E’ nata nella città indiana di Lucknow – nella serata di domenica (ore 7,20 ora locale) – la piccola Nargis, abitante numero settemiliardesima del Mondo. Erano sette le donne partorienti tenute sotto controllo dalle Ong, e non mancano rivendicazioni da parte delle Filippine.
DOV’E’ NATA – Nargis è nata in un ospedale rurale dell’Uttar Pradesh, a circa 70 chilometri dalla capitale dello stato Lucknow. E’ venuta al mondo da una madre di 23 anni e un padre di 25 nel piccolo villaggio di Mall. La Ong seguiva come detto da vicino sette donne il cui parto era previsto per oggi e aveva scelto l’Uttar Pradesh per l’esperimento in ragione dell’alto tasso di fertilità della zona e in base ad alcune indicazioni delle Nazioni Unite, secondo cui l’essere umano numero sette miliardi sarebbe nato in questa data e proprio in questa regione.
LA RIVENDICAZIONE DELLE FILIPPINE – L’attribuzione a Nargis viene tuttavia «contestata» dalle Filippine, dove un’altra bimba è venuta al mondo a ridosso del 31 ottobre. Nata due minuti prima della mezzanotte nella capitale Manila, la piccola Danica May Camacho ha però mancato di poco l’obiettivo. Le autorità filippine si dicono pronte a fare di tutto per sostenere le proprie ragioni e spiegano che invieranno all’Organizzazione mondiale della sanità la documentazione atta a certificare il loro primato.
L’INDIA POTREBBE SUPERARE LA CINA NEL 2015 – Con 1.2 miliardi di abitanti l’India è il secondo paese più popoloso al mondo e dovrebbe superare la popolazione cinese entro il 2015. Gli indiani hanno in media 2,7 figli mentre in Uttar Oradesh ogni donna ne ha in media 3,8. Le Filippine sono il dodicesimo paese più popoloso del mondo e il parlamento sta discutendo una legge sulla promozione della contraccezione, avversata dalla chiesa cattolica.
I DATI ALLARMANTI SULLA MALNUTRIZIONE – Più di un miliardo di persone nel mondo soffre la fame. Cifra terribile svelata per la giornata mondiale dell’alimentazione (il 16 ottobre) dalla Fao (Food and agriculture organization), quest’anno dedicata ai «prezzi alimentari, dalla crisi alla stabilità».
L’aumento dei prezzi costringe 70 milioni di persone a vivere nell’estrema povertà. E molti di più a morire di fame. Che succederà nel 2050, quando bisognerà produrre cibo per nove miliardi di bocche (la popolazione mondiale prevista), contro i sette di oggi?
I PAESI COLPITI – La malnutrizione colpisce soprattutto l’Asia (580 milioni di persone) e l’Africa (il 30 per cento della sua popolazione). E sui due continenti, i più popolati del pianeta, il rendimento delle piantagioni di cereali non è abbastanza: 28 quintali per ettaro in Asia e 13 nell’Africa Subsahariana, contro 50 nei Paesi sviluppati. La crescita della popolazione avverrà quasi per intero nei Paesi in via di sviluppo. Si prevede che nel continente africano crescerà più velocemente (del 108%, pari a 910 milioni di persone in più), mentre in quello asiatico orientale e sud-orientale aumenterà più lentamente (dell’11%, pari a 228 milioni di persone in più).
La prima urgenza, quindi, è incrementare la produzione alimentare mondiale, almeno del 70 per cento entro il 2050. La produzione cerealicola di almeno un miliardo di tonnellate (a partire dagli attuali 2,1 miliardi), mentre la produzione di carne dovrà crescere di oltre 200 milioni di tonnellate per raggiungere nel 2050 un totale di 470 milioni di tonnellate, di cui il 72% verrà consumato nei Paesi più poveri (dove oggi se ne consuma il 58%). Tutto senza stravolgere le terre coltivabili e non mettere a rischio la biosfera. Lo scopo? Ottenere un’agricoltura intensiva che duri nel tempo. Anche con l’aiuto della scienza e della biotecnologia alimentare.
Alla Scienza dunque il compito di risolvere il problema crescente della fame nel Mondo, che la Globalizzazione ha finito per incrementare anziché ridurre. Le tecniche tradizionali di coltivazione e allevamento nulla possono fare.
Welcome to hell little girl!