Di Maio lascia M5S e fonda nuovo gruppo: sarà crisi di governo?

Nuovo gruppo di Di Maio

Luigi Di Maio lascia il Movimento cinque stelle. Una decisione che era nell’aria da un po’, viste le continue polemiche e le critiche da parte della base e degli stessi parlamentari. Oltre ai contrasti con il leader Giuseppe Conte. Il quale, a dire il vero, sta solo registrando risultati imbarazzanti.

In effetti, da quando ha assunto un ruolo di spicco ai vertici del Movimento, Luigi Di Maio ha portato quest’ultimo sempre più lontano dalle sue origini. Tradendo quelli che erano gli obiettivi principali per i quali era stato fondato. Dall’Euro alla Russia, passando per la posizione anti-sistema. E la goccia che avrebbe fatto rovesciare il vaso sarebbe stata la recente dichiarazione molto dura di Roberto Fico, Presidente della Camera. Ma da mesi Di Maio era sfiancato dalle dichiarazioni di Alessandro Di Battista, ormai fuori dal parlamento ma opinion leader del movimento.

In generale, la base e i compagni di partito più conservatori non hanno mai digerito l’alleanza con quelli che una volta erano i nemici giurati: Berlusconi, il Pd, Renzi.

Come riporta LaRepubblica, per costituire un nuovo gruppo parlamentare occorrono 20 deputati alla Camera e 10 senatori al Senato. Ma Di Maio ne avrebbe già 60.

Uscita di Di Maio da Movimento cinque stelle porterà a crisi di governo?

Difficile da dirsi. Lui è ormai filo-governativo ed è proprio questo che ha portato alle critiche di cui sopra. Ma ad uscire dal governo potrebbero essere proprio i grillini.

Difficile anche il fatto che nessuno vorrà prendersi la briga di portare una crisi di governo nella delicata situazione interna ed internazionale. Anche perché dalle prossime elezioni ci sarà la riduzione del numero di parlamentari. E molti, soprattutto tra i Cinquestelle, sanno già che non saranno rieletti in virtù della nuova legge elettorale.

Quanto a Di Maio, la comodità della poltrona la apprezzava ormai da tempo. Diventato con un curriculum imbarazzante Ministro del lavoro prima e, addirittura, Ministro degli esteri.

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