Coronavirus e 5G, c’è una relazione? Cosa dicono esperti

C’è una relazione tra il 5G e il Coronavirus? Se lo stanno chiedendo in molti, date alcune coincidenze tra i test per la nuova connessione veloce e il Covid-19 che sta uccidendo decine di migliaia di persone nel Mondo. Di cui più di un terzo solo in Italia.

Sul 5G in realtà c’è già molta paura e scetticismo, relativa ai danni che tale potenza di rete potrebbe arrecare agli esseri viventi (ne ho parlato qui). Il 5G dovrebbe dare il via definitivo al cosiddetto IOT (acronimo di Internet of Things), ovvero la possibilità che oggetti ed esseri viventi siano interconnessione si tra loro da una rete internet.

A riaccendere i dubbi sulla possibile relazione tra Coronavirus e 5G ci pensa un tweet di questi giorni firmato da Gunter Pauli. Economista non certo ultimo arrivato, essendo anche consigliere economico di Giuseppe Conte.

Cosa dicono in generale gli esperti? Cerchiamo di capirne di più sulla relazione tra Coronavirus e [sta_anchor id=”5g”]5G[/sta_anchor].

Coronavirus e 5G, il tweet di Gunter Pauli

coronavirus e 5g relazione

Questo il tweet di Gunter Pauli, che ha scatenato non poche polemiche:

Tradotto:

La scienza deve dimostrare e spiegare la causa e l’effetto. Ma la scienza prima osserva le correlazioni: fenomeni che sono apparentemente associati. Applichiamo la logica della scienza. Qual è stata la prima città al mondo coperta dal 5G? Wuhan! E quale la prima regione 5G d’Europa? Il Nord Italia”

Chi è Gunter Pauli? Come riporta Wikipedia, è nato ad Anversa il 3 marzo 1956, è laureato in economia all’Istituto Superiore Loyola di Anversa. E’ stato imprenditore attivo in diversi settori come la cultura, la scienza, la politica e l’ambiente.

Costruì Ecover, la prima fabbrica di detersivi biodegradabili che utilizzavano gli acidi grassi dell’olio di palma al posto dei tensioattivi petrolchimici.

Ha fondato la Zero Emissions Research and Initiatives, una rete internazionale di scienziati, studiosi ed economisti che si occupano di trovare soluzioni innovative, progettando nuovi modi di produzione e di consumo a minor impatto ambientale.

Coronavirus e 5G relazione motivi presunti

5g rischi salute

In queste settimane sono proliferati i video su Youtube che cercano di dare le prove della relazione tra Coronavirus e 5G.

Per non parlare dei gruppi su Facebook, in Italia, come in Gran Bretagna, Usa, Francia o Germania. In genere vanno dai 2mila ai 5mila membri iscritti, mentre il più grande italiano ne conta 11mila.

Quali sono i motivi di una relazione tra Coronavirus e 5G? Come riporta Agi e Il Riformista, sono sostanzialmente due:

  • Wuhan sarebbe la prima città ad aver introdotto questa tecnologia, sperimentandola in modo massiccio durante le Olimpiadi militari di ottobre 2019. Proprio da dove sarebbe partito il Covid-19
  • Il 5G è responsabile del crollo del sistema immunitario umano
  • Coronavirus e 5G hanno come uguale matrice la Cina
  • In Italia la sperimentazione del 5G è partita da qualche mese in 120 comuni italiani, molti dei quali concentrati in Lombardia. Come noto, la Regione italiana più colpita dal Covid-19

Come riporta Esquire, un grande sostenitore della relazione tra 5G e Coronavirus è Rosario Marcianò. Noto per il suo sito TankerEnemy, dove tratta soprattutto delle scie chimiche.

Secondo Marcianò, in realtà questo nuovo virus sarebbe solo una grande menzogna, orchestrata globalmente dai poteri forti per nascondere una verità letale.

A far ammalare le persone, e ucciderle, non sarebbe il virus, ma il 5G. La nuova tecnologia, infatti, sarebbe estremamente dannosa per l’organismo, e provocherebbe tutti i sintomi riscontrabili nei malati di coronavirus. In realtà le teorie di Marcianò sulla relazione 5G-coronavirus si sono involute mortalmente negli ultimi giorni.

Quindi, il 5G faciliterebbe l’entrata del virus nel corpo umano. Questo a causa della

elettroporazione ad onde pulsate (5G) cioè apertura di pori temporanei nelle membrane cellulari, e trasferimento di sostanze o DNA estraneo

Coronavirus introdotto per diffondere il 5G in massa

coronavirus cos'è

Il Format ritiene che dietro il Coronavirus ci sia la necessità di far dilagare l’intelligenza artificiale. Gli algoritmi di Alibaba impiegano 20 secondi per formulare una diagnosi con un’accuratezza del 96%. A sviluppare gli algoritmi che lavorano per individuare l’infezione da Sars-Cov-2 è stata la Damo Academy, stando a quanto riportato da Sina Tech News e altri media.

Il nuovo metodo, spiegano dall’istituto di ricerca cinese, sfrutta complessi sistemi di analisi basati sul machine learning e addestrati con i dati campione di oltre 5 mila casi confermati, secondo le linee guide delle ultime ricerche effettuate sull’epidemia che negli ultimi mesi si è rapidamente diffusa a livello globale.

Il nuovo sistema di diagnosi è stato già testato negli ospedali cinesi ed è in funzione nella struttura di Qiboshan, a Zhengzhou, nella provincia di Henan, creato sul modello dell’ospedale di Xiaotangshan di Pechino, completato nel 2003 per far fronte alla diffusione della Sars. A partire da domenica scorsa l’ospedale di Qiboshan accoglie i casi sospetti di Covid-19. Ma il sistema di Alibaba, secondo i media asiatici, dovrebbe essere adottato in più di cento ospedali della provincia focolaio dell’Hubei.

Non è finita, scende in campo anche il super computer del Cineca. Il consorzio interuniversitario con sede a Bologna, infatti, fa parte di una cordata europea che si è aggiudicata un finanziamento di tre milioni di euro da parte della Commissione Ue.

La piattaforma di super calcolo sarà integrata con sistemi di intelligenza artificiale, modellistica in 3D e misurazioni a raggi X per realizzare prima e validare poi gli esperimenti condotti in laboratorio. Sembra tutto molto interessante, ma dietro si nasconde qualcosa di pericoloso, che influenzerà le nostre vite.

Attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (5G, robotica ecc.), con la scusa che ci salverà, ci terranno chiusi in un labirinto. Per “tutelarci” da virus ed altro ancora, ci sarà poi il microchip sottocutaneo (in Svezia sta andando già di moda). Ma in realtà verrà calpestata qualsiasi forma di libertà. Prossimamente ci saranno milioni di nuove stazioni base 5G sulla Terra, 20.000 satelliti in più nello spazio, 200 miliardi di oggetti trasmittenti: è arrivata l’Internet of Things (l’internet delle cose).

Ci saranno le città intelligenti, case automatizzate, industrie robotizzate, sistemi di sicurezza e controllo più efficienti, servizi e oggetti come automobili, TV, elettrodomestici fino ai piccoli oggetti di uso quotidiano come pannolini per bambini, cartoni del latte, spazzole per capelli, vestiti e scarpe: tutto conterrà antenne o microchip.

Un giro d’affari, sottolinea Il Format, enorme quello del 5G, con introiti stimati, per il 2026, pari a 1307 miliardi per settori industriali come agricoltura, healthcare, trasporti, media, intrattenimento, automotive, retail, financial, sicurezza e industria manifatturiera (dati dell’ultimo rapporto Ericsson). Le infrastrutture del 5G vedono protagonisti Nokia, Ericsson, Cisco, Zte. e Huawei.

Coronavirus e 5G bufala?

iot 5g coronavirus

Perché si tratterebbe di una bufala? Stando ai fattori suddetti, Wuhan è stata solo una di 16 città pilota per l’implementazione di questa tecnologia.

Infatti, diverso e più credibile è il sospetto che il virus sia stato portato in Cina in occasione delle Olimpiadi militari ivi tenutesi lo scorso ottobre.

Riguardo il secondo fattore, si evocano singoli studi scientifici indipendenti, che però hanno una credibilità limitata.

Veniamo al terzo fattore, dettato dal fatto che entrambi provengono dalla Cina. Con Huawei che si sta occupando della sua diffusione in Italia. Per molti però si tratta di pura coincidenza geografica.

Infine, il quarto fattore. I tanti casi proprio in Lombardia. Anche qui il dubbio è che si tratti solo di coincidenza.

Riguardo l’espansione del Coronavirus come modo per accelerare quella del 5G, non saprei. Certo, la storia ci insegna che il spesso il fine giustifica i mezzi. Mi sembra un po’ esagerato, ma ormai ho imparato a non escludere nulla.

Youtube ha avviato una autentica lotta contro i video che diffondono questa correlazione. Sostenendo di essere riuscita a ridurre il numero di video cospirazionisti ‘suggeriti’ dal suo motore di ricerca del 70%. sebbene anche questo dato sia pure esso a sua volta confutato, con alcuni studi che affermano che l’obiettivo raggiunto sia in realtà del 40%.

La Food and Drug Administration afferma che

Nonostante molte specifiche del 5G rimangano poco definite, è noto che i telefoni cellulari 5G useranno le stesse frequenze per le quali valgono le linee guida della Fcc (300 kHz-100 GHz)

Quindi secondo la FDA americana il 5G non comporterebbe un maggiore rischio rispetto alle frequenze già in uso da anni.

E appena qualche giorno fa l’Icnrip (International commission on non‐ionizing radiation protection) ha affermato di non aver raccolto alcuna prova che suggerisce che le tecnologie 5G rappresentino un rischio per la salute umana. La decisione arriva dopo uno studio scientifico durato sette anni.

Non poteva mancare il commento della Star televisiva del momento: il virologo Roberto Burioni. Il quale ha così commentato le parole di Pauli:

Non è possibile che una persona che diffonde irresponsabilmente bugie pericolose e senza alcuna base scientifica sia un consulente del governo

Dunque, coincidenza o reale correlazione? Io credo poco a questa tesi, dando maggiore credito alla pista americana.

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