Ecco tradotto l’articolo del Global Times, organo di stampa del governo Cinese il quale parla con rammarico delle scelte del governo Meloni.
Don’t let quitting BRI become Italy’s regret
Tradotto: Non permettete che l’abbandono del BRI possa diventare per l’Italia un motivo di pentimento
Questo è il titolo di un articolo mediante il quale il Global Times, organo di stampa governativo cinese di livello internazionale, ha gentilmente avvisato il nostro paese sulle possibili conseguenze di una interruzione della cosiddetta “Via della seta” (chiamata ufficialmente Belt and Road Initiative, meglio nota con l’acronimo BRI). Ovvero, dei rapporti commerciali tra il loro paese e il nostro.
Del resto, qui abbiamo parlato delle richieste che Biden avrebbe fatto alla Meloni, relative appunto al taglio di ogni relazione con la Cina. Del resto, gli Stati Uniti vogliono renderci quanto mai dipendenti a loro, attraverso la cessazione di ogni relazione commerciale con altre super potenze a loro ostili. La Cina, appunto, ma anche la Russia.
E sembra proprio che questo governo, guidato da una che per 10 anni e passa in tv ha promesso tutt’altro, e ha criticato aspramente lo stesso presidente americano, stia facendo.
Ma vediamo nel dettaglio cosa dice l’articolo del Global Times rivolto all’Italia.
Cosa dice l’articolo del Global Times rivolto all’Italia
L’articolo del Global Times (che potete leggere qui) parte da una considerazione del Ministro della difesa Guido Crosetto nel corso di un’intervista al Corriere della Sera. Ben commentata da Giorgio Bianchi:
Non si e’ fatta attendere la risposta cinese alle dichiarazioni offensive fatte da Crosetto nell’intervista al Corriere. Il Ministro della Difesa, avventurandosi in un campo che non conosce e non gli compete, quello dell’economia e del commercio, aveva definito l’adesione dell’Italia alla Via della Seta una decisione “improvvisata e scellerata” e aveva snocciolato una serie di falsita’ sulla mancanza di benefici per l’Italia
L’editoriale cita espressamente Crosetto:
Il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha affermato che la BRI ha moltiplicato le esportazioni cinesi verso l’Italia, ma non ha avuto lo stesso effetto sulle esportazioni italiane verso la Cina. Ma in realtà, per più di quattro anni, il volume degli scambi bilaterali tra Cina e Italia ha ripetutamente raggiunto nuovi massimi. Dal 2019 al 2022 è aumentato di quasi il 42% in controtendenza. L’anno scorso ha raggiunto quasi 78 miliardi di dollari. Dal 2019 al 2021 le esportazioni italiane verso la Cina sono aumentate del 42%. Nei primi cinque mesi di quest’anno, le esportazioni italiane verso la Cina sono aumentate significativamente del 58%. Queste cifre riflettono inconfutabilmente il forte effetto della BRI, che non è affatto quello che ha detto Crosetto
Il Global Times ha poi parlato espressamente della sudditanza dell’Italia rispetto agli USA:
Anche la tempistica della retorica di Crosetto è dubbia, e dietro ovviamente ci sono gli Stati Uniti. … Dopo l’incontro con il presidente Usa Joe Biden, la Meloni ha detto che il governo italiano prenderà una decisione sulla Bri entro dicembre, sottolineando di “mantenere aperto un dialogo costruttivo con Pechino” e rivelando la volontà di visitare la Cina. Ciò riflette anche l’attuale dilemma dell’Italia: vuole il riconoscimento politico di Washington, ma non è disposta a rinunciare alla cooperazione economica con la Cina, e non vuole sceglierne solo una. È chiaro chi è responsabile della difficile situazione attuale dell’Italia. Da quando l’Italia ha deciso di aderire alla BRI, nel 2019, gli Stati Uniti hanno esercitato una forte pressione su di essa e hanno quasi etichettato l’Italia come un “traditore dell’Occidente”. A quel tempo, il New York Times descrisse addirittura l’Italia come un “cavallo di Troia” del mondo occidentale, “che consente all’espansione economica – e potenzialmente militare e politica – della Cina di raggiungere il cuore dell’Europa”. Dopo il cambio di governo italiano, Washington ha visto un’opportunità e ha intensificato le pressioni su di essa. Poco prima della visita di Meloni negli Stati Uniti, John Kirby, direttore delle comunicazioni strategiche del Consiglio di sicurezza nazionale, ha pubblicamente “istruito” l’Italia sulla “mancanza di ricompensa per le partnership economiche con la Cina” e ha detto che “abbiamo creato un’alternativa
Poi tesse quelle che fino a ieri erano delle lodi:
Essendo l’unico paese del G7 che ha firmato il Memorandum sulla BRI, la priorità dell’Italia nelle relazioni estere della Cina e lo stato delle relazioni Cina-Italia nelle relazioni Cina-UE sono stati notevolmente migliorati, con molti effetti positivi diretti e indiretti. Inoltre pone l’Italia in una posizione unica e vantaggiosa per collegare l’Oriente e l’Occidente. Se guardiamo solo da un punto di vista pragmatico e puramente dagli interessi nazionali dell’Italia, l’adesione alla BRI è senza dubbio vantaggiosa. Ma se si mescola con la geopolitica e la pressione e la coercizione degli Stati Uniti, le cose si complicheranno
Infine, i conclusivi auguri finali, che suonano anche come suggerimenti. Che probabilmente non saranno colti:
Ci auguriamo che l’Italia possa prendere una decisione razionale senza interferenze esterne. Questo è il momento di mettere alla prova la saggezza politica e l’autonomia diplomatica dell’Italia
I politici italiani e non solo, sono dei fantocci messi lì dalla CIA al servizio degli yankees , oramai non vi sono più dubbi.