Campi flegrei, il pericolo delle ceneri di cui si parla poco

Campi flegrei, il pericolo delle ceneri di cui si parla poco

Del rischio ceneri si parla poco, eppure la zona di Napoli centro è ad alto rischio. Ecco in cosa consiste.

Di Campi flegrei si sta parlando molto meno, eppure la parte più centrale di Napoli risulta interamente localizzata nella ‘zona gialla’ relativamente al rischio vulcanico.

Al di là del rischio maggiore, quello dei flussi piroclastici dovuti al magma e all’eruzione, per difendersi dai quali non c’è altro modo che evacuare l’area prima dell’eruzione, ci sono altri due gravi rischi: il primo e più noto, è quello dei terremoti; il secondo, generalmente sottovalutato ma gravissimo in caso di eruzione, è la ricaduta di ceneri.

Campi flegrei e rischio ceneri

Come spiega approfonditamente Giuseppe De Natale, Sismologo e Vulcanologo, INGV, su Il Fatto quotidiano (qui l’articolo completo, dove approfondisce le dinamiche relative alle eruzioni vulcaniche), la zona gialla è definita come l’area a massimo rischio per accumulo di ceneri. E praticamente tutti i tetti degli edifici di Napoli sono piani.

Non a caso, nelle zone montane gli edifici vengono opportunamente dotati di tetti spioventi, per evitare gli accumuli di neve. Nelle nostre aree vulcaniche, invece, non si tiene conto di questi possibili eventi, che sono ben più pericolosi della neve per la densità molto più alta.

Nelle eruzioni esplosive, oltre ai flussi piroclastici, un alto rischio è associato anche alla parte più leggera del magma frammentato, tra cui ceneri e pomici, che viene trascinata dal vento anche a distanze di decine, centinaia e a volte migliaia di km.

Nelle zone a distanza relativamente piccola dalla bocca eruttiva, questi prodotti possono accumularsi in depositi molto spessi; se vi sono in queste zone edifici con tetti piani, gli accumuli di tali prodotti rappresentano un gravissimo rischio. Avendo infatti una densità di circa 2 kg/dm3 (più del doppio della neve), basta un accumulo di soli 25/30 cm per causare con quasi certezza il collasso del tetto, e quindi con grande probabilità dell’intero edificio.

Per tali motivi, bisognerebbe fortemente incentivare – con un meccanismo tipo ‘Sismabonus’ 110% – la messa in sicurezza degli edifici in tutta l’area flegrea e napoletana (appunto la zona rossa e gialla dei Campi Flegrei), sia da un punto di vista sismico sia dotandoli di coperture, anche magari rimovibili e quindi installabili rapidamente in caso di necessità, di tipo spiovente.

Ma considerando come vanno le cose in tema di prevenzione in Italia, e ancora peggio a Napoli e provincia, dubitiamo che ciò sarà fatto.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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