Italia sotto accusa anche per l’uso del contante. Secondo le stime elaborate da The European House – Ambrosetti nell’ambito della survey agli esercenti condotta dalla Community Cashless Society , il pagamento cashless ha un’impronta di carbonio inferiore del 21% rispetto al contante. E noi italiani siamo secondi nell’Unione europea a usarli ancora, solo dietro la Germania.
Secondo questo studio, l’Italia produce oltre 160,8 mila tonnellate di CO2, circa 2,7 kg per abitante, da uso dei pagamenti in contanti. Si cerca insomma di disincentivare l’uso del cantante facendo venire i sensi di colpa a chi ancora usa il contante.
Eppure il nostro paese sta prendendo sempre più confidenza con il cashless, tra acquisti online e pagamenti con carte nei negozi fisici. Il problema però è che i pagamenti senza contante hanno i loro rischi.
I pagamenti senza contanti in Italia
In realtà, l’Italia non è così antiquata come l’indagine vorrebbe fotografare. Infatti, come riporta IlSole24Ore, 8 esercenti su 10 accettano pagamenti digitali, sebbene solo una piccola percentuale accetti modalità P2P (come Paypal e Satispay). Di questi, il 58% ha introdotto i pagamenti digitali per venire incontro alla richiesta dei clienti.
Solo il 20% degli esercenti italiani considera ancora il contante il metodo di pagamento più sicuro, rivelando una certa resistenza al cambiamento soprattutto al sud. Anche su ciò c’è una certa disparità tra Nord e Mezzogiorno, per alcuni esperti, accreditabile anche al fatto che al Sud ci sia molto più “nero“.
L’e-commerce si sta diffondendo comunque anche nel nostro paese. Così come l’abitudine di pagare in un secondo momento gli acquisti. Nel 2023 4 utenti su 10 ha effettuato il 10% dei propri acquisti online utilizzando il sistema BNPL (Buy now, Pay later. Acquista ora, paghi in futuro). Inoltre, il 60% degli utenti non avrebbe effettuato acquisti se non ci fosse stata questa possibilità.
I rischi di abbandonare totalmente i contanti
Tuttavia, come dicevamo, gli acquisti online sono molto pericolosi se non si ha un minimo di formazione a riguardo. Sia perché si effettuano acquisti in modo scriteriato e senza rendersene conto, erodendo facilmente i propri risparmi (ciò accade anche con i pagamenti cashless nei negozi fisici, estrarre contanti dà maggiore peso e valore alle transazioni). Sia perché si finisce spesso per utilizzare piattaforme poco sicure o truffa.
Un rischio nel quale incappano spesso anche i cosiddetti “nativi digitali“, ossia i ragazzi nati dal 2000 in poi teoricamente più avvezzi all’uso delle tecnologie e del digitale.
Molto interessante è uno studio effettuato in Finlandia sul pericolo di digitalizzare totalmente i pagamenti ed eliminare il contante. Del resto, pagare esclusivamente online ci rendere facilmente tracciabili e controllabili, oltre che manipolabili sugli acquisti da effettuare. E ora si sono inventati la storia dell’inquinamento per spingere a mollare il contante. Più giusto sarebbe rendere la scelta libera senza imposizioni normative o pressioni psicologiche.
Ricevi le news su Telegram o via Mail:
Iscriviti alla nostra Newsletter