Coronavirus cambia parere degli anti-spesa pubblica: cosa dicono oggi da Monti a Friedman

DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO: 3 Novembre 2020

Il caro buon Keynes torna sempre di moda. Soprattutto in tempi di crisi e di Coronavirus. L’economista britannico, all’anagrafe John Maynard Keynes, vate dell’intervento pubblico statale nell’economia con misure di politica di bilancio e monetaria. Nel caso in cui un’insufficiente domanda aggregata non riesca a garantire la piena occupazione nel sistema capitalista. Promuovendo quindi un tipo di economia mista.

Le sue tesi furono formulate negli anni ‘30 (più precisamente dal ‘36), come risposta alla Grande depressione del ‘29 che svelò per la prima volta tutti i limiti di una economia capitalista, e ispiratrice del New Deal del dopoguerra.

Keynes torna in auge ogni qualvolta sono in corso profonde crisi economiche, dove si invoca l’intervento economico statale per sollecitare l’economia depressa.

Il precedente più recente è il 2008, quando lo scandalo sub-prime spinse perfino il governo americano a metterci soldi pubblici per salvare il salvabile.

Ed ora, in tempo di Coronavirus, Keynes torna di moda anche tra tutti quegli economisti che professano un arretramento dello Stato nell’economia. Alias, una riduzione della spesa pubblica.

Ecco una lista di chi si è [sta_anchor id=”monti”]ricreduto[/sta_anchor].

Da Monti a Cottarelli: gli economisti al tempo del Coronavirus

mario monti coronavirus

Come riporta Il Giornale, si parte da Carlo Cottarelli, professore ospite fisso da Fazio a Che tempo che fa, soprattutto quando al governo c’erano M5S e Lega. Non proprio amici di questa Ue (salvo ripensamento successivo dei Pentastellati, uno dei tanti).

Ad agosto twittava polemico:

Adesso è di moda dire che tagliare le tasse in deficit è ‘coraggioso’. Eh vai! Finanziamo tutto in deficit! Come ai tempi della Prima Repubblica

Peccato che pochi giorni fa, sulle pagine del Sole 24 Ore, Cottarelli invocava un

intervento in deficit finanziato a livello europeo” per far fronte alla crisi provocata dal Covid-19

Nella lista ci ritrovi pure lui: Mario Monti. Promotore addirittura di “Buoni per la Salute Pubblica” al fine di finanziare la sanità “per un importo molto rilevante“.

La spiegazione di una simile affermazione è semplice:

La salute pubblica ha una priorità superiore rispetto a una sana politica di bilancio

Proprio lui che ha voluto il Pareggio di bilancio perfino nella Costituzione italiana.

Meno famosi sono Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, economisti che hanno sempre proposto la teoria del “più tagli e più cresci“, hanno spiegato sul Corriere della Sera che il governo deve intervenire in modo chirurgico per “impedire una caduta della domanda”.

Poi abbiamo Kenneth Rogoff, il quale sempre sul Corriere ha scritto che “i tetti al debito” andrebbero buttati “dalla finestra in queste circostanze“. Proprio lui che ha sempre considerato il tetto al debito una conditio sine qua non da rispettare nei minimi dettagli.

Persino il giornalista Alan Friedman ha rinnegato certi suoi dogmi di fronte alla propagazione del Coronavirus:

Per aiutare l’ economia italiana sarà necessario fare leva sulla spesa pubblica molto di più di quel che si immagina oggi. In tempi di guerra non importa il rapporto deficit-Pil

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