C’era una volta il Pub: la crisi tra problemi economici e nuove tendenze

C’era una volta il Pub: la crisi tra problemi economici e nuove tendenze

I pub da anni patiscono una profonda crisi, anche in Irlanda e Gran Bretagna. Ma negli ultimi anni si è aggravata. Scopriamo i vari motivi.

Si può parlare di “birra della staffa” per i Pub? Può darsi. Certo, la crisi è iniziata una ventina di anni fa, anche in quei paesi dove tutto è iniziato: Gran Bretagna e Irlanda. Quest’ultimo paese ha peraltro inventato una sua variante di successo, l’Irish pub, molto emulata in Italia tra gli anni ’80 e ’90.

Tuttavia, negli ultimi anni si sono aggiunti fattori come la pesante crisi economica aggravata da Pandemia, Brexit e conflitti che hanno portato a un aumento dei costi energetici e delle materie prime. Mentre, nel caso dell’Irlanda, anche dalla legge antifumo che ha tolto ai pub una sorta di status symbol della perdizione e dell’ozio.

Aggiungiamoci poi altri fattori, di natura socio-culturale, come le nuove tendenze, come i wine bar, i lounge bar, i coffee bar in stile Starbucks, i ristoranti cinesi e giapponesi (o fusion) o gli american bar. Oltre che il multiculturalismo, con etnie sempre più presenti in occidente come quelle musulmane e cinesi che non hanno la cultura dei pub.

Insomma, di pub non se ne aprono più e, di contro, ne chiudono sempre di maggiori. Col rischio che diventeranno quasi un museo di un tempo che fu, con pochi nostalgici che decideranno di andarci in memoria del tempo che fu, quando ci andavano da ventenni o trentenni. Ecco alcuni numeri e un approfondimento.

La crisi dei pub nel Regno Unito e in Irlanda

Come riporta Il Primato Nazionale, nel Regno Unito stanno chiudendo in media due pub al giorno. Il che è tutto dire, visto che prime forme di pub sono nate prima dell’anno Mille. Solo in Inghilterra e Galles hanno chiuso quasi 400 esercizi nella prima metà del 2023. Praticamente lo stesso numero di tutto l’anno precedente. Una crisi che ha coinvolto perfino la storica catena Wetherspoon, nota per portare avanti una politica di prezzi calmierata.

Va male pure in Irlanda. Come riportava Il Post già 10 anni fa, dal 2005 ne erano stati chiusi almeno 1.100, con una media anche qui di 2 al giorno. Come spiegava Irish Times, i principali motivi della crisi irlandese sono individuabili nell’introduzione del divieto di fumare partito nel 2004 e degli alcol test l’anno prima, il che ha funzionato come deterrente per gli irlandesi di recarsi in quelli che erano considerati luoghi di perdizione.

Tuttavia, è la società irlandese a essere profondamente cambiata. Il paese ha registrato una evoluzione (o involuzione) socioeconomica dagli anni ’90, quando fu chiamata “Tigre asiatica”, che la resa molto più vicina allo stile di vita occidentale. Ovvero frenetico e salutista. Ed ecco che passare delle ore nei pub è diventata roba per pochi nostalgici, e anche qui si stanno diffondendo altre forme di locali, più moderni, freddi e adatti alla vita liquida, smart, iperconnessa, multitasking e dinamica di oggi. Rispetto ai sornioni pub.

In generale, anche il multiculturalismo ha avuto il suo ruolo. L’approdo di culture asiatiche e musulmane, che non hanno l’abitudine del pub, ha inciso pesantemente sulla crisi.

A parte poi, ovviamente le crisi economiche cicliche ripetutesi nell’ultimo ventennio tra attentati, crolli di borse, guerre e pandemie.

La crisi dei Pub in Italia

Il primo pub in Italia sorge nel 1964 a Rimini ed è lo storico Rose & Crown. I pub si sono diffusi tra gli anni ’80 e ’90, mentre nei primi 2000 è arrivata la variante del discopub, pub dove dopo la mezzanotte partiva appunto musica da discoteca, un palliativo per aggirare i primi segnali di crisi. Ma l’esperimento è durato qualche anno.

Nel nostro paese, oltre alle nuove tendenze socio-culinarie prima elencate, si affiancano abitudini radicate per fortuna mai perse. Come le osterie e le pizzerie. I pub hanno dunque avuto nel nostro paese un ruolo importante per circa un decennio, diciamo per tutti gli anni ’90, per poi perderlo, schiacciati da un lato dalla tradizione e dall’altro dalla modernità.

I pub in Italia, sia inglesi che irlandesi, hanno comunque ben presto preso l’abitudine di servire anche cibo, soprattutto hamburger o carne al piatto. Mentre i pub in origine servivano solo da bere, senza avere una cucina.

Differenze tra pub inglesi e irlandesi

Chiudiamo con una curiosità, in fondo nostalgica, relativa a quali sono le differenze tra i pub inglesi e quelli irlandesi:

  • negli Irish pub le facciate sono meno decorate e, appese sopra la porta, generalmente non ci sono delle insegne con scritto il nome del pub;
  • i pub irlandesi tendono a chiamarsi bar rispetto a quelli inglesi;
  • gli irish pub spesso prendono il nome dal proprietario (attuale o precedente) come ad esempio Murphy’s o O’Connor’s, e sono assenti nomi tradizionali di pub.

Come riporta Wikipedia, tra i più famosi Irish pub di Dublino troviamo O’Donoghue’s, Doheny, Nesbitt’s, e Brazen Head. Quest’ultimo, tra l’altro, si vanta di essere il più antico pub d’Irlanda. Onorificenza della quale è invece fregiato il Sean’s Bar ad Athlone, località che dista circa 130 km dalla capitale, posizionato giusto al centro dell’Isola di smeraldo.

Qui abbiamo parlato della maledizione che ha colpito la famiglia dei Guinness, proprietari della famosa birra irlandese.

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