La Casta porta a compimento un assalto iniziato fin da subito per riappropriarsi dei vitalizi, cancellati dal M5S nel 2018.
Dopo il Reddito di cittadinanza, il Centrodestra azzera un altro cavallo di battaglia, e tutto sommato provvedimento giusto, del Movimento cinque stelle: l’abolizione dei vitalizi dei parlamentari. Il tutto, grazie all’astensione del Partito democratico.
Il Consiglio di garanzia di Palazzo Madama ha abolito la delibera 6 del 2018, grazie anche al fatto che il voto del presidente, molto democraticamente, vale doppio, per 3 voti a 2.
Il provvedimento voluto dal M5s nel 2018 con il ricalcolo in base al sistema contributivo aveva permesso al Senato di risparmiare circa 40 milioni di euro all’anno. Ora invece ecco il regalo confezionato per 851 ex senatori e 444 familiari di senatori deceduti, che torneranno a ricevere i loro mega-assegni. Già, perché mentre la pensione di reversibilità non passa ai figli disoccupati (salvo alcuni requisiti), il vitalizio viene mantenuto dai familiari del politico che ne ha maturato il diritto.
Il Consiglio di garanzia infatti è una sorta di organo d’appello della giustizia interna a Palazzo Madama: la sua decisione è inappellabile.
Centrodestra ripristina i vitalizi: va a buon fine un assalto iniziato nel 2020
La Casta fin da subito ha tentato di riappropriarsi dei vitalizi maturati, con vari assalti. La cronistoria è stata ben ricostruita da Il Fatto quotidiano.
Insomma, alla politica poco interessa che la gente sia ormai esausta di questi signori, ricordandoglielo a ogni tornata elettorale, di qualsivoglia livello istituzionale, con un astensionismo ormai cronico arrivato oltre il 40%. A nulla era valso il ripristino del voto al lunedì, con uno spreco di 15 miliardi di euro.
La destra sociale, negli ultimi 10 anni tra ospitate varie ed eventuali della Meloni in tv, pure si era eretta ad anti-casta e paladina dei diritti dei cittadini, alla prova dei fatti sta facendo l’opposto: va d’amore e d’accordo con l’Unione europea; non ha ripristinato un minimo di sovranismo; ha sì dato respiro fiscale al ceto medio ma, al contempo, sta aiutando non poco i ricchi e sta smantellando ulteriormente i poveri; sta rimpinguando nuovamente la Casta.
L’esperienza del Conte I si conferma ancora una volta come l’unica parentesi felice da quando siamo stati commissariati da Bruxelles nel 2011.