano. Parker gestiva completamente la vita di Elvis, al punto di vietargli pure i viaggi all’estero. Più perché temeva di perderlo (e con esso il relativo business che montava) che per la sua incolumità come diceva.

Dopo una prima parte dai ritmi accelerati ed estremamente spettacolarizzata, il film rallenta e finisce per approfondire maggiormente l’Elvis privato. In mezzo a tante immagini ad effetto, le emozioni e i sentimenti riescono comunque ad emergere. Vengono così fuori le origini delle movenze e del talento di The Pelvis, grazie alla sua contaminazione con la cultura afro fin da bambino.

Rapporto con le persone di colore e la loro musica Blues e Soul che gli trasferiranno il dono della sua arte, ma non mancheranno problemi in un’America ancora profondamente razzista. Così come problemi per le sue movenze che cozzavano con il pudore che ipocritamente ancora attraversava gli States.

Ma sono ben rappresentati anche gli ultimi anni difficili della sua vita, quando ormai i farmaci e l’obesità avevano preso il sopravvento.

Strepitosa l’interpretazione di Austin Butler, che ha anche utilizzato la propria voce. Mentre Tom Hanks forse è servito più come nome prestigioso da inserire nel cast. Poiché il trucco lo rende quasi irriconoscibile, dunque sprecato.

Nel complesso, un film che è riuscito a coniugare esigenze di spettacolarizzazione con il dare comunque una sostanza ai sentimenti. Emozionante la scena finale dell’ultimo concerto di Elvis, tenutosi il 21 giugno del 1977, quando cantò Unchained Melody. A meno di un mese dalla morte.

E chissà che non abbia ragione proprio il Colonnello Parker, le cui parole chiudono il film:

ad uccidere Elvis è stato l’amore per il pubblico

A tal proposito, sapevi che in molti lo ritengono ancora vivo? Ecco alcune testimonianze.

Film su Elvis trailer

Lascio qui il trailer del film Elvis

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