Pseudofarmaci e false terapie: il caso dell’Omeopatia

Pseudofarmaci e false terapie: il caso dell’Omeopatia

L’omeopatia non ha alcun supporto scientifico, e ogni qual volta viene sottoposta a studi, non rivela benefici maggiori del placebo.

Nel novero delle medicine alternative ve ne sono alcune che, oltre che essere inapplicabili a qualunque patologia, rivestono quasi un’aura di magia, un po’ come accadeva e accade ancora oggi presso alcune etnie in giro per il mondo.

Ad esempio sappiamo che l’aspirina, il capostipite di tutti i farmaci antinfiammatori non steroidei, abbreviati in FANS, fu scoperta sulla corteccia del salice piangente da cui prese il nome di acido acetilsalicilico e poi chiamata commercialmente così da una notissima azienda tedesca.

Ovviamente fin da subito risultò poco pratico e molto discutibile poter utilizzare il principio attivo direttamente dalla corteccia, perché noi la lignina non la digeriamo ed era impossibile poi usarla per altre vie che non fossero quella orale.

Per praticità allora, una volta isolato il principio attivo, questo venne poi artificialmente creato in laboratorio, ma ciò non vuol dire che sia diverso nell’azione terapeutica da quello del salice.

Moltissimi, se non tutti i principi attivi, hanno una origine biologica nelle piante e negli animali e talvolta perfino nei microrganismi. L’abilità umana consta nel portare poi questi prodotti a disposizione di tutti per curare numerosissime malattie che un tempo causavano molte vittime mentre oggi sono molto spesso curabili.

Al fianco quindi della pletora di composti chimici originari, poi se ne affiancarono degli altri, determinati da piccola variazioni della molecola madre e che spesso ne aumentavano notevolmente l’efficacia oppure, come nel caso degli antibiotici, sono divenuta una parte fondamentale delle terapie contro i tumori.

Il pericolo di pseudofarmaci e false terapie

Vi sono però delle terapie pseudoscientifiche che da secoli corrono parallelamente a questi ritrovati efficaci, ovvero quelle terapie che sovente non hanno alcuna base scientifica e che hanno come detto un alone di mistero e fra queste citerò solo l’omeopatia.

Se volete conoscerne la storia potete naturalmente effettuare le vostre libere ricerche. Ciò che mi preme qui sottolineare è che essa è nata nel 18° secolo, quando ancora molte materie scientifiche erano degli abbozzi confusi e si veniva dalle conoscenze empiriche che per decenni hanno avuto un corso parallelo al metodo galileiano fino alla loro definitiva scomparsa nel 19° secolo, quando le discipline scientifiche si affermarono definitivamente.

Il falso mito dell’Omeopatia

L’omeopatia non aveva e non ha alcun supporto da nessuna scienza, ed anzi ogni qual volta viene sottoposta a studi di qualsivoglia disciplina, dalla chimica alla fisica, dalla farmacologia alla stessa medicina clinica, non rivela benefici maggiori del placebo che come sapete è una strategia per verificare la bontà di certi medicinali e la loro reale efficacia quando utilizzati in corso di svariate patologie.

L’omeopatia afferma cose assurde, come la memoria dell’acqua, cosa che il suo scopritore Hahnneman nemmeno sapeva come fosse fatta, sulla “succussione” cioè battere il ritrovato su una Bibbia per 100 volte (non vi sembra stregoneria?), fino a superare le stesse leggi della chimica affermando che più e diluito e più funziona anche oltre il numero di Avogadro che vi invito ad approfondire altrove.

Perciò anche se fuori da una farmacia leggete OMEOPATIA, sappiate che vi stanno dando dell’acqua fresca con qualche granello di zucchero dentro, e perciò non acquistate nulla, andate piuttosto da uno sciamano!

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Pubblicato da Francesca Silvana Scoppio

Medico chirurgo specialista in medicina interna e attualmente presto servizio nella ASL di Bari.

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